di Vanni Bertini
Meno di un mese prima della data fissata per il Bibliopride, alla biblioteca di Fiesole ci siamo riuniti e ci siamo chiesti che cosa avremmo potuto fare per l’occasione. Sapevamo che c’era l’appuntamento nazionale a cui avremmo potuto partecipare, ma si trattava di un impegno personale, anche costoso, che comunque non avrebbe avuto una ricaduta immediata sul territorio e che sicuramente pochi di noi si sarebbero potuti permettere di fare. Eravamo tuttavia convinti che un simile appuntamento andava a tutti i costi onorato e utilizzato per dare voce alle nostre istanze e per cercare di risollevarci rispetto alle tante frustrazioni che troppo spesso, nel lavoro quotidiano di chi è impegnato nella cultura, capitano.
E’ quindi nata l’idea di organizzare un’iniziativa che fosse diversa dalle tante che si fanno durante l’anno in biblioteca: letture, presentazioni, ecc. Abbiamo pensato al Bibliopride come a una festa dal duplice volto, nel quale il concetto di orgoglio esprimesse da una parte l’indignazione e la protesta, ma dall’altra la rivendicazione e l’affermazione in positivo di quello che la biblioteca rappresenta e soprattutto porta avanti. La nostra è una biblioteca pubblica e quando si pensa a questo la prima definizione che viene in mente è quella, forse un po’ scontata, ma mai usurata, del manifesto Unesco, che recita:” la biblioteca pubblica è il centro informativo locale che rende prontamente disponibile …”.
Siamo così partiti dalla parola locale affiancandovi un’altra parola chiave che è quella di comunità. Due concetti con i quali costantemente ci confrontiamo e sui quali basiamo il nostro lavoro, perché alla fine dei conti giorno dopo giorno è una comunità quella che ci sfila davanti. Abbiamo pensato al programma di una festa da offrire e a cui far partecipare anche attivamente tutti coloro che in anni di lavoro abbiamo servito e imparato a conoscere – e forse abbiamo anche aiutato. A partire dal piacere di stare insieme volevamo un momento che affermasse e dimostrasse, anche all’esterno, la centralità e l’importanza della biblioteca nella vita del nostro Comune. Abbiamo quindi coinvolto le realtà associative, i circoli e le esperienze culturali che a Fiesole sono attive su teatro, musica e arte, le fondazioni, le scuole che durante l’anno portano i bambini in biblioteca.
Ci siamo inoltre rivolti alle singole persone che ci frequentano, da quelle che si occupano di studi locali a quelle impegnate nel sociale, ai semplici utenti, scrittori, genitori, agli amministratori. A tutti abbiamo chiesto di partecipare con un contributo che ovviamente poteva essere di tipo diverso a seconda del soggetto: da quelli più adatti allo spettacolo o all’intrattenimento, oppure alla riflessione e al dibattito. Nonostante il pochissimo tempo di preavviso (siamo di fatto partiti due settimane prima), la risposta è stata immediata e di grande disponibilità e entusiasmo da parte di tutti, al punto che il problema è stato quello del coordinamento delle iniziative che venivano proposte rispetto al tempo a disposizione, che era quello di una mattinata.
Abbiamo anche pensato che l’occasione fosse ideale per uscire dai soliti confini dell’edifico che ci ospita e abbiamo allestito un presidio nella piazza principale del paese, in concomitanza con il mercato, e occupato il piazzale antistante alla biblioteca, normalmente adibito a parcheggio. Gli attori dell’associazione Maga Magò e del Teatro dell’Elce, e i musicisti della Scuola di musica e della Filarmonica hanno occupato questi spazi creando percorsi urbani lungo i quali hanno articolato, spesso improvvisando, i propri interventi. Nel frattempo, a volte in contemporanea, in biblioteca si svolgevano altri interventi musicali e quelli dell’Assessore, di Carlo Salvianti fondatore della biblioteca, degli Amici della biblioteca, della Fondazione Michelucci, di Fiesole Futura e dell’Associazione Nuova Vita che da alcuni mesi porta da noi a leggere i bambini delle case occupate di Pian del Mugnone. Scrittori e poeti come Francesco Recami e Matteo Rimi hanno effettuato incursioni creative e letterarie, mentre nella Sezione ragazzi i piccoli utenti affollavano la sala per il laboratorio di trucco di Ascarè e per le letture che avevano preparato le bibliotecarie. Alcuni artisti fiesolani avevano allestito una mostra di pittura e scultura, e tutte le pareti rimaste libere, gli scaffali e il portone erano addobbati con immagini, citazioni e slogan ripresi in parte anche dai tweet che durante la settimana erano stati inviati sui canali dell’AIB, e con i disegni fatti per l’occasione dai ragazzi delle scuole e del Centro Incontri. Dal canto suo Giove pluvio, che pure si era affacciato minacciosamente per tutta la settimana, ha manifestato la propria approvazione risparmiandoci e permettendoci di seguire senza ombrello le attività che si svolgevano all’aperto.
Crediamo che per illustrare come sono andate le cose valgano più di ogni ulteriore frase le immagini: la partecipazione della popolazione è stata costante ed entusiastica, fino alla merenda finale che ogni festa che si rispetti non può non prevedere, offerta dalla biblioteca con un apprezzato contributo di Casalini Libri.
Non sappiamo se questa giornata può essere servita, come avevamo scritto nel programma, a risvegliare dal loro torpore le istituzioni, ma sicuramente ha affermato e messo in piena luce il legame profondo che si è consolidato, nonostante gli enormi problemi che tutti dobbiamo affrontare, fra la biblioteca e la cittadinanza. Anche solo questo aspetto, e l’affetto che nell’occasione tutti hanno dimostrato, ci permette di affermare che, comunque vada, vale la pena fare questo lavoro.