Vedianche - Notiziario della Sezione Ligure dell'Associazione Italiana Biblioteche
Numero 1 Vol. 23 Anno 2013 ISSN 2281-0617
La Civica dei "miracoli": le Seicentine delle biblioteche di famiglia
Beatrice Palmero
A partire da uno spoglio
bibliografico molto naif, mi sono imbattuta in un piccolo tesoro
librario. La presente comunicazione vuole condividere lo stupore della
ricerca e sottolineare l'importanza dell'immissione dei dati
d'inventariazione dei fondi familiari nella rete interbibliotecaria. La
mia consultazione in realtà voleva raccogliere rapidamente
informazioni storiografiche sul soggetto dei Monti di pietà,
per arrivare a selezionare nelle più vicine biblioteche
dell'imperiese alcuni testi di consultazione tramite Sebina Opac
Liguria (SBN - Polo interprovinciale ligure). Mi sono imbattuta così ne:
Il Monte della Pietà ossia I
miracoli di Nostra Donna della Costa nella città di S. Remo con
una distinta relatione del pomposissimo apparato consagrato a Maria il
di' della sua Assontione al cielo. Racconto steso da Gian Battista
Grossi (1683).
Il contenuto del volume non è certo sfuggito sul territorio. Nel
2002 infatti è uscita una pubblicazione di questa Seicentina. La
notevole materia informativa che l'autore illustrava però non
è preziosa solo per la storia di Sanremo e per il suo Santuario
mariano.
L'istituzione tardomedievale del monte di pietà è stata
in Liguria come altrove una banca di pegno e credito, che ha prodotto
prestito e incentivato attività economico-commerciali in
città, svolgendo anche un ruolo di primo soccorso rispetto
all'impoverimento urbano [1].
Così è nella storia di Savona e nella meglio nota Casana
genovese, gli enti più studiati sul territorio ligure [2].
Inoltre la politica delle famiglie negli investimenti caritativi
è stata una fonte di produzione di ricchezza materiale, ma anche
di un consistente patrimonio artistico-culturale [3].
Nel corso del suo sviluppo, il Monte si è dimostrato un
importante strumento di affermarzione e integrazione socio-politica.
Ecco il miracolo di Sanremo, su cui è stato costruito il
Santuario di Monte Grazie, dove la devozione mariana ha prodotto un
patrimonio di ex-voto a tutt'oggi presenti. Il padre gesuita Grossi li
descriveva allora in elogio di una città accogliente: dove
appunto il suo ordine religioso arrivò per occuparsi
dell'istruzione dei giovani nel 1616 [4].
Il miracolo si traspone altresì nella Biblioteca Civica di
Sanremo che dispone di ben tre copie della Seicentina. Chi si appresta
dunque all'uso del motore di ricerca interbibliotecario può ora
imbattersi anche incidentalmente nello scrigno sepolto delle
biblioteche familiari. Di qui volevo sottolineare l'importanza per la
ricerca di quel lavoro accurato di immissione dei dati relativi ai
fondi familiari, acquisiti dalle biblioteche civiche.
Grazie al motore di ricerca approntato per anno infatti possiamo
facilmente estrarre i dati del patrimonio librario della civica. Quello
che interessa a noi qui segnalare è l'importanza del motore di
ricerca per la valorizzazione del patrimonio librario e culturale in
senso più generale del termine. In pochi minuti infatti, dopo
aver localizzato la Seicentina, è possibile identificare il
possesso "originario" della Civica di Sanremo, come indicato da una
precedente catalogazione riferita alla copia. Risale cioè a una
precedente dotazione libraria della biblioteca comunale, il cui
contesto culturale è accessibile solo attraverso il dialogo con
i bibliotecari, che rimane un elemento insostituibile per ricerche
più approfondite. Del volume invece possiamo segnalare altre due
copie qui conservate: una nel fondo Gibelli e l'altra nel fondo Porro,
solo dopo però averle consultate in loco e visionato gli
ex-libri. La cura delle annotazioni bibliofile nella descrizione del
pezzo ci consentono invece di arrivare subito alla nota di possesso [di
Giordano Romolo], che connota il volume del fondo Gibelli.
Alla Civica si svela così lo "scrigno dei miracoli" di Sanremo:
le seicentine delle collezioni private. Va da sè che lo
strumento accurato e affinato nell'inserimento dei dati delle
biblioteche acquisite e dei fondi familiari, consente di far emerge
dall'oblio della storia intellettuali, opere ed edizioni altrimenti
inaccessibili.
La diffusione dei "miracoli di Sanremo" va ben oltre la Liguria, ma i Discorsi del padre Grossi ligure, pubblicati su licenza dei suoi superiori
sono una presenza territoriale che l'Opac Sebina della Liguria
può mostrare. Un'altra copia della seicentina infatti è
conservata dalla Civica Aprosiana di Ventimiglia, e anche dalla
Biblioteca di S. Margherita Ligure.
Qui la presenza di una donazione conduce altresì a localizzare
il libro sia nella civica biblioteca, sia nel fondo librario acquisito.
La descrizione del pezzo, che ha inserito nella copertina l'autore,
mostra una rilegatura da collezione privata, che le voci di ricerca
sottolineano ne [la provenienza] Costa. Con la donazione di Letizia
Costa fu Francesco Domenico la biblioteca del comune di S. Margherita
Ligure acquisisce probabilmente un patrimonio bibliofilo. Le
acquisizioni bibliotecarie possono essere dunque dei momenti importanti
per predisporre e affinare i parametri dell'immissione dei dati a
disposizione della ricerca. Il Sebina produce ricchezze inaspettate,
che per ora non sembrano avere alcun riscontro in Opac CBL.
A noi nasce a questo punto l'interesse per una tipografia genovese: la
stamperia di Anton Giorgio Franchelli, che nel Catalogo delle
Biblioteche Liguri produce ben 9 risultati di opere a stampa diverse.
Ne emerge subito come una tipografia utilizzata in prevalenza dagli
ordini conventuali genovesi (Cappuccini e Agostiniani), ma che ha
lavorato in effetti anche con monsignori e alte gerarchie
ecclesiastiche. Si tratta ancora di un'altra storia.
Ora mi ritrovo di fronte a una quantità d'indizi per la ricerca
impressionante! Ginzburg direbbe che a questo punto lo storico ha
acquisito piste indiziarie per ricostruire più relazioni
culturali rimaste nelle pieghe della storia [5]: l'apporto dei gesuiti
nell'educazione del ceto dirigente della città di Sanremo; la
produzione religiosa e la stamperia genovese; i rapporti della stampa
genovese con la Curia ecclesiastica; la cultura seicentesca della
magnificenza.
Questa comunicazione di percorso, che non ha in realtà nè
un soggetto bibliofilo nè un tema di carattere librario, si
presta però a dimostrare l'importanza della cura descrittiva e
della professionalità bibliofila. Anche un neofita può
affermare che la gestione dei progetti d'immissione dei dati nei
Cataloghi online produce risultati culturali di rilievo.
Allora diventa essenziale ritenere l'acquisizione di un fondo privato
come implementazione del patrimonio culturale più in generale e
in senso lato. Non un corpus aggiunto o aggregato, come gli inventari
della biblioteca già forniscono, ma una serie di dati rilevanti
sulla produzione culturale libraria da mettere a disposizione non solo
degli utenti, ma della conoscenza e della ricerca.
E' chiaro che le biblioteche delle famiglie hanno lasciato una preziosa
traccia non solo per una storia, ma più un generale per la
cultura, di cui la biblioteca anche in questo modo si conferma un
motore essenziale di sviluppo.
NOTE
[1] Massimo Della Misericordia, I confini della
solidarietà. Pratiche e istituzioni caritative in Valtellina nel
tardo medioevo, in Contado e città in dialogo. Comuni urbani e comunità rurali nella Lombardia medievale, a cura di L. CHIAPPA Mauri, "Quaderni di Acme", 62 /2003, pp. 411-489. Sacri recinti del credito : sedi e storie dei Monti di pietà in Emilia-Romagna,
a cura di Mauro Carboni, Maria Giuseppina Muzzarelli, Vera Zamagni,
Venezia 2005. Gli sviluppi dell'approccio storico-economico negli studi
dell'ente è analizzato da P. Massa Pergiovanni, Nuove ricerche sul Monte di Pietà di Savona, in "Atti e memorie. Società Patria Savonese", vol. 25 (1989), p. 147-152.
[2] Inventari degli archivi della Cassa di Risparmio e del Monte di Pieta di Savona : 1479-
1945, a cura di Guido Malandra, Savona 1984. Giulio Giacchero, La Casana dei genovesi: storia dei cinquecento anni del Monte di pietà di Genova, 1483-1983, Genova 1988.
[3] Edoardo Grendi, La repubblica aristocratica dei genovesi : politica, carità e commercio fra Cinque e Seicento, Bologna 1987
[4] Andrea Gandolfo, Sanremo : guida al patrimonio artistico e monumentale della città, Imperia, 2006.