Il Trend 2 dell’IFLA ha affrontato la questione dell’learning per la democratizzazione della conoscenza, ovvero come l’istruzione in linea sconvolgerà a livello mondiale le modalità con cui si apprende, come tali tendenze potranno impattare sulle biblioteche e come queste potranno affrontare la sfida. La discussione si è basata sulle seguenti domande:
– Perché? Come il trend influisce sul ruolo ed i servizi delle biblioteche?
– Cosa? Quali priorità le biblioteche devono scegliere per il proprio futuro?
– Come? Cosa deve essere cambiato?
Sono emersi diversi contesti e diverse percezioni delle biblioteche, a partire dalla constatazione, in alcuni casi, che la biblioteca non sia più utilizzata soprattutto dai docenti e la figura e il ruolo del bibliotecario siano considerati fortemente marginali. Si sente la necessità di affrontare tale cambiamento a partire dalla creazione di corsi, ritagliati sui bisogni degli utenti, utilizzando gli strumenti da questi più utilizzati, come i social media. L’e-learning si pone come supporto per la sfida di creare conoscenza, nella stessa direzione quindi della missione delle stesse biblioteche, è necessario pertanto che quest’ultime inizino a cambiare in modo tale da adeguarsi o meglio guidare il cambiamento.
La biblioteca deve scegliere come missione prioritaria quella di diffondere la conoscenza delle risorse e dare sempre più spazio all’apprendimento, ponendosi in un atteggiamento favorevole a creare reti di collaborazione con gli utenti e con altre realtà del territorio, per interagire attivamente nella diffusione della conoscenza e per una formazione permanente della collettività. Le biblioteche hanno la credibilità per produrre materiali di ricerca e guide (ad esempio: terminologia, buone pratiche ecc.), così come di mettere insieme risorse. I bibliotecari dovranno proporre nuovi corsi creati sui bisogni degli utenti, in collaborazione anche con centri di ricerca, al fine di progettare percorsi a livelli diversi come ad esempio: tutorial per competenze di base, corsi per professionisti, corsi collaborativi, creativi ect. In relazione al proprio ruolo di veicolatori di conoscenze le biblioteche toscane possono essere ad esempio il tramite di corsi e-learning, anche senza produrli direttamente ( come ad esempio i corsi TRIO della Regione Toscana), un punto di accesso a corsi gratuiti già realizzati da altri, da altre biblioteche assumendo il ruolo di assemblatore.
Le biblioteche devono predisporre delle strategie, a partire dal nuovo contesto della società e non a partire dalle tecniche e dalle funzioni. Nuove partnership con gli utenti sono necessarie, a partire dal self-publishing, il crowdsourcing e la creazione di contenuti digitali. Le biblioteche devono avere una precisa responsabilità nei confronti dei cittadini, a partire da quando sono bambini e poi per tutto l’arco della vita, nell’ambito dell’information literacy o “alfabetizzazione informativa”. Alcune attività e servizi possono essere abbandonati o fatti diversamente. Nelle biblioteche alcuni servizi stanno divenendo sempre più anacronistici, così come gli spazi vengono usati diversamente e la catalogazione tradizionale è in fase di sostituzione con gli Open Data e gli RDA. Per realizzare queste strategie, è necessario che il bibliotecario sia formato per diventare a sua volta formatore, in grado di progettare corsi e proporre un’offerta formativa ritagliata sui bisogni degli utenti così come si rende necessario che le biblioteche operino in sinergia con i centri di ricerca oppure con alcuni docenti in modo che in ogni contesto i bibliotecari non si sentano esclusi, isolati o non in grado di proporre la biblioteca come un centro di formazione permanente. Una diffusa percezione dei bibliotecari è quella di non possedere adeguate competenze, per questo è necessario formare i bibliotecari affinché essi stessi diventino i futuri formatori degli utenti, in modo da essere in grado di insegnare, per farsi garanti di corsi affidabili e attendibili.