In difesa della Biblioteca pubblica di Forte dei Marmi

di Sandra Di Majo

Ancora una protesta dei cittadini? Sono notizie che ci raggiungono, a livello nazionale, quotidianamente ricordandoci le difficoltà della scuola, della ricerca, dell’assistenza sanitaria, dei trasporti pubblici e via dicendo. Questa volta però i cittadini “scendono in campo” in difesa della loro Biblioteca.

E’ quanto riferito nella cronaca di Forte dei Marmi della “Nazione” del 19 gennaio scorso: gli aderenti al “Comitato per il salvataggio della biblioteca a Palazzo Quartieri” si sono ritrovati di fronte al Municipio di Forte dei Marmi perché trovi finalmente compimento il progetto della nuova sede della Biblioteca pubblica.

Per capire meglio lo stato delle cose bisogna risalire al 2007 quando il Consiglio comunale ha deciso di destinare alla biblioteca tutto il piano terra di Palazzo Quartieri, ex-sede del Municipio e in prossimità, nel centro della città, di un’altra Istituzione culturale, il Museo della Satira e della Caricatura.

Il progetto è da tempo pronto e tutto farebbe pensare prossimo il trasferimento e l’apertura della Biblioteca presso la nuova sede. Non è così. Una nuova idea si è nel frattempo fatta strada nella mente degli amministratori: perché non affittare parte del piano terra dell’edificio, quella destinata alla sala di consultazione, spostando quest’ultima al primo piano? Se non quella ideale e giunta a lavori ultimati, la soluzione potrebbe ancora essere accettata, ma lo spostamento non è indolore: la sala dovrebbe infatti ospitare anche le sedute del Consiglio comunale. Diventerebbe quindi una sala “polifunzionale” come detto dal Sindaco. E’ spontaneo chiedersi: e quando il Consiglio si riunisce che ne sarà dei fruitori di tutte le opportunità che una sala di lettura oggi deve offrire? Libri nei loro diversi supporti, personal computer, punti d’informazione con “materiali” relativi a temi di attualità, arredi confortevoli.

Però, è la tesi del Sindaco, affittare quei locali può essere una fonte di finanziamento da destinare a iniziative culturali che coinvolgerebbero anche la Biblioteca, contribuendo alla sua visibilità e valorizzazione.

Affittare i locali a chi? L’ipotesi più probabile ad una boutique. E’ proprio di questo che Forte dei Marmi ha bisogno? Non sembra così ai cittadini residenti ed è una risposta facile anche per gli occasionali visitatori che non conoscono la storia della cittadina versiliese.

La prospettiva di un impiego economicamente più vantaggioso, apre (riapre) la strada ad un’altra possibilità, già prospettata nel 2007 e subito abbandonata: perché non portare la Biblioteca a Villa Bertelli, un edificio da alcuni anni restaurato e con un ampio parco, a circa un chilometro da Forte dei Marmi dove provvisoriamente è collocata la biblioteca in attesa della nuova sede?

Certo solo l’annuale gestione della villa ha un costo non indifferente che sembra saggio ripartire tra più voci di spesa, ma è un motivo sufficiente? Non sarebbe più corretto, sostengono in molti, lasciare che Villa Bertelli svolga al meglio la funzione che ne ha promosso il restauro, cioè essere luogo espositivo e per appuntamenti culturali di varia natura che incontrano molto favore del pubblico?

Più che il decentramento, c’è un altro e forse maggiore ostacolo: gli spazi disponibili attualmente per la Biblioteca nella Bertelli, sono poco più della metà (213mq.) rispetto a quelli individuati dal progettista in P. Quartieri (circa 400 mq.), né si può condividere l’osservazione che le biblioteche richiederanno sempre minori spazi vista la diffusione dei nuovi supporti e formati; libri e riviste continueranno ad esistere ancora per molto con soddisfazione di “nativi digitali “ e non; inoltre la biblioteca pubblica, nell’attuale concezione (che caratterizza infatti le più belle, amate ed usate biblioteche pubbliche create negli ultimi anni in Italia ed all’estero) è anche un punto di aggregazione, socializzazione, formazione permanente della comunità.

Una maggiore disponibilità di spazio consentirebbe inoltre di aggregare alla Biblioteca l’Archivio storico attualmente dislocato in un appartamento; dunque una riduzione significherebbe anche a questo riguardo partire con il piede sbagliato.

La discussione è a tutt’oggi aperta. La proposta dell’Amministrazione Comunale è rimettere la decisione a 50 persone (10 utenti della Biblioteca tra diverse fasce di età e 40 cittadini di Forte dei Marmi estratti a sorte dalle liste dei residenti dell’anagrafe) che, prima di arrivare alla conclusione dovranno avere un incontro pubblico con tutti i cittadini interessati a partecipare. Un meccanismo, apparentemente democratico, ma che lascia aperti molti dubbi e che in ogni caso, rimane momentaneamente sospeso in attesa di una delibera “ad hoc” da parte del Comune.

E’ certo motivo di rammarico che dopo sei anni circa dalla prima decisione, a lavori già ultimati in P. Quartieri, tutto rischia di essere rimesso in discussione.

Al tempo stesso è certo motivo di soddisfazione che almeno un folto gruppo di cittadini (850 le firme raccolte dal Comitato, su una popolazione stabile di 7619 residenti) si sia mosso in difesa della Biblioteca e della cultura. Tra i vari striscioni e cartelli che sinteticamente spiegano le ragioni della manifestazione richiamata in apertura, uno è al riguardo da ricordare e tenere a mente da tutti:

«Se la cultura costa, quanto ci costa l’ignoranza? ».

Un ringraziamento a tutti partecipanti all’incontro pubblico del 25 gennaio scorso; ad Andrea Mazzoni, presidente dell’Associazione “Larena” che mi ha invitato all’incontro ed a Vivaldo Tonini per aver continuato ad aggiornarmi sulla questione.