di Sandra Di Majo
Sebbene partiti con un po’ di ritardo rispetto ai nostri colleghi anglosassoni, l’attenzione all’Advocacy sta rapidamente maturando anche in Italia. Non che siano nel tempo mancati al riguardo, da parte di bibliotecari, interventi che entrano a pieno diritto nel campo dell’Advocacy, ma solo da alcuni anni si è affermata la volontà di incanalarli in una riflessione ed in attività organizzate e più estesamente condivise. Questa nuova modalità di approccio è chiaramente espressa nelle Linee programmatiche AIB 2011-2014*, dove si richiama la necessità di passare da singole «iniziative di denuncia e di difesa dei bibliotecari e delle biblioteche» ad un’azione più “corale” e mirata utilizzando ogni occasione opportuna per «spiegare alla comunità nazionale perché biblioteche ben funzionanti sono essenziali nella società dell’informazione, quale beneficio possono arrecare ai singoli e al Paese, alle generazioni presenti ed a quelle future».
Efficaci esempi del nuovo corso si riscontrano nelle campagne AIB a difesa dell’accesso aperto ed equo all’informazione; attestazioni del valore della biblioteca per la comunità fondate su analisi e dati concreti quali, per ricorrere ad un esempio giustamente ricorrente, l’esperienza realizzata dalla S. Giorgio sul bilancio sociale della biblioteca; manifestazioni quali Bibliopride, la giornata nazionale dell’ “orgoglio bibliotecario” giunta quest’anno al suo terzo appuntamento a cui tutte le Sezioni sono chiamate a contribuire, localmente con proprie iniziative e, per chi ne ha la possibilità, recandosi il 4 ottobre a Lecce, la città quest’anno ospitante, per partecipare in prima persona al ricco programma predisposto dai colleghi della Sezione Puglia.
Né vanno sottovalutati i risultati raggiunti sul fronte del riconoscimento della professione (Legge 4/2013), l’inserimento dell’Associazione tra quelle in grado di attestare la qualità professionale dei propri Associati, l’istituzione con la Legge Madia di elenchi di professionisti in grado di operare nel settore dei beni culturali. Si tratta certo di primi passi che aprono un percorso impegnativo per l’Associazione tenuta «a garantire l’alta qualificazione professionale ed il continuo aggiornamento dei propri soci» con tutte le implicazioni che ne derivano nella progettazione ed organizzazione di iniziative formative a cura del CEN e dei CER regionali.
Come Sezione abbiamo al momento previsto un corso sul ruolo dei social network in biblioteca ed una serie di seminari dedicati alla presentazione di libri che affrontano temi coerenti con l’Advocacy o riguardanti metodologie e tecniche relative alla biblioteca digitale. Altri suggerimenti e proposte ci auguriamo vengano dagli stessi soci che, in base ai provvedimenti legislativi brevemente richiamati, dovranno sentirsi impegnati a perfezionare la loro formazione e mantenersi costantemente aggiornati.
Altri punti delle Linee programmatiche 2014-17 toccano aspetti essenziali dell’attività di advocacy nel triennio. Importante è l’aver sottolineato che «l’advocacy non consiste esclusivamente di azioni di promozione, ma deve essere piuttosto una “sensibilità” presente nell’azione quotidiana di tutte le persone che hanno responsabilità Associative e di tutti i soci». Questo concetto, applicato alle questioni legate alla tutela del lavoro e della dignità professionale, dovrebbe impegnare il CEN ed i CER a sensibilizzare i politici, le amministrazioni locali, chiunque ricopra ruoli di responsabilità a destinare alle biblioteche personale dotato della professionalità specifica, modificando gradualmente una realtà purtroppo ancora piuttosto diffusa; a consentirne e facilitarne la partecipazione a corsi di formazione ed aggiornamento eventualmente anche organizzandoli in sede ricorrendo all’AIB o in collaborazione con questa; ad evitare le gare al massimo ribasso.
A loro volta i soci dovrebbero aiutare l’Associazione segnalando le situazioni veramente critiche. Non perché l’Associazione a livello centrale o locale possa intervenire di volta in volta e caso per caso (come peraltro nel passato in molti casi è avvenuto); ma perché facendole emergere si darà un buon contributo a quell’ «ampliamento della conoscenza della realtà di oggi» cui fanno riferimento le linee programmatiche e si faciliterà il lavoro delle Commissioni, Gruppi di studio, Osservatori in cui si articola l’attività dell’AIB. A loro volta questi organismi dovrebbero più e meglio che in passato comunicare tra loro e con le Sezioni.
L’attività di advocacy è per definizione un’attività trasversale che «impregna di sé tutta l’attività dell’Associazione» e dunque è bene superare possibili “compartimenti stagni” favorendo lo scambio e una collaborazione più aperta e diffusa tra i vari livelli istituzionali e con i soci, analogamente a quanto ci si propone di fare nei rapporti con l’esterno. Le Linee programmatiche riconoscono infatti alla collaborazione un ruolo rilevante per la promozione e conoscenza delle biblioteche e la possibilità per la professione di far sentire la propria voce. Prospettano quindi l’attivazione di «partnership che consentano di accrescere la conoscenza del contesto di riferimento e di agire concretamente nella filiera del libro e nel mondo dell’informazione».
Oltre alle alleanze già costituite e certamente da rafforzare (MAB, NPL, ed altri) si fa riferimento ad Associazioni che si muovono in ambiti genericamente riferibili al sociale con cui, in un momento in cui è in corso nelle biblioteche una ridefinizione del proprio ruolo, esistono molti punti di contatto e possibilità di esperienze condivise. E’ un aspetto che vorremmo approfondire anche localmente con il concorso delle biblioteche e dei soci della nostra Sezione. Il 24 luglio scorso ho partecipato a Scandicci ad un incontro promosso dalla rivista “Animazione popolare” cui erano presenti molti responsabili di biblioteche, dipendenti di cooperative, amministratori e funzionari e che aveva come tema portante la collaborazione e la costruzione di alleanze tra soggetti che condividono obiettivi comuni e fa seguito al seminario di studi “La biblioteca va in città” (Montechiarugiolo, 11 aprile 2014). Un secondo incontro, da confermare, è previsto per il 29 Settembre p.v. presso la Biblioteca delle Oblate.