Vedianche - Notiziario della Sezione Liguria dell'Associazione Italiana Biblioteche
Anno 21 numero 1/2 2011

Le biblioteche degli altri

Federico Actite*

*Ospitiamo molto volentieri questa interessante testimonianza di Federico Actite allievo della Professoressa Anna Giulia Cavagna


sono uno studente all’ultimo anno del corso di laurea magistrale in Scienze storiche, archivistiche e librarie, dell’Università degli Studi di Genova che, per svolgere il suo secondo Erasmus, ha scelto di effettuare un tirocinio di quattro mesi presso una delle tante università londinesi.
Ho scelto di svolgere il mio tirocinio in una biblioteca in quanto avendo già avuto occasione di esercitarmi presso una grande realtà archivistica come la Fondazione Ansaldo negli scorsi anni, ed avendo sostenuto un esame di Bibliografia con la Prof. Cavagna ritenevo che conoscere e studiare da vicino una realtà bibliotecaria, potesse rappresentare un ottima opportunità per completare il mio curriculum universitario.
Da questo punto di vista, la scelta della biblioteca della Middlesex University a Londra è stata particolarmente fortunata in quanto mi ha permesso di lavorare in un ambiente multiculturale e profondamente integrato nella vasta realtà internazionale e che stava investendo molte risorse nell’ammodernamento e nell’ottimizzazione delle sue strutture, in particolare per quanto riguarda l’applicazione
e le innovazioni apportate in questi ultimi anni dalla rivoluzione informatica. Ciò mi ha fornito l’opportunità non solo di lavorare presso quella biblioteca ma di partecipare a diverse iniziative promosse o sostenute da quella università.

La Middlesex University (http://www.mdx.ac.uk/; per nozioni sulla storia della MU: http://en.wikipedia.org/wiki/Middlesex_University) è nata nel
1992, quando il Further and Higher Education Act del medesimo anno, riconobbe lo status di Università a 35 istituti politecnici del Regno Unito.
Tra questi vi era compreso anche il Middlesex Polytechnic, sorto nel 1973 dall’aggregazione di diversi college ed istituti tecnici che si erano sviluppati nei quartieri settentrionali di Londra a partire dalla seconda metà dell’ottocento.
Attualmente la MU dispone di quattro facoltà, più un istituto tecnico situati in 4 diversi campus nell’area settentrionale di Londra, oltre a tre sedi estere, una a Dubai, aperta nel 2005, una alle Mauritius aperta nel 2009, e un’ultima a Noida in India la cui apertura è stata annunciata nel 2010 e in cui le lezioni inizieranno a partire dal prossimo Settembre.
Il Campus principale in cui hanno sede tre facoltà e anche la Sheppard Library, presso cui ho svolto la maggior parte del mio tirocinio, è situato ad Hendon.
La Middlesex University ha raccolto il proprio patrimonio bibliografico presso quattro diverse biblioteche, una per ogni sede londinese e i materiali in essi contenuti differiscono per quantità e per caratteristiche, che variano a seconda delle facoltà e del numero di studenti presenti nei singoli campus.
La Sheppard Library (http://www.lr.mdx.ac.uk/he/), è sicuramente la maggiore delle quattro biblioteche possedute dalla MU ed è ospitata in un edificio di quattro piani del campus di Hendon, costruito appositamente per ospitare il patrimonio librario e audiovisivo posseduto dalla MU, esso è stato aperto al pubblico nel 2004 e sono in corso i lavori per una ulteriore espansione, in vista della chiusura di uno dei campus londinesi e del conseguente trasferimento della sua biblioteca.
immagine della sheppard library
Durante tutto il periodo del mio tirocinio (Novembre 2010 - Marzo 2011) sono stato seguito dal Dr. Alan Hopkinson (http://www.isis.mdx.ac.uk/alan2.htm), direttore tecnico del servizio bibliotecario all’interno della Middlesex University.
Il mio lavoro ha compreso il riordino dei libri riconsegnati dagli studenti, il confronto tra le riviste contenute nelle biblioteche dei diversi campus con quanto presente nei cataloghi, il loro aggiornamento, la raccolta delle tesi di laurea possedute dalla Middlesex University e destinate dalla British Library alla digitalizzazione, lo spostamento delle riviste contenute nei magazzini della Sheppard Library e destinate allo scarto, il trasferimento delle annate precedenti il 2000 dalle sale di lettura ai magazzini. Ho in tal modo potuto conoscere da vicino la struttura e l’organizzazione di una biblioteca, avvicinando il personale e i diversi ruoli attribuiti ai diversi uffici. Durante lo svolgimento di questi compiti ho avuto l’opportunità di utilizzare alcuni dei programmi utilizzati dalla Middlesex University all’interno delle sue biblioteche.

Il loro patrimonio bibliotecario è infatti amministrato attraverso due software diversi: Horizon e Isis. Horizon (http://www.sirsidynix.com/products/horizon) è un software commerciale, prodotto dalla SirsiDynix, ed è il programma principale su cui è costruito il loro database e il loro catalogo bibliografico; Isis (http://portal.unesco.org/ci/en/ev.php-URL_ID=2071&URL_DO=DO_TOPIC&URL_SECTION=201.html) prodotto e distribuito dall’Unesco, è invece un programma gratuito dedicato alla gestione del materiale librario ed è utilizzato dalla Middlesex University come programma e database di riserva, a cui ricorrere nel caso di problemi con Horizon e come tale non dispone di un database e di un catalogo costantemente aggiornato come invece avviene nel con Horizon. Horizon inoltre si occupa anche di raccogliere e produrre un rapporto giornaliero su tutto il materiale movimentato ogni giorno.
Dando quindi un occhiata al Daily Report, dall’inizio dell’anno accademico cioè da Agosto 2010 a Marzo 2011, ho potuto raccogliere alcuni dati interessanti sulle loro biblioteche. Su 240.000 richieste processate, nelle biblioteche della Middlesex University, il materiale classificato come proveniente da un area della biblioteca destinata ai titoli generici (Main Books) è il 55%, seguito da quello dell’area economic 12%, linguistica 9%, delle scienze sociali 6%, di giurisprudenza 3%, più altre aree minori e molto eterogenee tra di loro, che comprendono corsi di lingua, ricerche di mercato e materiale video.
Un altro dato interessante è quello della tipologia dei prestiti, quasi la metà (45%) delle richieste è infatti indirizzata al prestito breve di sette giorni, poco più di un quarto (28%) a prestiti medi di 14 giorni, un 20% a prestiti di 28 giorni e il rimanente 7% ad altre forme di prestito.
Infine su 240.000 richieste la stragrande maggioranza (90%) proviene da studenti full time, a loro volta suddivisi tra una maggioranza (70%) di studenti triennali e una parte molto meno consistente di specializzandi (30%), mentre il restante 10% delle richieste proviene da studenti part time, professori o personale tecnico interno alla libreria.
Al di là delle mie mansioni manuali, ho avuto anche l’opportunità di partecipare ad alcune visite, qui di seguito ne riassumerò le principali.

La partecipazione al convegno dell'Online information


L’Online Information (http://www.online-information.co.uk/online2010/conference.html) è stato un convegno di tre giorni che si è tenuto a Londra presso l’Olimpya Conference Centre dal 30 Novembre al 2 Dicembre 2010.
Dedicato all’industria dell’informazione era organizzato in tre differenti sezioni: un area espositiva in cui erano presenti più di 200 stand, rappresentanti altrettante aziende provenienti dall’Europa e da Nord America, un area dedicata alle conferenze ed un ultima area dedicata a oltre cento seminari che si sono tenuti nel corso dei tre giorni. L’edizione di quest’anno oltre a mostrare le novità, le trasformazioni e i nuovi trend nel settore, dedicava particolare attenzione all’ottimizzazione delle risorse a causa delle scelte imposte dalla crisi economica e riservava anche ampio spazio al linguaggio Xml a cui venivano dedicati oltre 20 stand che ospitavano altre aziende del settore.
Ho visitato la conferenza insieme al Dr. Hopkinson, che annualmente si reca all’Online Information per conto della Middlesex University, al fine di apprendere le ultime novità sulle risorse elettroniche nel campo delle biblioteche. La visita ha comportato l’incontro con numerose persone che partecipavano alla conferenza sia come visitatori, che come espositori, oltre alla partecipazione ad alcuni tra i quali due mi sono sembrati particolarmente interessanti.
Il primo dal titolo Libraries go Digital, ha riguardato la recente introduzione degli e-book nelle librerie e l’analisi di tutte le trasformazioni che sono avvenute al loro interno grazie a questo nuovo strumento, relatori del seminario sono state quattro persone che lavorano in quattro diverse realtà bibliotecarie in Inghilterra, Francia, Paesi Bassi e Italia. Dalla loro analisi è emerso come l’introduzione degli e-book abbia comportato innanzi tutto un ampliamento dei ruoli e delle competenze richieste al bibliotecario e la nascita di un pubblico sempre più informato ed esigente. Oggi infatti, grazie ai nuovi strumenti offerti dall’informatica, il bibliotecario può anche essere editore e ricercatore. L’informatica ha inoltre profondante mutato la terminologia e la struttura dei singoli documenti, rendendo sempre più sottile il confine tra documento e libro, e facendo quasi scomparire la tradizionale distinzione tra archivio e biblioteca.
Questa situazione è confermata da un recente studio condotto dall’associazione francese ADBS (7 http://www.adbs.fr/jsp/fiche_pagelibre.jsp?&CODE=08141559Association des professionnels de l’information et de la documentation che ha dimostrato come le nuove tecnologie anziché rischiare di far scomparire la bibliografia, aprono ad essa nuove opportunità, a patto che gli archivisti e i bibliotecari mettano da parte le tradizionali diffidenze e inizino a lavorare insieme, in quanto le nuove tecnologie richiedono competenze di entrambe le discipline e ciò non vale solo per il campo delle applicazioni pratiche, ma anche per quello delle associazioni professionali. Per quanto riguarda i supporti materiali l’analisi dei bilanci e degli investimenti delle biblioteche universitarie hanno dimostrato come la percentuale di denaro sperso per e-books, e-journals e per la digitalizzazione delle opere cartacee sia in costante aumento e come l’uso di queste tecnologie comporti un aumento della consultabilità da parte degli studenti. Ciò è dovuto anche al fatto che le opere digitali offrono strumenti di ricerca più accurati e una maggiore interattività tra le diverse fonti. Va tuttavia rilevato come questi dati cambino a seconda delle discipline interessate e come siano gli studenti dell’area umanistica a farne maggiormente uso. Un altro esempio di quanto sta accadendo è dato dalla Philips Research Library (http://www.hightechcampus.nl/go/pages/services_and_facilities/article/philips_research_library), dove negli ultimi anni il numero delle opere cartacee chieste in prestito è calato,mentre è salito enormemente il numero dei download delle opere digitali, dimostrando anche in questo caso un aumento del numero di opere consultate grazie alla rivoluzione informatica.
In conclusione, la trasformazione del materiale posseduto dalle biblioteche da cartaceo a digitale da una parte mi pare offra indubbi vantaggi, attraverso la soluzione di numerosi problemi del passato come la disponibilità di spazio e risorse, ma dall’altra ne apra di nuovi, rimettendo in discussione il concetto di copyright e richiedendo ai bibliotecari nuove competenze che non sono più esclusivamente bibliografiche, come nel caso della digitalizzazione delle opere
cartacee. Infatti la digitalizzazione, per l’enormità del materiale disponibile e la mancanza di adeguate risorse, non può che essere selettiva, la scelta delle opere a cui assegnare la priorità, cosi come la scelta del processo più adeguato per la loro digitalizzazione e la conoscenza di eventuali restrizioni imposte dal copyright, richiedono pertanto competenze sia archivistiche che librarie, oltre che culturali. Altre risorse devono infine essere assegnate a strumenti e strutture di formazione che permettano a tutti quegli utenti che non hanno famigliarità con l’informatica e i nuovi supporti, di imparare ad usarli e di apprendere appieno le loro potenzialità. Il seminario ha anche messo in luce come la situazione nei diversi paesi europei sia profondamente diversa e come, a fianco di realtà in cui l’applicazione delle nuove tecnologie è già ad uno stadio avanzato quali Inghilterra e Paesi Bassi, ne sussistano altri in cui il processo è in corso come in Francia, o in cui ha ancora limitata diffusione come in Italia.
Il secondo seminario dal titolo, OCLC Web Scale Management Service, è un esempio delle enormi potenzialità racchiuse nelle nuove tecnologie e della loro possibile applicazione nelle biblioteche.
L’OCLC (http://www.oclc.org/uk/en/default.htm) (Online Computer Library Center) è un associazione mondiale nata negli Usa nel 1967, il cui scopo è raccogliere e rendere disponibile a tutti il sapere contenuto nelle biblioteche, al giorno d’oggi raccoglie i cataloghi di 72.000 biblioteche in 170 paesi e la sua diffusione è in costante crescita. Il Web Scale è invece la strategia utilizzata dal loro catalogo mondiale al fine di organizzare i dati in modo che la visibilità dei dati di ogni biblioteca presente nel loro catalogo sia ottimizzata a seconda delle domande rivolte dall’utente e della sua posizione geografica al momento della ricerca. Su tale sistema vengono realizzati i database per gestire enormi moli di dati, e che oggi stanno alla base dei servizi web più diffusi al mondo come ad esempio Facebook, Google e Amazon, un altra caratteristica fondamentale di questo programma è quella di poter funzionare perfettamente, indipendentemente dal numero di utenti serviti, questo lo rendeun programma estremamente flessibile e versatile.
In questi ultimi anni l’OCLC, applicando al loro catalogo gli strumenti forniti dalle nuove tecnologie, come quelli contenuti in un semplice Smartphone, è riuscita a realizzare un programma che, attraverso una semplice fotografia del codice a barre di un libro effettuata da un cellulare, permette grazie al GPS e alla connessione al Web del telefonino, di localizzare le biblioteche più vicine che possiedono il libro che stiamo cercando, fornendo tutte le informazioni necessarie circa le modalità e i tempi secondo cui possiamo reperire il libro che ci interessa. Ciò amplia enormemente il numero dei potenziali utenti delle biblioteche, rendendo la loro fruizione competitiva con i servizi forniti da siti web come Amazon ed Ebay, inoltre se l’uso di questo strumento viene associato alla consultazione degli e-books o degli e-journals possedute dalle biblioteche, la consultazione delle opere in esse contenute diventa estremamente più vantaggiosa dei servizi offerti da Amazon ed Ebay, limitando la necessità di acquistare i libri e le riviste.
Durante i miei 4 mesi di tirocinio ho anche potuto partecipare ad alcune sessioni del Library Professional Development Program: programma organizzato dalla Sheppard Library e aperto a tutto il personale, compresi i tirocinanti, che in vista di un proseguimento della propria carriera bibliografica desiderava ampliare le proprie conoscenze sulla gestione e sul funzionamento di una biblioteca. Il programma prevedeva 10 sezioni che si sarebbero svolte nel corso di tutto l’anno accademico e a cui avrebbero preso parte in qualità di relatori molte delle persone che lavoravano nei diversi uffici e campus delle biblioteche presenti alla Middlesex University. Ogni sezione durava tre ore e prevedeva la presentazione, la discussione e un esercitazione pratica su un determinato aspetto della biblioteca, dalla gestione finanziaria, al rapporto con il pubblico, alle caratteristiche dei programmi informatici utilizzati per la gestione del materiale, alle competenze richieste ai bibliotecari.
Il programma prevedeva anche la lettura di alcuni testi, la partecipazione ad alcune visite guidate e la realizzazione di un breve rapporto sull’attività svolta. Le sezioni a cui ho partecipato hanno riguardato la gestione economica di una biblioteca e il rapporto tra il personale della biblioteca e gli utenti. Nel primo incontro, dopo aver analizzato il bilancio di un sistema di biblioteche di medie dimensioni come quello gestito dalla Middlesex University, si è passati ad analizzare le diverse voci di entrata e spesa, facendo un confronto con i bilanci degli anni precedenti. Si è così sottolineato come le maggiori voci della spesa di una biblioteca siano rappresentate dal personale e di come un monitoraggio costante della situazione finanziaria della biblioteca, così come una programmazione delle spese e degli interventi, possa aiutare ad ottimizzare le risorse, individuando quei settori in cui occorre intervenire qualora sia necessario fare degli investimenti o ridurre le spese della biblioteca a causa di una contrazione delle risorse.
La sezione si è quindi conclusa con una presentazione dell’attuale situazione e una previsione delle sfide che il sistema bibliotecario si ritroverà ad affrontare a breve, in particolare la drastica riduzione dei finanziamenti e i profondi mutamenti apportati dalle nuove tecnologie elettroniche che comporteranno un profondo ripensamento della gestione delle risorse delle biblioteche e un progressivo ridimensionamento del personale impiegato.
Nel secondo incontro, abbiamo invece affrontato il rapporto tra il personale bibliotecario e gli utenti.
Si è dapprima cercato di individuare quali siano le caratteristiche di un buon servizio secondo gli utenti e secondo il personale, si è poi passati ad analizzare le caratteristiche dei fruitori di una biblioteca e a scindere i loro desideri dai loro bisogni reali, confrontandoli con quanto invece può concretamente offrire una biblioteca. Questo ci ha permesso di individuare i punti su cui poter intervenire per rispondere alle richieste degli utenti, migliorando la funzionalità della biblioteca.
Dopo aver proceduto ad una semplificazione e ad una presentazione il più chiara possibile di tutti i servizi offerti agli utenti, si dovrà procedere anche in questo caso al monitoraggio costante dell’uso e del gradimento dei servizi da parte degli utenti, per poter rapidamente intervenire nel caso di eventuali incomprensioni o malfunzionamenti che generino uno spreco di risorse e una riduzione dei servizi a disposizione del pubblico.
La sezione si è infine conclusa con una breve discussione in cui sono intervenuti tutti i partecipanti sul rapporto tra studenti e università riguardo ai servizi di studio e lavoro a distanza offerti dalla Middlesex University ai propri iscritti.
A Novembre, ho partecipato anche ad una riunione amministrativa con il personale della biblioteca, in cui si è discusso dei problemi organizzativi che la Sheppard Library avrebbe dovuto affrontare nel corso dei prossimi mesi. È stata un ottima occasione per conoscere da vicino il funzionamento della biblioteca.
I punti affrontati sono stati molti, ma in particolare si è discusso della chiusura di un intero piano dell’istituto per alcuni lavori di rinnovamento e il conseguente temporaneo spostamento dei servizi offerti ferti da quell’area in altre zone della biblioteca, oltre al problema relativo alla gestione dei servizi di prestito del materiale contenuto nella biblioteca del campus di Cat Hill che il prossimo Giugno verrà chiuso e il suo patrimonio librario ricollocato nella Sheppard Library.
Altri temi affrontati sono stati la discussione sui possibili incentivi da adottare per favorire il servizio di prestito dei computer portatili di proprietà della biblioteca, attualmente sottoutilizzato, e il supporto del servizio di apprendimento a distanza durante il periodo di chiusura della biblioteca per le vacanze natalizie.
Nel corso del mio tirocinio presso le biblioteche della Middlesex University a Londra ho avuto modo di assistere all’introduzione di un nuovo programma di ricerca all’interno della biblioteca con il compito di semplificare le ricerche e di unire i risultati provenienti dai diversi cataloghi che contengono il variegato patrimonio della Sheppard Library: dai libri contenuti negli scafali della biblioteca, al contenuto degli articoli degli e-journal a cui sono abbonati, al materiale audiovisivo posseduto.
Tale programma si chiama Summon (http://www.serialssolutions.com/summon/) e attraverso una semplice interfaccia grafica derivata da quella oramai famigliare di Google permette di svolgere una rapida ricerca all’interno del patrimonio bibliografico liberamente accessibile dalla biblioteca e di offrire all’utente i risultati più rilevanti, indipendentemente dalla fonte o dal luogo in cui essi si trovano.
Non solo, ma la sua grafica e la sua rappresentazione dei dati sono completamente personalizzabili da parte degli utenti, cosi come la possibilità di applicare filtri e di inviare direttamente al personale della biblioteca eventuali osservazioni e suggerimenti rendono questo strumento eccezionalmente flessibile e aperto a raccogliere future espansioni o ingrandimenti del patrimonio librario.
Si può accedere a Summon sia da una connessione internet, sia da uno dei numerosi terminali a disposizione dal pubblico all’interno della Biblioteca.
Prima e durante l’introduzione di tale programma, che attualmente è ancora in fase di sviluppo, la Sheppard Library ha organizzato alcuni incontri con il personale della biblioteca e i tecnici del programma CSFP, per discutere sia della copertura dei database delle biblioteche della Middlesex University a cui Summon ha accesso, sia dei problemi pratici, riscontrati dagli utenti durante l’uso e le possibili soluzioni da adottare.
Al termine di tali incontri si è stati unanimi nel riconoscere i numerosi miglioramenti all’interno della biblioteca apportati dall’introduzione di Summon, mentre per venire incontro alle esigenze degli utenti si è quindi deciso di semplificare, raggruppando con dei link le numerose informazioni fornite nei risultati delle ricerche, anche per permettere una loro maggiore leggibilità.
Si è anche stabilito di fissare delle date precise entro cui estendere la copertura di Summon a tutti i cataloghi e i database posseduti dalle librerie della Middlesex University.

I progetti Tempus e CSFP

Al di là della sua attiva principale, all’interno della Middlesex University, la Sheppard Library partecipa anche a numerosi programmi internazionali, sia nel campo dell’Unione Europea, che in quello del Commonwealth.
Nel campo dell’Unione Europea la Middlesex University, collabora con diverse università dell’est Europa e dell’Asia Centrale attraverso il progetto Tempus (http://ec.europa.eu/education/external-relation-programmes/doc70_en.htm). Tempus è un programma europeo lanciato nel 1990 con lo scopo di modernizzare, attraverso progetti di cooperazione sostenuti da almeno due differenti paesi europei, le istituzioni di alta educazione come università e biblioteche dei paesi confinanti o nelle vicinanze dell’Unione Europea.
All’interno di questo programma, l’ufficio del Learning Resource della Sheppard Library collabora dal 2002 con la Biblioteca Universitaria di Belgrado (http://www.unilib.bg.ac.rs/en/index.php), il progetto partito inizialmente con l’obiettivo di reinserire la biblioteca all’interno del consorzio delle università europee da cui era stata esclusa dopo le sanzioni contro la Serbia, è stato poi ampliato sino a trasformarlo in un vero
e proprio rapporto di collaborazione con l’obiettivo di fornire strumenti e competenze per l’ammodernamento e il miglioramento dei servizi della biblioteca serba. La biblioteca della Middlesex University ha potuto cosi avvalersi dell’uso dei finanziamenti europei per l’organizzazione e la partecipazione a seminari e conferenze a cui ha partecipato il Dr. Hopkinson per la promozione delle risorse informatiche. Nel corso di una queste conferenze, nel 2003 l’Università statale di Yerevan, in Armenia ha richiesto di poter aderire al progetto Tempus, avvalendosi del supporto della biblioteca della Middlesex University e della National Science Library di Hannover per poter ammodernare ed espandere il proprio patrimonio e le proprie infrastrutture, ottenendo lo stanziamento di un finanziamento di 194.000 euro. Questo ha consentito alla Sheppard Library di fornire personale ed esperienza non solo per l’ammodernamento dell’Università statale di Yerevan, ma anche per la promozione della cultura bibliografica all’interno di questo paese, e di stabilire dei contatti e di sviluppare accordi analoghi con alcune biblioteche della Georgia e dell’Uzbekistan. Al termine di tutti questi progetti il personale del Learning Resource della Sheppard Library che si è occupato di questi progetti, ha ottenuto importanti riconoscimenti vincendo nel 2008 un finanziamento maggiore di quello vinto da altri dipartimenti universitari ben più importanti. Non solo, ma esso ha anche acquisito esperienza nel funzionamento dei progetti europei, nuove opportunità di sviluppo e prestigio agli occhi degli altri dipartimenti della biblioteca, in particolare con quello che si occupa della gestione finanziaria e della distribuzione delle risorse assegnate alle varie sezioni della biblioteca.
All’interno del Commonwealth la Middlesex University partecipa invece al programma CSFP (http://www.csfp-online.org/index.html) (Commonwealth Scholarship and Fellowship Plan), a partire dal 2004. Si tratta di un progetto lanciato nel 1958 nell’ambito della prima conferenza dei ministri dell’educazione del Commonwealth, che attraverso l’organizzazione di rapporti di scambio bilaterali tra i diversi paesi membri, provvede al finanziamento di borse di studio per gli studenti e i lavoratori provenienti dai paesi membri più poveri, al fine di consentire loro un periodo di soggiorno e apprendimento in uno dei paesi membri più sviluppati.
Questo progetto, in oltre mezzo secolo di attività, ha riguardato quasi esclusivamente il finanziamento e l’invio di persone dalle ex colonie britanniche verso istituzioni e accademie del Regno Unito, anche se oggi a causa della recente crisi economica e della riduzione dei fondi si sta assistendo ad una riduzione delle borse di studio assegnate ad alcuni paesi membri molto sviluppati come il Canada e l’Australia. La Middlesex University a partire dal 2004, attraverso il CSFP, ogni anno per tre mesi, accoglie due o tre persone provenienti da altri paesi del Commonwealth. Scopo principale del tirocinio offerto dalla Shepard Library, è quello di mostrare e fornire la più ampia panoramica possible delle nuove tecnologie e della loro applicazione al personale ospitato, così che una volta terminato il periodo di apprendimento i partecipanti possano tornare nella loro sede originaria e applicare le nozioni apprese nel loro paese.
Per raggiungere tale obiettivo, la Middlesex University offre il proprio supporto ai partecipanti del programma, avvalendosi del proprio ufficio del Learning Resource, che segue queste persone e di tutta una serie di rapporti di collaborazione sia con le librerie, che partecipano al consorzio M2515, sia con le società esterne che offrono servizi e materiali alla biblioteca come la Dawson Book (http://www.dawsonbooks.co.uk/) che attualmente fornisce materiale librario ed elettronico. Le persone che vincono la borsa per partecipare a questo programma sono selezionate direttamente dalla Middlesex University, in base alle loro conoscenze, alle loro precedenti esperienze, e al ruolo ricoperto nelle biblioteche d’appartenenza. Nel corso del mio tirocinio ho avuto l’opportunità di conoscere e di svolgere numerose attività insieme ai tre vincitori di quest’anno per lo svolgimento di un tirocinio presso la Middlesex University nell’ambito del programma CSFP. Si trattava di tre bibliotecari provenienti da tre diversi paesi: Pakistan, India e Niger a.
L’attività del loro tirocinio è stata intervallata da alcune visite guidate e di incontri con il personale delle biblioteche a cui ho in parte partecipato e di cui avrò modo di parlare nei prossimi paragrafi di questo intervento: nella borsa assegnata agli studenti era infatti incluso un finanziamento di 200 £ destinato a coprire le spese di trasferimento nelle eventuali istituzioni visitate nel Regno Unito al di fuori di Londra. Spesso al termine del loro tirocinio i partecipanti hanno anche l’opportunità di tenere una presentazione ai bibliotecari britannici sull’attuale situazione, delle biblioteche di appartenenza nei rispettivi paesi d’origine e sulle differenze rispetto alla situazione Britannica, cosi da poter aprire una discussione e fornire elementi di riflessione e nuove conoscenze anche al personale britannico.
Infine, in più di una occasione grazie alle relazioni e alle opportunità offerte dalla Middlesex University attraverso questo programma, i partecipanti non solo hanno potuto apportare notevoli miglioramenti alle strutture in cui lavoravano nei loro paesi d’origine, ma hanno trovato l’opportunità di proseguire la loro carriera e trovare lavoro anche nel Regno Unito. Ma è stata sopratutto la Middlesex University a guadagnarci da questo scambio, essa è infatti riuscita ad instaurare nuovi rapporti di collaborazione con altre biblioteche ottenendo non solamente finanziamenti e riconoscimenti internazionali, ma sviluppando una rete di contatti che gli è stata molto utile per farsi conoscere al di fuori del Regno Unito. Ha cosi attirato numerosi studenti stranieri nelle proprie sedi londinesi e ha potuto aprire nuovi campus in paesi emergenti come l’India e gli Emirati Arabi in cui il numero di studenti universitari è in rapida crescita.


La visita guidata ad alcune realtà bibliotecarie inglesi:
la British Library, il National Archives, la Library, Art & Archives dei Royal Botanic Gardens, la Bodleian Library

Il mio tirocinio ha previsto anche la visita guidata ad alcune delle maggiori biblioteche londinesi, al fine di fornirmi una visione completa del vasto panorama di biblioteche disponibili a Londra e delle loro differenti caratteristiche, in tutte queste visite sono stato accompagnato dagli altri tirocinanti appartenenti al programma del Commonwealth.
La prima di queste visite ha riguardato la visita al National Archives http://www.nationalarchives.gov.uk/) e alla sua biblioteca. Il National Archives è l’archivio centrale del Regno Unito e raccoglie tutta la documentazione prodotta dalle amministrazioni dell’Inghilterra e dell’Impero Britannico a partire dal I censimento di Guglielmo I nel 1086 ad oggi, quella delle corti centrali dei tribunali, tutta la legislazione emanata, più alcuni fondi che si sono via via aggregati, come quelli provenienti da organizzazioni religiose soppresse durante la riforma, da famiglie nobiliari e dalla British Railways, mentre non contiene molti documenti inerenti la storia della Scozia e dell’Irlanda del Nord per cui esistono altri due organismi separati. L’inventario degli oltre undici milioni di documenti contenuti al suo interno è liberamente consultabile dal sito internet del National Archives (http://www.nationalarchives.gov.uk/catalogue/search.asp), e in genere i documenti sono consultabili 30 anni dopo la loro creazione, dopo essersi registrati gratuitamente e aver ottenu o la tessera che permette di prenotarsi per l’ingresso temporaneo all’interno delle sale lettura in cui i documenti vengono resi disponibili al pubblico. Mentre per chi non avesse tempo di recarsi personalmente nella sede di Kew, il National Archives attraverso il lavoro e l’esperienza del suo personale offre tutta una serie di servizi a pagamento che permettono di ricevere comodamente a casa una copia digitale del documento richiesto o per chi preferisse, una ricerca completa svolta dai loro archivisti, sul tema desiderato e sulla serie di documenti contenuti all’intorno dell’archivio. La sua biblioteca interna è invece di modeste dimensioni e offre per lo più opere di riferimento e approfondimento alla documentazione conservata nell’archivio.
La seconda visita si è svolta all’interno della Biblioteca e dell’archivio dei Royal Botanic Gardens (http://www.kew.org/), che all’interno dei loro 121 ettari di estensione, custodiscono il maggiore parco botanico al mondo dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 2003. L’erbario che costituisce una parte del suo archivio, raccoglie oltre sette milioni di vegetali, mentre la sua biblioteca che contiene oltre 750.000 volumi in 90 lingue e 175.000 illustrazioni di piante, rappresenta la più vasta biblioteca botanica esistente al mondo. Il suo curatore nel guidarci all’interno delle diverse aree della biblioteca, ci ha modestamente spiegato come se una pianta non è citata all’interno della loro biblioteca questo significa che molto probabilmente essa non esiste. La libreria è ospitata in diversi edifici, il maggiore di questi contiene i libri e numerose riviste specializzate, dedicate alla tassonomia e alla classificazione delle specie vegetali, oltre che ad una sezione dedicata alla storia del giardinaggio e dell‘orticultura, mentre una area speciale chiamata Kewensia è dedicata alla storia e all’evoluzione del parco botanico.
Una seconda sezione ospitata nel Jo- drell Laboratory, raccoglie i volumi e le riviste dedicati all’anatomia, alla genetica, alla biochimica e all’uso farmacologico delle piante e dei loro componenti. Un’ultima parte è costituita dalla Millennium Seed Bank che raccoglie tutto il materiale legato ai semi e alla germinazione delle piante.
Oltre a questo materiale cartaceo, la libreria raccoglie migliaia di microfilm in cui sono contenuti tutti gli erbari censiti e non posseduti dai Royal Botanic Gardens, questa raccolta fa parte di un progetto più vasto e in continua espansione volto ad acquisire e microfilmare tutti gli erbari disponibili. Infine a fianco della sala di lettura della la libreria principale è ospitata una vasta galleria espositiva in cui sono esposti alcuni dei disegni delle piante e delle mappe dei luoghi che i botanici britannici del XIX secolo avevano raccolto in giro per il mondo, in particolare dall’Oceania. La terza visita è stata dedicata alla British Library. La British Library (http://www.bl.uk/) con oltre 150 milioni di pezzi e 14 milioni di volumi, è la più grande biblioteca europea e la seconda al mondo dopo la Biblioteca del congresso aWashington. Durante la visita, tra le molte cose che ci sono state mostrate, le più interessanti sono state sicuramente la spiegazione e la mostra del sistema meccanico attraverso cui i libri vengono prelevati dai magazzini e indirizzati alle diverse sale lettura e la presentazione del Business and IP Center.
L’attuale edificio in cui ha sede la British Library è stato inaugurato nel 1997 ed è stato appositamente realizzato per poter accogliere il vasto materiale delle British Library.
Nei suoi quattordici piani, nove in superficie e cinque sotterranei, contiene undici sale lettura con oltre 1200 posti, decine di uffici per oltre mille dipendenti, tre gallerie espositive, un ristorante, una libreria, un ampia piazza coperta e sopratutto diciassette magazzini in cui sono contenuti oltre 274 chilometri lineari di volumi.
I magazzini appositamente costruiti per ospitare il materiale della biblioteca, sono dotati di un sistema di climatizzazione che permette di mantenere costantemente le condizioni ottimali per la loro conservazione, con una temperatura compresa tra i 16 e i 19 gradi e un umidità tra il 45 e il 55%. L’utilizzo della maggior parte dei volumi depositati nei magazzini avviene attraverso l’ABRS (Automated Book Retrieval System), un complesso sistema meccanico-elettronico che si avvale di un sistema di rulli di oltre 1,6 chilometri che copre ogni singola sala lettura e magazzino. Qui una volta giunto l’ordine, direttamentedagli utenti attraverso il catalogo online, lo staff del magazzino in cui è contenuto quel libro provvede a prelevare il volume e, dopo averne scansionato il codice a barre, ad adagiarlo sul carrello di distribuzione, il quale, identificato
il volume richiesto e registrato il suo spostamento, provvede a inviarlo, attraverso la lunga catena di rulli, alla sala di lettura competente per quel libro. Questo sistema non solo permette una notevole riduzione dei tempi e dei costi di trasporto, consentendo di movimentare ogni giorno un enorme numero di ordini, ma proprio grazie alla gestione interamente informatizzata degli ordini, permette anche uno stoccaggio dei singoli volumi per dimensione fisica, anziché per materia, permettendo in questo modo di ottimizzare al massimo lo spazio dei magazzini. Infine per le opere più delicate e più ingombranti come libri antichi o mappe è prevista la classica consegna manuale. Il Business and Intellectual Propetry Center aperto nel 2005 grazie al contributo della London Development Agency, ospita la più ampia raccolta di materiale economico e di proprietà intellettuale del Regno Unito, insieme alla biblioteca dell’Ufficio Brevetti Britannico. Questa raccolta è divisa in quattro aree: ricerca di mercato, informazioni società, tendenze di mercato, riviste e dopo una registrazione gratuita permette a tutti i suoi iscritti di avvalersi liberamente del materiale e dei servizi offerti.
Servizi che comprendono l’utilizzo gratuito per una riunione di una delle quattro sale messe a disposizione all’interno del centro, l’uso della libreria e del database, la partecipazione gratuita ai seminari di formazione tenuti dai loro esperti e l’utilizzo della loro consulenza. Il centro prevede anche una sezione espressamente dedicata alle invenzioni e a tutti coloro che lavorano nel campo dell’innovazione, in quest’area vengono fornite gratuitamente le informazioni e il sostegno necessario a tutte quelle persone che desiderano promuovere le proprie invenzioni.
Ciò include informazioni sulle legislazione relativa alla proprietà intellettuale, ricerche di mercato, informazioni e contatti con potenziali aziende che potrebbero finanziare il brevetto, incontri con personale specializzato. Infine un’ ultima sezione è dedicata alla mostra dei progetti che dal 2005 sono stati realizzati grazie al supporto del Business & IP Center e che si sono rivelate delle vere e proprie innovazioni e sono state in seguito applicate su scala industriale ottenendo un notevole successo commerciale. La nostra visita alla British Library si è quindi conclusa con la visita ai numerosi tesori contenuti all’interno dei suoi musei, tra cui numerosi manoscritti, provenienti da ogni angolo delmondo, una copia della Magna Carta e la più vasta collezione filatelica esistente al mondo. La quarta visita si è invece svolta al di fuori della città di Londra e ha coinvolto la Bodleian Library ad Oxford. La Biblioteca Bodleiana, le cui origini risalgono al XIV secolo è la più antica biblioteca pubblica del Regno Unito e la seconda al mondo dopo la biblioteca Malatestiana, essa è inoltre una delle poche biblioteche che nel Regno Unito e in Irlanda godono del diritto di deposito legale, per cui riceve almeno una copia di quanto annualmente pubblicato in questi due paesi. A differenza delle precedenti visite, questa ha riguardato sopratutto la mostra degli edifici storici che hanno ospitato  l patrimonio della biblioteca, le stanze che attualmente contengono alcuni dei più antichi libri posseduti dalla biblioteca e il racconto della sua storia.

Conclusione

I quattro mesi del mio tirocinio presso le biblioteche della MU non si sono rivelati utili solamente per acquisire nuove conoscenze bibliografiche, ma anche per conoscere e vedere da vicino una realtà totalmente diversa da quella italiana: molto più aperta alle innovazioni e ai cambiamenti apportati dalle nuove tecnologie e da quanto sta accadendo al di fuori del Regno Unito. Ciò contribuisce senza dubbio a rendere la loro rete di biblioteche molto efficiente e flessibile predisponendola ad accogliere le nuove e vaste opportunità che un mondo sempre più tecnologico e diversificato ci riserverà nel prossimo futuro. Proprio in vista di questi recenti e futuri cambiamenti, spero che la mia testimonianza sia stata utile e che abbia potuto offrire qualche spunto di riflessione e di ulteriori approfondimenti a tutti coloro che lavorano nel campo bibliografico e biblioteconomico.