Vedianche
- Notiziario della Sezione Liguria dell'Associazione Italiana
Biblioteche
Anno
21 numero 1/2 2011
Il progetto DUILIOShip cultura
marittima e navale tra passato e futuro
Giuliano
Bonanno e Silvia Pierdicca
I 140 anni dalla fondazione della
Regia Scuola Superiore Navale
In questo anno di festeggiamenti per i 150 anni
dell’Unità d’Italia, a Genova si celebra
anche un’altra ricorrenza ad essa riconducibile: il 16
gennaio di 140 anni fa veniva inaugurata la Regia Scuola Superiore
Navale, prima scuola in Italia dedicata all’ingegneria
navale, destinata a giocare una parte importante nel nuovo stato
nazionale. Genova, per la sua consolidata tradizione nella
cantieristica, che riassumeva in sé le esperienze di tutto
il territorio ligure, fu scelta come sede ideale per questa
istituzione: ospitata dagli anni Venti presso Villa
Giustiniani-Cambiaso, la Scuola esercitò un forte influsso
sulla vita cittadina coinvolgendo vari Enti pubblici e privati fino a
quando, nel 1936, venne assorbita dall’Università
dando vita alla Facoltà di Ingegneria.
L’intento
di formare una nuova generazione di ingegneri navali era funzionale
all’esigenza del nascente stato unitario di creare sul
territorio nazionale infrastrutture utili allo sviluppo della marina
militare e civile. Inoltre, la necessità di intercettare i
consistenti flussi migratori in transito dall’Italia verso le
Americhe, sfidando il monopolio esercitato fino alla fine
dell’Ottocento dalle compagnie straniere, costituì
un importante stimolo per l’ammodernamento delle flotte e il
consolidamento dell’industria in ambito navale. Oggi siamo in
grado di apprezzare pienamente il ruolo che ebbe la Regia Scuola
nell’insegnamento dell’ingegneria navale, che si
stava affermando proprio allora come disciplina autonoma, per la
formazione di nuove figure professionali. La preparazione offerta agli
studenti voleva essere aggiornata non solo sotto il profilo tecnico (si
assisteva proprio in quegli anni al passaggio epocale dalla vela al
vapore, dal legno al ferro e all’acciaio), ma ambiva ad
essere di più vasto respiro, per dotare i futuri ingegneri
di una cultura generale di buon livello (nel corso di studi erano
infatti previste anche la letteratura italiana, le lingue straniere,
l’economia industriale,…), che permettesse di
intrattenere rapporti di lavoro anche di portata internazionale.
La Facoltà, con una progressiva presa di coscienza
dell’importanza della storia di questa istituzione, ha
avviato un progetto, denominato DUILIOShip
(dal nome del transatlantico Duilio, costruito nei primi anni del
Novecento con caratteristiche per la prima volta concorrenziali con le
altre grandi navi europee), che ha coinvolto la Biblioteca, il
Dipartimento di Ingegneria Elettrica e Navale e
l’Associazione ATENA.
Il fine è quello di
conservare e valorizzare le diverse tipologie di oggetti attinenti alla
Scuola, che assumono un pieno significato se inseriti nel loro
contesto. Il fondo librario, di cui si tratterà
più diffusamente in seguito, è affiancato da
collezioni di oggetti originariamente legati alla didattica, oggi anche
di interesse storico, come raccolte di disegni e progetti (tra cui
molti cosiddetti blue print) e strumenti di misura e calcolo utilizzati
per realizzarli (regoli calcolatori, pantografi, planimetri,
etc…); modelli di navi e di particolari costruttivi, tutti
conservati presso la Facoltà di Ingegneria. Alcuni di
questi, come un modello di galea genovese della fine del Seicento, di
un brigantino goletta e del transatlantico Duilio da cui prende nome il
progetto, sono attualmente esposti presso il Galata Museo del Mare di
Genova.
La biblioteca e il fondo
librario della Regia Scuola
La presenza di una biblioteca specializzata (circa 5.000 volumi agli
inizi del Novecento, fino ad arrivare a 12.000 nel 1935) è
attestata fin dai primi documenti amministrativi
sull’attività della Regia Scuola. Una particolare
attenzione era rivolta all’acquisto di periodici nazionali ed
internazionali, nell’intento di fornire materiale di studio
costantemente rivolto alle ultime novità. Purtroppo non si
hanno notizie dettagliate sulla costituzione e l’ampliamento
del fondo librario, di certo però alcune
personalità contribuirono al suo arricchimento con volumi
antichi e rari di particolare interesse: ad esempio, i nomi di Angelo
Scribanti e Carlo De Amezaga, entrambi direttori della Scuola,
compaiono come note di possesso su molti di questi libri.
Impreziosiscono la biblioteca con la loro presenza le opere che nel
Settecento gettarono le basi dell’architettura navale,
affermandosi come testi canonici di questa disciplina per rigore
scientifico, originalità, fondatezza delle teorie,
nonché per efficacia di esposizione: quelle di Bouguer,
Eulero, Chapman e Juan y Santacilia. Di Pierre Bouguer si custodiscono
alcune opere fondamentali, come il Traité
du navire del 1746 e la sua unica traduzione italiana
pubblicata a Venezia nel 1777, due edizioni del Nouveau traité de
navigation del 1753 e del 1781, De la mâture des
vaisseaux e De
la manoeuvre des vaisseaux, corredati di notevoli tavole
esplicative. Un altro autore di grande rilievo presente con molte opere
sia di matematica sia di nautica è Eulero, in particolare si
segnalano la Scientia
navalis del 1749 e la Théorie
complete de la construction et de la manoeuvre des vaisseaux
del 1776. Il libro che tra questi spicca maggiormente per le sue
qualità estetiche è il Traité de la
construction des vaisseaux di Chapman, soprattutto per
quanto riguarda la splendida edizione in-folio del 1779. La biblioteca
vanta inoltre la presenza del trattato Examen marítimo
di Jorge Juan y Santacilia, pubblicato nel 1771, e la relativa
traduzione italiana. Una parte consistente del fondo comprende anche
altri testi di argomento navale e in generale marittimo, opere di varie
discipline scientifiche e umanistiche importanti per il loro pregio
estetico e per la loro rarità, che testimoniano
l’idea di cultura che doveva caratterizzare il bagaglio
dell’ingegnere moderno (1).
Merita una menzione particolare la collezione completa della rivista
Histoire de l’Académie Royale des Sciences (si
possiedono i volumi dal 1699 al 1788), in cui sono presenti articoli
relativi ai principali scienziati che gravitavano intorno a questo
importante centro culturale. All’interno del fondo si trovano
infine dispense litografiche e manoscritte, spesso corredate di tavole,
preparate dai docenti come supporto alla didattica.
Il progetto di recupero e conservazione del patrimonio
L’esigenza primaria di catalogare il patrimonio rispettando
le peculiarità dei diversi materiali di cui si compone, ha
comportato l’uso di due software distinti: il materiale
librario è in corso di inserimento tramite software ALEPH
nel catalogo unificato dei Sistemi Bibliotecari Integrati
Università e Comune di Genova; le altre tipologie di oggetti
invece stanno confluendo nel repository DSpace, scelto tra i software
open source più utilizzati nel mondo accademico per la
realizzazione di archivi digitali istituzionali. La descrizione degli
oggetti è conforme agli standard internazionali (in questo
caso il Dublin Core), facilitando la loro confluenza in banche dati
nazionali e internazionali come CulturaItalia (2) ed Europeana (3), che
ne potranno amplificare la visibilità e la
ricercabilità. La funzione di raccordare e contestualizzare
questi dati è affidata invece ad un portale web,
anch’esso in fase di popolamento, è stato infatti
inaugurato nel dicembre scorso in versione beta, dedicato alla cultura
navale e marittima ligure, che utilizza il CMS Museo&Web.
Questo software, realizzato nell’ambito del Progetto europeo
Minerva e raccomandato dal Ministero per i Beni e le
Attività Culturali per i musei e le istituzioni culturali
(è adottato per esempio dalla Biblioteca Palatina di Parma e
dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma), è stato scelto
per la semplicità di uso e perché già
predisposto ad accogliere contenuti di tipo culturale (con moduli per
la gestione di schede relative a beni artistici o librari, per eventi e
mostre, per itinerari e percorsi tematici,...), permettendo inoltre
l’accessibilità e
l’interoperabilità dei dati. Il portale DUILIOShip
offre possibili chiavi di lettura del patrimonio, in particolare
attraverso una sezione dedicata alla Regia Scuola (qui è
anche disponibile un video che propone una narrazione per immagini del
contesto storico in cui essa è nata) e con percorsi
tematici, che consentono al visitatore di esplorare il materiale in
modo intuitivo e mirato ai propri interessi. Ad esempio, relativamente
al fondo librario, è disponibile una panoramica dei testi
più significativi, che possono essere scorsi per argomento e
per epoca di pubblicazione. La possibilità di creare
percorsi tematici è stata sfruttata per ripercorrere
attraverso le opere possedute alcune tappe fondamentali nella storia
della scienza, con particolare riferimento all’ambito
marittimo, come nel caso del percorso dedicato ad un inquadramento
storico della difficile risoluzione del problema del calcolo della
longitudine. Attraverso il portale è stato anche possibile
raggruppare le informazioni relative agli eventi realizzati fino a
questo momento: mostre, convegni e attività didattiche per
le scuole, che hanno fatto conoscere il progetto ad un pubblico di
specialisti e no.
Considerazioni finali e prospettive
Oggi pensare ad un progetto di digitalizzazione del proprio patrimonio
significa avere la consapevolezza che esso si colloca
all’interno di una rete più vasta; questo non
può non avere un peso nella scelta dei criteri che sono alla
base del suo sviluppo. La fase iniziale, cioè la
catalogazione del materiale, deve prevedere la conformità
agli standard per la descrizione dei metadati e la scelta di software
che garantiscano l’interconnessione con altre piattaforme
nazionali e internazionali: in tal modo i dati possano essere
disponibili ad un ampio pubblico e più facilmente
ricercabili. Nella pianificazione della digitalizzazione delle risorse
ci si è proposti di dare la priorità agli oggetti
con caratteristiche che li rendono unici, e di creare collegamenti con
quanto già presente in internet, razionalizzando
così le risorse.
Nella prospettiva di agganciare il progetto ad una realtà
più ampia è stata firmata una convenzione tra la
Biblioteca di Ingegneria e il Ministero per i Beni e le
Attività Culturali per il recupero e la digitalizzazione di
una selezione del materiale che potrà confluire nel portale
del progetto
MuseiD-Italia.
Nonostante gli inevitabili limiti e le difficoltà nel
concretizzare un progetto certamente ambizioso, in particolare
nell’armonizzazione delle diverse competenze necessarie e nel
reperimento delle risorse, DUILIOShip, essendo pronto ad ospitare anche
materiale appartenente ad altri enti e istituzioni, si offre come un
possibile punto di partenza per raccordare le numerose
realtà legate all’ambito marittimo e navale
presenti in Liguria. Spesso la conservazione e la valorizzazione di
fondi, anche di pregio, posseduti dalle Università, sono
rimaste ai margini dell’attività ordinaria,
incalzata dall’esigenza dell’aggiornamento, e in
qualche caso viste in contrapposizione con esso.
Progressivamente però si sta affermando la tendenza a
interpretare il recupero del passato come base per la costruzione di un
futuro più solido: DUILIOShip si muove in questa direzione,
auspicando che si possa aprire una strada per un progetto di un
più alto livello che veda protagonista il patrimonio storico
dell’intero Ateneo genovese.
(1) Percorsi di esplorazione dei
testi del fondo antico per argomento e per epoca di pubblicazione sono
a disposizione sul portale DUILIOShip.
(2) Portale della Cultura Italiana del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali, attivo dal 2008 (www.culturaitalia.it)
(3) Europeana,
Biblioteca digitale europea, a cui partecipano oggi circa 1.500
istituzioni.