Libro parlato: salviamo i Centri di distribuzione

di Lucia Taddei

Il Libro Parlato è un servizio che l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus fornisce gratuitamente da oltre vent’anni a non vedenti e a tutte le persone con difficoltà di lettura assicurando loro il diritto alla cultura e all’informazione, grazie ad un patrimonio di circa 30.000 libri registrati su CD, in mp3, audiocassette e formato elettronico.

In Italia sono attualmente presenti 8 Centri di distribuzione che si occupano di produrre il materiale, fornire consulenze e spedire gratuitamente a casa degli utenti i documenti richiesti. Gli iscritti in totale al servizio sono diverse migliaia.

Uno dei Centri si trova a Firenze, in via Nicolodi 2. Consta di poco meno di tremila iscritti distribuiti tra varie regioni ed ha un fondo di quasi quattordicimila opere di vario genere, delle quali oltre tremila registrate da lettori volontari. Inoltre sono disponibili riviste e testi scolastici. Gli utenti hanno anche la possibilità di richiedere registrazioni di opere non presenti a catalogo. Un servizio inutile che va cancellato? Parrebbe proprio di sì, visto che i finanziamenti pubblici destinati ai Centri sono stati ridotti del 50%.

Questo comporterà, come spiegato dal Presidente Nazionale il Prof. Tommaso Daniele in una circolare, la chiusura graduale di tutti i Centri di distribuzione presenti sul territorio, lasciando agli utenti la sola possibilità di scaricare direttamente le opere dal sito web sul proprio computer.

Quali saranno le conseguenze?

I dipendenti, addetti sia alla distribuzione che alla promozione, perderanno il posto di lavoro? Saranno trasferiti ad altri servizi o strutture? Chiediamo rassicurazioni.

E per gli utenti? Il servizio garantisce gratuitamente a non vedenti e ipovedenti la spedizione anch’essa gratuita a casa delle opere richieste. Inoltre i Centri assicurano consulenza e sono aperti per momenti di incontro ed iniziative sul territorio. Consentire come unica possibilità di accesso alla cultura e all’informazione il download dal proprio PC vuol dire escludere chi non possiede un computer, chi non è in condizione di usarlo e chi non potrà recarsi presso le sezioni UICI che svolgeranno il servizio.

L’appoggiarsi alla propria biblioteca comunale, un servizio attualmente garantito, comporta spostamenti che in alcuni casi possono essere difficoltosi. Attualmente è una libera scelta degli iscritti. Domani potrebbe non essere più nemmeno garantito e diventare un “favore” che il bibliotecario eroga se ne ha la possibilità: non ci risultano accordi al riguardo per scaricare su PC delle biblioteche i documenti necessari agli utenti.

Il presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ha affermato, sempre nella circolare n. 258, che, dopo la chiusura dei Centri, “ gli eventuali risparmi saranno investiti per un miglioramento della qualità e della quantità delle opere registrate”. E’ stata chiesta l’opinione degli utenti? Gli iscritti preferiscono opere migliori ma senza aver la possibilità di riceverle a casa o opere meno “spettacolari” ma ricevute a domicilio?

L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ha fatto tutto il possibile per evitare la chiusura dei Centri e il licenziamento dei lavoratori? Era possibile tagliare su altre spese per “salvare” i centri di distribuzione?

Il Manifesto Unesco sulle biblioteche pubbliche sancisce che:

“Servizi e materiali specifici devono essere forniti a quegli utenti che, per qualsiasi ragione, non abbiano la possibilità di utilizzare servizi e materiali ordinari, per esempio le minoranze linguistiche, le persone disabili, ricoverate in ospedale, detenute nelle carceri.”

Contro la chiusura dei Centri di Distribuzione del Libro Parlato lancio un appello:

– all’AIB, affinché intervenga in maniera concreta

– a tutti i bibliotecari, utenti, cittadini, associazioni affinché protestino inviando mail al Presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (presiden@uiciechi.it ) e al Presidente della Repubblica.

Perché un diritto negato ad uno è un diritto negato a tutti.
Nota dell’Autore: Avrei voluto che questo articolo, che tenta di informare sulla sparizione dei Centri di Distribuzione del Libro parlato in Italia, fosse stato scritto da rappresentanti dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. Ho provato a contattarli ma non ho ricevuto alcuna risposta. Spero di aver sbagliato gli indirizzi e che questo silenzio non significhi che i Centri, per i responsabili, non sono poi così importanti.