Consorzi universitari e prospettive di cooperazione

di Tommaso Giordano

Il 12 luglio 2012 si è svolta a Fiesole, presso l’Istituto Universitario Europeo, la riunione INFER sul tema “Prospettive di cooperazione e riorganizzazione dei consorzi informatici universitari” che ha registrato la presenza di 30 partecipanti, tra i quali direttori di sistemi bibliotecari, rappresentanti dei consorzi e dei comitati di utenti, bibliotecari e informatici.

Nell’introduzione sono stati accennati i termini della questione apertasi in seguito alla decisione (direttiva del PCM del 30/4/12) di accorpare i consorzi informatici universitari in un unico ‘Superconsorzio’ (nel testo si userà convenzionalmente questo termine per designare la struttura che nascerà dalla fusione), richiamando l’attenzione sui servizi che i consorzi Cilea e Caspur forniscono alle biblioteche da molti anni. Sono stati anche evidenziati alcuni tratti peculiari dell’attività di cooperazione tra le biblioteche delle università, che contrariamente alla maggior parte dei paesi europei, si è sviluppata principalmente per iniziativa dei consorzi informatici. Di qui la rilevanza che acquista la fusione dei consorzi Cilea, Cineca e Caspur per il futuro dei servizi bibliotecari. Insieme ai legittimi dubbi e preoccupazioni emersi in questi mesi sulla fusione ormai in corso, si evidenziano anche elementi che potrebbero aprire scenari positivi per lo sviluppo di infrastrutture per la ricerca in una visione meno settoriale, orientata al sistema paese. Le differenti opinioni sulla “fusione” emergono abbastanza chiaramente da un’informale raccolta di commenti condotta in previsione dell’incontro, dalla quale sono state estratte 15 questioni sintetizzate in una lista presentata all’inizio della riunione .

I contributi previsti in agenda (Alberto Pozzolo per Care, Rosa Maiello per Ciber, Maurizio Florio per il Comitato utenti CDL, Renato Tamburini per Cipe, Salvatore Rago per Cineca, Eleonora Rodi per Cilea e Paola Gargiulo per Caspur) sono stati arricchiti da domande e commenti da parte dei presenti, ne è scaturita così una discussione aperta e vivace, ma moderata nei toni, dalla quale sono emersi numerosi spunti e considerazioni, qui sinteticamente riportati.

CARE

E’ una piccola organizzazione che si avvale prevalentemente della competenza dei bibliotecari e opera in collaborazione con i consorzi. Tra i suoi punti di forza: l’essere emanazione della Commissione biblioteche della CRUI e operare in stretto contatto con questa. L’appoggio dei rettori è molto importante, soprattutto quando si tratta di negoziare con i più grandi editori internazionali e quando occorre prendere decisioni che hanno un impatto diretto su molti atenei. Negoziare a nome di 70 università e per somme elevate dà indubbiamente dei vantaggi anche economici. Criticità: a causa della mancanza di dotazioni proprie tutte le transazioni finanziarie relative ai contratti passano attraverso il circuito degli atenei e dei consorzi, con conseguenti complicazioni e lungaggini amministrative. Tra i punti critici sollevati, le relazioni con i consorzi e la necessità di un rapporto più partecipativo con le biblioteche e/o sistemi bibliotecario di ateneo. E’ auspicabile una comunicazione più agile e immediata e la valorizzazione delle competenze presenti negli atenei. E’ in questa direzione che intende muoversi CARE che si propone allargare il numero dei contatti anche focalizzando l’attenzione sull’editoria italiana e impiegando i bibliotecari per la negoziazione di alcune licenze, anche per aumentare il numero dei contratti .

Superconsorzio

La procedura è stata avviata in base al decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e la ricerca del 16/4/2012; sono state elaborate le linee guida ed è stata istituita una Cabina di regia che condurrà l’operazione in collaborazione con diversi gruppi di lavoro misti. Nella prima fase, che si dovrebbe concludere entro giugno 2013, Caspur e Cilea vengono ‘assorbiti’ da Cineca; questo significa che il personale dei tre consorzi dipenderà dalla stessa amministrazione, pur mantenendo ciascun ex consorzio le proprie sedi e le proprie attività. Nella seconda fase sarà ridisegnata la nuova organizzazione e sarà istituito il Superconsorzio, con nuovi organi e un nuovo nome. Cineca non annovera il settore biblioteche fra le sue aree di attività, anche se è impegnato in alcuni programmi che riguardano l’editoria, la valutazione della ricerca e le biblioteche digitali. Mentre, il settore biblioteche è ben presente nelle attività di Cilea e Caspur. Nell’orizzonte del nuovo Superconsorzio rientra anche il settore biblioteche e perciò le attività di Cilea e Caspur a questo riguardo rimangono confermate (tutti i contratti in essere andranno avanti). Nei lavori in corso per l’accorpamento dei consorzi è stato attivato un tavolo specifico per le biblioteche. Anche negli organi che saranno costituiti, sono previsti spazi per creare dei tavoli di consultazione specializzati, tra questi potrebbero rientrare le biblioteche. In questa fase è ancora prematuro tracciare un quadro preciso della nuova organizzazione, perché molti nodi devono ancora essere sciolti e le diverse opzioni sul tappeto necessitano di ulteriori approfondimenti. Le diverse scelte dovranno, comunque, avere alcuni punti di riferimento ben fermi: nella visione del Superconsorzio il primo obiettivo è assicurare la potenza di calcolo per la ricerca scientifica, tutte le altre attività devono avere un conto economico in equilibrio. In altre parole, i finanziamenti statali tenderanno a polarizzarsi sull’obiettivo principale, mentre gli altri settori di attività, come i servizi per le biblioteche, dovranno auto-sostenersi. Ciò significa che le biblioteche dovranno pagare a prezzi di mercato i loro servizi? Non esattamente ( oltretutto stiamo parlando di un’organizzazione non profit), tuttavia è molto probabile che le tariffe per le biblioteche siano destinate a crescere in questo nuovo scenario, considerato anche le prospettive, non certo confortanti, della spesa pubblica. Naturalmente le biblioteche saranno libere di scegliere le soluzioni più convenienti tra i servizi del Superconsorzio e gli altri operatori pubblici e privati.

Considerazioni conclusive

Al contrario della maggior parte degli altri paesi europei dove le biblioteche hanno costituto strutture di cooperazione (consorzi) dedicate, spesso sostenute o incentivate e stimolate da organismi centrali (ad es. il JISC nel Regno Unito), in Italia le biblioteche delle università si sono appoggiate ai consorzi per il calcolo universitario per svolgere talune importanti attività (sistemi di automazione, acquisizione e gestione di risorse elettroniche, Open Access, conservazione digitale). Solo più recentemente con Cipe e poi Care si è cercato, tra non poche difficoltà, di sviluppare strutture specifiche che dessero priorità alle biblioteche, ma siamo ben lungi dai livelli organizzativi raggiunti in questo campo dagli altri paesi avanzati. Per quanto riguarda le risorse elettroniche ha giocato anche il problema pratico di avere strutture amministrative capaci e dotate di disponibilità finanziaria e autonomia amministrativa per gestire i negoziati e i contratti (per es. anticipo di grosse somme che poi sono rimborsate dalle università). Questo rimane tuttora un punto critico.

Una considerazione affiorata a più riprese nel corso della discussione può essere così riassunta: se è vero, come dichiarato da fonti ufficiali, che la fusione dei consorzi per il calcolo si muove in una prospettiva tesa allo sviluppo di infrastrutture per la ricerca che tenga come riferimento il sistema paese, andrebbero anche considerate altre importanti componenti di una tale infrastruttura nazionale e non solo il super-calcolo. La ricerca ha bisogno di molte altre risorse: tra queste i contenuti e l’infrastruttura per gestirli e poterli comunicare efficientemente. E’ dunque evidente che le biblioteche rientrano a pieno titolo nelle infrastruttura per la ricerca che ha come visione il sistema paese. Una componente di tale rilevanza non può trovare lo spazio e l’attenzione dovuta se è collocata ai margini di strutture focalizzate su altri importanti obiettivi. Le biblioteche riunite in strutture di cooperazione devono essere concepite come uno dei sistemi su cui si fonda l’infrastruttura nazionale della ricerca. Nel momento in cui si procede alla ristrutturazione del supercalcolo, appare opportuno individuare una soluzione capace di assicurare autonomia, autorevolezza e agilità in grado di sostenere e stimolare la cooperazione tra le biblioteche nel campo della gestione e comunicazione dei contenuti. Una tale struttura potrebbe avvalersi del Superconsorzio e di altre infrastrutture pubbliche e private secondo le convenienze. CIBER e CDL sorte nell’ambito di Caspur e Cilea, hanno maturato conoscenze ed esperienza nel campo della gestione della gestione delle risorse elettronciche. CIPE è consorzio specificamente dedicato alle biblioteche. CARE è un organismo che ha funzioni operative e di coordinamento.

La Commissione Biblioteche della CRUI, è in questo ambito un punto di riferimento, in quanto ha titolarità, le competenze e il prestigio per sollevare la questione in modo che si addivenire a una soluzione che salvaguardi il lavoro fatto in questi anni e apra prospettive più solide a sostegno della cooperazione tra le biblioteche, che risulta essere essenziale per l’innovazione e lo sviluppo delle strutture per la ricerca. A conclusione della riunione si decide di inviare una nota sulla questione alla Commissione Biblioteche della CRUI.