di Simona Turbanti
Nel pomeriggio di lunedì 7 aprile scorso, presso la Biblioteca delle Oblate, si è svolto l’incontro dal titolo “Giovani e professioni: servizi per lavorare in biblioteca” promosso dalla Sezione Toscana dell’Associazione italiana biblioteche. Le tematiche principali su cui si invitavano i “giovani bibliotecari e aspiranti bibliotecari (sotto i 35 anni)” a discutere erano l’orientamento al lavoro, la formazione e l’apprendistato; l’ingresso alla professione, profili e qualifiche professionali; le problematiche di riconoscimento e equo salario. Oltre a alcuni membri del Comitato esecutivo regionale toscano e a vari bibliotecari, hanno partecipato all’incontro Rachele Arena, coordinatore nazionale dell’Osservatorio lavoro e professione della nostra Associazione (OLAVeP), e Ilario Ruocco, membro dell’Osservatorio; naturalmente, però, i veri protagonisti dell’iniziativa erano i giovani, presenti numerosi.
Ad aprire l’incontro, un breve saluto di Sandra Di Majo, Presidente del CER della Sezione Toscana, per ricordare l’importanza dell’argomento non solo all’interno dell’AIB, ma anche in seno a tutta la comunità bibliotecaria italiana. Ha preso, quindi, la parola Anna Maria Tammaro, Vicepresidente della Sezione Toscana, che ha invitato i giovani in sala a esporre il percorso professionale e lavorativo compiuto, indicandone criticità e ostacoli e, soprattutto, suggerendo ambiti in cui l’Associazione italiana biblioteche potrebbe muoversi per rendere meno impervio il cammino di quanti desiderano intraprendere il nostro “mestiere”. Proviamo a suddividere in tre filoni, strettamente connessi tra loro, i molti spunti emersi dalle testimonianze e dalle riflessioni dei presenti: 1) formazione e orientamento al lavoro; 2) ingresso nel mondo lavorativo; 3) riconoscimento professionale ed economico.
In merito all’aspetto formativo e orientativo, è stata innanzitutto sottolineata l’importanza che gli insegnamenti elargiti in sede universitaria, a qualunque livello e grado, siano al passo con i cambiamenti in atto nella professione bibliotecaria e, di conseguenza, adeguati alle esigenze occupazionali. Da parte di molti presenti è stato, inoltre, espresso il desiderio di poter usufruire, una volta usciti dalle università, di un servizio di orientamento alla professione, in grado di far conoscere, a quanti si affacciano per la prima volta sul panorama lavorativo, le opportunità esistenti di stabilirvi un primo “contatto” mediante esperienze di apprendistato. Tale mediazione potrebbe essere importante, appunto, sia al fine di assicurare la possibilità di un periodo di tirocini ai giovani che lo desiderino – opzione divenuta meno agevole in Toscana dopo l’entrata in vigore della Legge Regionale n. 3 del 2012 – sia per fare in modo che il tirocinio rappresenti sempre un’esperienza formativa, certificata da regolari attestati, e non diventi talvolta sinonimo di privilegio di qualcuno nei confronti di molti, né, peggio ancora, un mezzo per sopperire alla carenza di personale nelle strutture. Per quanto concerne il secondo punto, relativo all’ingresso nella professione, gli interventi dei presenti si sono focalizzati sulle novità apportate dall’entrata in vigore della Legge 4/2013 sulla certificazione delle professioni, specie in relazione ai vantaggi che dovrebbero derivare dall’introduzione della normativa per quanti sono in cerca di occupazione in ambito bibliotecario. A questo proposito, ci sembra importante aggiungere come una delle ultime azioni del Comitato esecutivo nazionale uscente dell’AIB, nel mese di aprile, sia stata proprio l’approvazione di un documento contenente gli “standard qualitativi e di qualificazione professionale che gli associati AIB devono osservare nell’esercizio dell’attività professionale”, in attuazione di quanto previsto dall’art. 7 della Legge.
Tornando all’incontro, due bisogni sono stati sottolineati dai giovani in sala: il primo, già emerso in apertura, riguarda le università e consiste nell’assunzione di un ruolo attivo da parte degli atenei nel momento di passaggio tra formazione e mondo del lavoro; la reperibilità di informazioni aggiornate tempestivamente sui, pur rari, concorsi pubblici banditi in Italia rappresenta un ulteriore elemento avvertito come rilevante. Dinanzi alla richiesta di informazioni, da parte di alcuni giovani, circa l’esistenza di corsi di formazione ricorrenti sulle varie tematiche – utili sia come approfondimento per quanti siano già formati in ambito biblioteconomico, sia come parte integrante della preparazione di coloro che, provenienti da studi di tipo umanistico e approdati in biblioteca per mezzo del servizio civile o tirocinio, vogliano intraprendere questo cammino – i membri del CER toscano presenti hanno ricordato la costante attività dell’Associazione italiana biblioteche nel settore formativo, a livello regionale e nazionale. A questo proposito, ai rappresentanti della Sezione Toscana è stato espresso l’auspicio che l’AIB si faccia promotrice, in futuro, di corsi mirati alla stesura di progetti “spendibili”, attività centrale per un bibliotecario o per chi si accinga a divenirlo a partire dal tirocinio stesso. A tutta la nostra Associazione è stato chiesto, inoltre, un refresh dei modi e degli strumenti comunicativi con i soci (e, aggiungiamo, i non-soci), in linea con le potenzialità offerte dal web 2.0.
L’ultimo momento dell’iniziativa ruotava attorno alle problematiche di riconoscimento professionale ed economico del lavoro del bibliotecario. E’ noto, purtroppo, come soprattutto durante gli esordi lavorativi, che per molti avvengono all’interno di ditte operanti nel settore, non siano garantite condizioni contrattuali adeguate, come testimoniato anche dalle esperienze di alcuni giovani presenti. Su questo, che consideriamo il punto maggiormente cruciale del rapporto tra giovani e professione e che coinvolge tutti gli “attori” della sfera lavorativa, è stato recentemente compiuto un passo importante dalla nostra Associazione; come si legge nel comunicato della Newsletter della presidenza AIB del mese di aprile: “il CEN uscente nell’ultima seduta effettuata il 12 aprile, ha approvato un Decalogo sulla esternalizzazione dei servizi bibliotecari che individua dieci elementi irrinunciabili da osservare per garantire la qualità delle esternalizzazioni dei servizi, una competizione aperta a tutti gli operatori economici che operano nel settore e il rispetto dei lavoratori coinvolti dal punto di vista professionale, normativo e salariale. Il testo, a breve disponibile su Aib-Web, dovrà essere proposto per l’adesione a tutte le amministrazioni aggiudicatrici, alle loro organizzazioni di rappresentanza e agli operatori economici”.
In conclusione, ci auguriamo che l’incontro fiorentino sia l’inizio di un concreto percorso di scambi tra i vari soggetti coinvolti e, perché no, di passi verso ulteriori piccole e grandi conquiste, in grado di rendere il percorso di chiunque decida di intraprendere questa professione un po’ meno impervio. Come è stato detto e scritto più volte, l’AIB non è né un’agenzia di collocamento né un sindacato, ma può comunque svolgere un ruolo attivo importante, stimolando gli “attori” in scena – università, enti formatori, biblioteche e ditte operanti nel settore – a interpretare le proprie parti nel rispetto delle competenze e delle esigenze di tutti i singoli professionisti e delle istituzioni.