La biblioteca pubblica come sistema socio-tecnologico tra nuove emergenze e welfare digitale
Per un approccio filosofico alla biblioteconomia e alla documentalistica
Abstract
Questo articolo suggerisce un percorso pilota, trasversale e intertipologico, applicabile alle biblioteche universitarie, pubbliche, statali. Esso potrà concretarsi nella pratica amministrativa se i bibliotecari sapranno attivare processi di rinegoziazione con amministratori, policy makers, utenti. Politici e amministratori sono consapevoli, ormai, dell'importanza delle biblioteche. Tuttavia bisognerà agire anche con i cittadini, in una logica negoziale, assumendo precise responsabilità politico-decisionali, oltreché deontologiche, sulla base dell'ascolto e delle relazioni costruite. Le biblioteche pubbliche in particolare, riconfigurandosi come sistemi socio-tecnologici, potranno diventare luoghi proattivi capaci di proporre una nuova visione della realtà e della cultura, nel periodo complesso del post-umanesimo e delle emergenze planetarie (la pandemia, le guerre, le crisi ambientali) e delle emergenze socio-culturali (l’analfebismo funzionale e l’aumento delle povertà educative). Le biblioteche diventeranno spazi fisici e digitali di co-costruzione del patrimonio culturale, spazi relazionali attraversati dal cambiamento.
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