Editoriale

di Anna Maria Tammaro

Il Centro Studi della Confindustria ha pubblicato nel dicembre 2013 un interessante rapporto intitolato “Cultura motore dello sviluppo”* nella collana Scenari economici in cui si afferma con chiarezza che “non c’è sviluppo senza cultura”! Gli autori sono Mauro Sylos Labini, Alessandro Gambini e Luca Paolazzi e partono dal modello di Cultura a centri concentrici elaborato dall’economista australiano Trosby David “Concentric Circles Models of Cultural Industries” in Cultural Trends, 17 (2008) p 147-164.

Vi state forse chiedendo in quale circolo siano le biblioteche? nell’elenco delle industrie culturali sono al centro dei cerchi concentrici nel Nucleo artistico culturale. La mia impressione è però che i beni culturali siano confinati ad un ruolo di tutela del patrimonio, mentre ne viene disconosciuto il ruolo sociale di agente attivo nella comunità. In altre parole, acquistano rilevanza beni culturali e “prodotti” che comprendono il paesaggio (come discusso nel recente incontro ICOM a Siena), ed anche il design, l’arte culinaria, il saper fare dei distretti industriali del “rinascimento manifatturiero” (pag. 175). Soprattutto in questo approccio concentrato sul patrimonio che guida la valorizzazione dei beni culturali, gli utenti sono visti come meri consumatori.

Con Bibliopride, le biblioteche vogliono puntare ad un nuovo ruolo che chiamiamo ora “sociale”: per realizzarlo partiamo dagli utenti e non dai “prodotti”. Gli utenti sono in questo approccio da considerare partner attivi e non solo consumatori passivi.

*http://goo.gl/iVZmsW

Quale potrà essere l’impatto della convergenza di archivi, biblioteche e musei per la percezione dei beni culturali?

Il 7 luglio scorso ho partecipato alla Conferenza promossa da ICOM Italia, con il sostegno di Regione Toscana e Banca MPS, in collaborazione con Comune di Siena e Fondazione Musei Senesi dal titolo “Musei e paesaggi culturali”. Lo scopo della giornata era di illustrare il tema del prossimo Convegno ICOM che si terrà a Milano nel luglio 2016, intitolato “Museums and Cultural Landscapes”. La giornata di presentazione è stata introdotta da Garlandini e Jalla insieme al Presidente ICOM Hans Martin Hinz. Il programma della giornata, con la discussione sulla Carta dei Musei e Paesaggi, era un primo evento del Convegno internazionale.

Dopo la mattina, in cui varie presentazioni hanno illustrato diverse definizioni e concetti di paesaggio, sono state organizzate quattro sessioni parallele dove si intendeva mettere in evidenza i nodi e le criticità, le prospettive, le proposte e gli eventuali progetti di collaborazione, riguardo i temi seguenti:

La giornata mi ha interessato ma anche deluso.

E’ stato interessante conoscere meglio il mondo dei musei, capire le diverse definizioni di paesaggio ed il concetto di museo nel suo adeguarsi alla modernità. Anche i musei stanno puntando ad un nuovo ruolo che, usando un termine simile a quello che usiamo per le biblioteche, chiamano “museo sociale”! Mi ha deluso capire tuttavia che la cooperazione è molto difficile per i musei, a cominciare da quella tra musei. e non viene perseguita l’inclusione dell’utente nell’organizzazione, come nelle biblioteche. In sintesi, il progetto di tutela del paesaggio che è stato presentato è abbastanza confuso negli scopi ed obiettivi che si pone: non capisco se si intende dare un supporto agli amministratori e Sovrintendenti per conservare il territorio oppure se la finalità è di supporto agli studiosi fornendo risorse e servizi, o tutte e due.

La logica di partnerariato nella Carta dei Musei e Paesaggi che è stata discussa nelle sessioni parallele è molto debole, anche per quel che riguarda il rapporto con le istituzioni, ad esempio le Sovrintendenze. Nella sessione Sostenibilità il gruppo era per metà formato da rappresentanti di Associazioni diverse dai musei ed oltre ad AIB erano presenti due architetti: uno rappresentante di IFLA (quello dei paesaggi: Landscape e non Library) ed una dell’Istituto nazionale Urbanistica. Il resto dei partecipanti erano provenienti in gran parte dagli eco-musei, esperienze di museo dell’ambiente avviate dalle Regioni. Sono intervenuta per affermare che il Manifesto (chiamato Carta) è museo-centrico, c’è MAB e bisogna usarlo, e che occorre cominciare da progetti collaborativi. Il concetto chiave emerso con chiarezza nella discussione è stato quello della necessità di cooperazione tra musei ed altri istituti culturali. Il tema che mi è sembrato più importante in questa sessione è stato la necessità di formazione del personale. In relazione al paesaggio come oggetto di iniziative culturali la discussione da continuare è sugli approcci da cui ripartire:

A Torino, nel contesto della Conferenza Satellite IFLA*, si è continuato a discutere della convergenza di Musei, Archivi e Biblioteche. Ilaria della Monica, coordinatrice di MAB Toscana, ha ben evidenziato una serie di fatti e di sfide che il tema della convergenza fra queste diverse professioni suscita (vedi pag. 13). Ha evidenziato la mancanza di una teoria comune del patrimonio culturale, che si rivela di fronte a interrogativi sulla natura dell’oggetto culturale, e sulla possibilità di assimilarlo a concetti quali informazione, fonte, documento, ma anche dubbi rispetto al senso della missione degli addetti al patrimonio. In sintesi, le istituzioni culturali hanno una funzione di conservazione, di creazione di accesso, o invece di facilitazione della conoscenza? una sfida comune, da affrontare in cooperazione. Alla conclusione della Conferenza Satellite di IFLA, il messaggio finale è stato: “insieme facciamo diversamente (cioè innoviamo) ma anche possiamo fare di più!”

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