Vedianche - Notiziario della Sezione Ligure dell'Associazione Italiana Biblioteche
Numero 1-2 Vol. 22 Anno 2012 ISSN 2281-0617
Chi sono i bibliotecari?
Curricula, profilo professionale, formazione.
Relazione sull’attività dell’OLAVeP dell’AIB
Cristiana Nardini
Il giorno 22 settembre 2012 a
Napoli si è riunito il gruppo OLAVeP (Osservatorio Lavoro e
Professione) dell’AIB.
L’incontro si è svolto con la finalità di fare il
punto della situazione sull’attività del gruppo di lavoro
nel corso dell’ultimo anno, anche alla luce delle nuove normative
sul tema della professione, per continuare il monitoraggio della
realtà lavorativa nelle biblioteche italiane e per coordinare le
attività delle sezioni regionali in tema di professione, con
particolare attenzione al problema del precariato.
L’OLAVeP, in coordinamento con il CEN (Comitato Esecutivo
Nazionale), ha preparato un regolamento sui profili professionali, che
ha lo scopo di dichiarare chi sono i bibliotecari, quale lavoro
svolgono, quali sono le loro competenze. Il regolamento, che è
esteso alle varie figure di supporto che operano nelle biblioteche,
anche a titolo di volontariato, è già stato inviato
all’UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione), che
elaborerà la norma specifica.
L’elaborazione dei profili professionali è uno degli
obiettivi prioritari dell’AIB, anche perché
stabilirà quali sono i requisiti per iscriversi
all’Associazione. A tale proposito si è discusso, in
coordinamento con il CEN, sulla questione dei bibliotecari dotati del
solo diploma di scuola superiore, che sono una percentuale piuttosto
alta degli iscritti all’AIB.
I profili professionali saranno pubblicati a breve nel primo di una
serie di Quaderni curati dall’AIB, sul tema della professione, a
cui ne seguiranno altri due, uno sull’insegnamento e la
formazione professionale, e uno sulle linee guida per le
esternalizzazioni. I Quaderni saranno pubblicati entro i prossimi tre
anni.
Sull’aspetto della formazione professionale, è in corso un
monitoraggio della situazione italiana per quanto concerne
l’insegnamento della biblioteconomia, con particolare riguardo
alle università, e ad un confronto tra la realtà italiana
e quella europea. L’AIB, attraverso l’OLAVeP, si
applicherà per avviare confronti e un dialogo aperto tra gli
atenei, gli enti locali, e anche gli archivisti, che hanno un percorso
formativo spesso legato a quello dei bibliotecari. Lo scopo di questo
dialogo sarà di integrare l’attività formativa dove
carente di materie specifiche necessarie alla creazione dei profili
professionali, e di confrontarsi con le realtà europee.
Le linee guida sulle esternalizzazioni sono in fase di completamento, e
hanno subito rallentamenti a causa anche delle nuove norme sul lavoro,
che hanno avuto un effetto positivo quanto alle forme contrattuali, ma
certo nessun effetto positivo sull’occupazione. Nel dettaglio,
sono stati effettuati la revisione dell’analisi delle tipologie
di contratti che già era stata elaborata nel 2004, e il
confronto fra i diversi contratti applicati alle ditte e alle
cooperative del settore. L’OLAVeP, sia a livello nazionale che
regionale, si sta impegnando nella promozione e tutela della
professione, e nella sensibilizzazione delle problematiche che toccano
il mondo delle biblioteche. In particolare si è impegnato
attivamente nella realizzazione dell’evento Bibliopride, avvenuto
lo scorso 13 ottobre e che ha visto oltre agli eventi di portata
nazionale a Roma e a Napoli, numerose iniziative di sensibilizzazione
in tante città italiane; inoltre ha partecipato lo scorso 19
ottobre a Plusitalia, a cura del COLAP, a Roma. Sono poi in programma
tre convegni OLAVeP sui temi del lavoro e della professione,
distribuiti nel Nord, Centro e Sud Italia. Per il primo di questi
convegni è stata scelta come sezione ospite il Friuli Venezia
Giulia.
Per quanto riguarda le sezioni regionali, l’OLAVeP ha fatto
richiesta ai singoli referenti di avviare studi su situazioni e
fenomeni di interesse relativi alla professione e alla formazione dei
bibliotecari in ogni ambito regionale, allo scopo di fare emergere
problematiche specifiche delle varie realtà. A tale proposito
è stato chiesto di incentivare e promuovere l’attivazione
di tavole rotonde e di gruppi di studio che analizzino gli aspetti del
lavoro nelle loro regioni, con particolare riguardo al precariat