Il rapporto di valutazione e di analisi statistica dei dati relativi al sistema delle biblioteche pubbliche di ente locale che la Regione Toscana realizza ogni anno, fa riferimento ai dati estratti dal Sistema Informativo Regionale sui luoghi della Cultura (banca dati anagrafica di archivi, biblioteche, musei, luoghi dello spettacolo)1 e ai dati di monitoraggio raccolti dal 1998 con cadenza annuale, tramite un’indagine amministrativa-statistica sulle biblioteche pubbliche degli enti locali toscani. Il report 2011-2013, si presenta con una diversa articolazione dei contenuti rispetto ai precedenti: dopo una breve presentazione del sistema bibliotecario in Toscana e delle biblioteche pubbliche di ente locale, segue una valutazione dell’impatto dei servizi della biblioteca come “bene comune” (con analisi delle presenze, dei nuovi iscritti, degli iscritti attivi e dell’indice di affollamento), per poi esaminare le raccolte (indici di dotazione, incremento e spesa per acquisti) e la loro fruizione (indici di circolazione, prestito e impatto); si passa poi nel paragrafo 5 all’analisi del rapporto delle biblioteche col territorio, con particolare riferimento alle Reti documentarie e al prestito interbibliotecario, per presentare infine il valore economico delle biblioteche e delle Reti nel loro complesso e la dotazione di personale delle biblioteche; in appendice, infine, si trovano la nota metodologica e gli indicatori per aggregato territoriale (per rete, per comuni capoluogo e non, e per comuni in base a classi di ampiezza demografica) 2.
Le biblioteche toscane sono complessivamente 1.100; le biblioteche di ente locale aperte al pubblico sono 340, includendovi le sedi principali, secondarie o sezioni autonome (ad esempio le sezioni ragazzi) e sono distribuite in 267 comuni (dati al 2013; gli accorpamenti dei Comuni iniziano dal 1 gennaio 2014); mentre 259 sono le sole sedi principali delle biblioteche di ente locale attualmente registrate nel sistema di monitoraggio dislocate in 246 comuni. Nel 2013 ne risultano aperte 239 di cui 222 rispondenti al monitoraggio (distribuite su 211 comuni della Toscana).
In Toscana le biblioteche sono organizzate in 12 Reti documentarie – corrispondenti al territorio provinciale ad eccezione di Firenze che ne conta tre – costituite ai sensi dell’articolo 28 della L.R. n. 21/2010 “Testo Unico delle disposizioni in materia di beni, istituti e attività culturali”. La gestione ed organizzazione di queste Reti presenta un certo grado di complessità dovuto al fatto di comprendere sia biblioteche che archivi, e, per quanto riguarda le biblioteche, di includere biblioteche sia di varie tipologie che biblioteche di istituti culturali giuridicamente autonomi, e non solo biblioteche di ente locale (si aggiunga poi che in Toscana spesso le biblioteche di ente locale hanno una doppia anima, di biblioteca di pubblica lettura e di biblioteca di conservazione). Complessivamente le 12 reti documentarie toscane includono oltre 600 biblioteche sulle 1.100 totali3.
Ulteriore fattore di complessità è il fatto che la rete non è un soggetto giuridicamente riconosciuto, ma è regolato da convenzioni che individuano il coordinamento da parte di uno o più istituti documentari, che nella maggior parte dei casi è una biblioteca comunale, per lo più quella del capoluogo di provincia. Dal 1999 ad oggi sono stati molti gli sviluppi: dopo i primi anni in cui le 12 reti documentarie hanno rafforzato la cooperazione, sia portando a compimento l’automazione del catalogo di rete – reso disponibile on-line – che attivando il servizio di prestito interbibliotecario (progetto regionale “Libri In Rete”). Successivamente la collaborazione si è estesa, passando dalla condivisione del catalogo alla catalogazione coordinata e/o centralizzata e agli acquisti cooperativi di rete e infine alle attività di promozione della biblioteca e della lettura, e dall’ultimo triennio, anche alle attività di valorizzazione degli archivi.
Dall’analisi delle serie storiche dei dati fino ad oggi raccolti, si rileva che il sistema documentario toscano presenta un quadro di differenze territoriali: abbiamo infatti intere realtà territoriali provinciali con deficit di servizi bibliotecari ed altre – in particolare quelle in cui il lavoro di rete è da più anni consolidato e in cui sono stati fatti grossi investimenti in nuove biblioteche – decisamente più solide, con una tendenza alla radicalizzazione del divario esistente tra le realtà d’eccellenza e la situazione media regionale.
Se da una parte nell’ultimo decennio è cresciuta molto la fruizione della biblioteca per il servizio di prestito (da meno di un milione nel 2002 a 2,5 milioni di prestiti nel 2013), parallelamente negli ultimi anni cresce anche l’attrattiva della biblioteca (da 2,5 milioni di presenze nel 2008 – primo anno di rilevazione delle presenze – a 4,4 milioni nel 2013); infatti molto è stato fatto in questo periodo per modernizzare e rendere più funzionale il sistema delle biblioteche pubbliche in Toscana, riducendo le barriere che impediscono la partecipazione attiva dei cittadini alla società della conoscenza e all’informazione e per diffondere l’abitudine all’uso della biblioteca e della lettura.
Si pensi che in Toscana dal 2000 si è investito da parte di Regione ed Enti locali oltre 42 milioni di euro in 70 strutture bibliotecarie (un terzo del totale delle biblioteche di ente locale), testimonianza di questo nuovo modello di biblioteca pubblica come “piazza del sapere” che diventa punto di accesso strategico ad una conoscenza resa sempre più accessibile anche dallo sviluppo delle tecnologie.
Molte biblioteche offrono servizi tecnologici ed innovativi come l’accesso ad Internet e a risorse digitali disponibili su varie piattaforme. In particolare, la Regione Toscana mette a disposizione degli iscritti delle biblioteche pubbliche toscane il portale MedialibraryOnLine (MLOL) con funzioni di vera e propria biblioteca digitale, consentendo di accedere via internet da qualunque luogo e gratuitamente a quotidiani, riviste (più di 2000 testate internazionali in 50 lingue diverse), e-book, musica, banche dati, film, immagini, audiolibri, corsi a distanza ecc., gestendo anche il servizio di prestito digitale. Ci sono poi quasi un terzo delle biblioteche (69 su 239) che hanno predisposto uno spazio apposito con pubblicazioni e documenti per informare i cittadini sugli stili di vita e sulle tematiche inerenti la salute e che organizzano laboratori e incontri su queste tematiche (progetto regionale “Parole di salute @lla tua biblioteca). Nella loro funzione più ampia di centri formativi lungo tutto l’arco della vita, le biblioteche offrono corsi su diverse tematiche, incontri frontali e attività di formazione a distanza.
Ma i luoghi della lettura non sono più solamente quelli tradizionali, come le biblioteche, le librerie, le istituzioni educative, ma anche tutti quei “luoghi che non fanno parte della filiera del libro”. In tale senso si pensi alle sperimentazioni delle biblioteche nell’ambito della diffusione del libro e della lettura negli ultimi venti anni, denominate “Biblioteche fuori di sé”. Per chi vive in una frazione, o in un piccolo comune o nel quartiere di un grande centro cittadino, i libri, infatti, possono arrivare anche tramite il servizio di biblioteca mobile, come per esempio il bibliobus (29 realtà bibliotecarie hanno attivato il servizio di prestito mobile e 59 quello di prestito a domicilio). Abbiamo poi 25 biblioteche in ospedale presenti in 40 presidi ospedalieri, con un servizio di prestito circolante, una biblioteca in sede o punto di prestito, con l’offerta da parte di alcune anche di altri servizi come quello di lettura ad alta voce.
Le biblioteche sono poi anche nei centri commerciali; al 31 dicembre 2013 sono 30 quelle attive nei centri commerciali Coop. La distribuzione capillare dei servizi delle biblioteche consente di ampliare il pubblico della biblioteca andandolo a cercare “al di fuori delle mura” della biblioteca stessa, raggiungendo quindi anche coloro che non sono mai stati in biblioteca e che magari difficilmente ne avrebbero varcato la soglia.
Questo è possibile anche grazie a politiche di ampliamento dell’orario delle biblioteche: nell’ultimo anno il monte ore complessivo è aumentato del 2% con il numero medio di ore di apertura settimanali che si mantiene intorno a 32 ore.
Tabella 1
Possiamo evidenziare come in Toscana dal 1998 al 2013 siano incrementate le biblioteche con orario di apertura oltre le 36 ore: le biblioteche fino a 18 ore sono diminuite da 60 a 52 (dal 28% al 24%), quelle con 18-36 ore medie sono diminuite da 99 a 96 (dal 46% al 43%), mentre nella fascia tra 36 e 50 ore le biblioteche sono cresciute da 31 a 36 (da 15% a 16%) e oltre le 50 ore di apertura settimanale sono passate da 23 a 37 (da 11% a 17%).
Rispetto all’ultima crisi recessiva, iniziata nel 2012, la situazione che emerge nella valutazione dei dati statistici del 2013 è di discreta “tenuta” generale, ma con alcuni segnali di criticità.
La spesa totale delle biblioteche, dopo una flessione nel 2012 (31.172 milioni di euro contro i quasi 33 milioni del 2011), risale dello 0,8% assestandosi a 31.491 milioni di euro.
Leggera crescita anche per la dotazione del personale totale, comprensivo del personale volontario, sia nelle unità fisiche (da 1.407 nel 2012 a 1.459 nel 2013) che in termini di FTE (da 797 nel 2012 a 811 nel 2013).
Come abbiamo visto anche gli orari di apertura media delle biblioteche sono abbastanza costanti, questo si evidenzia anche per l’indice medio di apertura con 23 ore (ricordiamo che nel calcolo di questo indice la componente delle ore di apertura mattutine pesano un terzo rispetto alle altre fasce orarie).
Tabella 5
Si registra un incremento per l’indicatore della spesa per acquisti (da 0,52 nel 2012 si passa a 0,69 nel 2013)4, ma una battuta d’arresto sia per l’incremento delle raccolte (acquisti su popolazione) che registra un valore di 45,1 nel 2013 contro il valore di 51,2 nel 2012 (che era in crescita dopo il calo da 58,9 nel 2009 a 52 nel 2011).
Una riflessione sul numero di acquisti in relazione alla capacità di spesa per acquisti delle biblioteche di ente locale e delle reti documentarie toscane: il fatto che nel 2013 si registri un incremento della spesa per acquisti e una diminuzione del valore dell’indice di incremento delle raccolte, rispetto all’anno precedente in cui si era evidenziato un incremento degli acquisti con una diminuzione di spesa, è verosimilmente dovuto a due fattori.
Dal 2013 viene rilevata la spesa per acquisti centralizzata, effettuata dagli istituti di coordinamento delle reti per conto delle varie biblioteche; il numero di acquisti centralizzati viene dunque conteggiato a livello di biblioteca mentre quello della spesa viene registrato a livello di rete. Inoltre, sempre nel 2013, si è verificato un ritardo nell’approvazione dei progetti locali da parte della Regione Toscana (atto approvato a settembre anziché a metà maggio, con conseguente liquidazione nel mese di novembre del 50% delle risorse impegnate); dunque potrebbe essersi verificato che la spesa sia stata impegnata nell’anno 2013, ma l’acquisto dei documenti sia avvenuto solo nel 2014, incrementando così il patrimonio del 2014 anziché quello del 2013.
Tabella 6
Nell’ultimo anno, a fronte di un aumento continuo dei prestiti ai propri utenti (passati da 2.352.194 del 2012 a 2.472.244 del 2013), si è registrata una diminuzione degli iscritti attivi al prestito (da 314.000 nel 2012 a 303.000 nel 2013). Di conseguenza mentre l’indice di prestito cresce da 0,66 a 0,69 prestiti pro-capite, l’indice di impatto (iscritti attivi al prestito su popolazione) passa da 8,8 a 8,5.
Tabella 8
Tabella 10
Esaminando nel particolare, tutte le componenti del prestito aumentano: sia il servizio di prestito locale del 4,4%, che il servizio di prestito interbibliotecario – fortemente sostenuto dalla Regione Toscana – cresciuto di un ulteriore 19% nel 2013, rappresentando il 9,1% del totale di prestiti contro l’8,1%% dei totali nel 2012.
Tabella 11
Parallelamente è cresciuta anche l’attrattiva della biblioteca nel senso della fruizione della biblioteca per servizi diversi dal prestito; in questo senso parliamo di presenze e nuovi utenti delle biblioteche.
I nuovi utenti da 89.000 nel 2008 passano a 99.000 nel 2012 e 98.000 nel 2013; le presenze da 2,5 milioni nel 2008 a 4,3 milioni nel 2012 e 4,4 milioni nel 2013 con un trend positivo dell’indice di affollamento medio (presenze su giorni di rilevazione delle presenze) che da 50,7 nel 2008 arriva a 85,2 nel 2012 e a 91,1 nel 2013.
Tabella 12
Ad integrazione delle indagini di tipo quantitativo che la Regione Toscana ormai effettua dal 1998, è utile avvalersi anche di indagini qualitative, come quelle svolte nelle biblioteche sulla soddisfazione dell’utente e più raramente sulla comunità di riferimento, in quanto la sola rilevazione e analisi dei dati statistici non è più sufficiente a valutare i servizi e le attività di un nuovo modello di biblioteca che è sempre più “piazza del sapere” e luogo di incontro e di scambio di bisogni e esigenze informative e formative nuove e complesse grazie anche all’avvento del digitale. Per questa ragione la Regione Toscana ha programmato un’indagine sulla frequentazione delle biblioteche pubbliche da effettuarsi nei primi mesi del 2015 ed ha anche realizzato un questionario regionale online sulla soddisfazione dell’utente ad uso delle biblioteche che possono così somministrarlo ai propri utenti, a partire dal 2015.
Nel 2016 si potrà così presentare congiuntamente i risultati della rilevazione annuale dei dati e i risultati delle varie indagini qualitative su utenza e popolazione.
1. Consultabile online: http://www301.regione.toscana.it/bancadati/sistemacultura/home.html
3. Delle 600 biblioteche aderenti alle 12 Reti poco più del 50% è rappresentato da biblioteche comunali; le biblioteche non aderenti a reti sono 26, appartenenti alle province di Arezzo e Pisa.
4. Per la spesa per acquisti è necessario evidenziare che dal 2013 viene rilevata la spesa per acquisti centralizzata, effettuata dagli istituti di coordinamento delle reti per conto delle singole biblioteche (e dunque conteggiati negli acquisti di queste biblioteche). Il dato per rete ci serve dunque per rendere coerente l’analisi fra gli acquisti e la spesa per acquisti. Questa può essere la ragione per cui nel 2013 si ha un incremento della spesa per acquisti, rispetto all’anno precedente: si spendono infatti 2.429.820 euro rispetto ai 1.727.766 euro nel 2012, con conseguente incremento dell’indice di spesa per acquisti.