Vedianche
- Notiziario della Sezione Ligure dell'Associazione Italiana
Biblioteche
Numero 1 Vol. 23 Anno 2013 ISSN 2281-0617
Bibliotecari e wikipediani, alleati insospettabili
Virginia
Gentilini, Andrea Zanni
Dopo qualche intervento isolato, il 2012 è stato
l’anno in cui si è concretizzata una prima,
strutturata forma di collaborazione fra il mondo delle biblioteche
italiane e quello di Wikipedia e dei progetti ad essa associati [1]. La collaborazione si inserisce nel
più ampio contesto dei progetti GLAM-WIKI (dove GLAM sta per
Galleries, Libraries, Archives and Museums), nome che la
comunità internazionale utilizza per raggruppare tutte le
collaborazioni e progetti in corso con le istituzioni culturali.
Wikipedia Loves Libraries [2]
è il nome dato all’ombrello di progetti dedicati
al mondo delle biblioteche. Molte e diversificate sono le iniziative
che sono state intraprese nei vari paesi su questo fronte, ma in
generale si può dire che esse rientrano in due aree
principali.
Biblioteche, dati e Wikipedia
La prima è quella costituita dai progetti di integrazione
delle banche dati bibliografiche all’interno dei progetti
wiki e che si interrogano dunque sulle possibilità di
interoperabilità di tali dati nell’ottica del
Linked Data e degli Open Data [3].
Wikipedia infatti nasconde all’interno delle sue voci un
certo livello di strutturazione dei dati che non sempre è
evidente agli utilizzatori dell’enciclopedia. Ne costituisce
un primo esempio uno strumento di base come la possibilità
di utilizzare un ISBN inserito in una citazione bibliografica come
chiave di ricerca da indirizzare agli OPAC [4].
Un esempio ancora più significativo è costituito
dall’ampio utilizzo di template [5],
modelli di strutturazione dei dati aventi come principale funzione la
normalizzazione di alcune forme di esposizione
dell’informazione (ad esempio l’incipit di una voce
biografica, ma ancora più spesso le
“infobox”, i box informativi che si trovano di
frequente in alto a destra nelle voci), ma che si basano in parte su
funzioni di indicizzazione dei contenuti allo scopo di creare liste
secondarie di concetti.
Il maggiore dei progetti in corso a livello internazionale in questo
campo consiste però nel tentativo di integrare Authority
File di origine bibliotecaria nelle voci dell’enciclopedia.
Grazie al lavoro di Max Klein, “wikipediano in
residenza” [6] presso
OCLC, i codici del Virtual International Authority File VIAF [7] sono già visibili sulla
versione inglese di Wikipedia e su diverse altre sue versioni
linguistiche, fra cui quella italiana (al momento, in alto a destra
nelle voci biografiche, sotto la dicitura “Controllo di
autorità”). In conformità alla
tradizione del libero riutilizzo dei dati aperti che caratterizza i
progetti wiki, sulla base di questo import massivo un bibliotecario
statunitense, John Mark Ockerbloom, ha costruito uno strumento di
connessione diretta fra la voce biografica di un autore su Wikipedia e
la lista di opere di o sullo stesso autore presenti su opac di diversi
paesi in tutto il mondo, a partire da WorldCat. Lo strumento, chiamato
Forward to Libraries Service [8],
è visibile (e funzionante), seppure a livello sperimentale,
nella sezione Further Reading di alcune voci biografiche inglesi [9].
Esperienze di questo tipo dimostrano
la fattibilità tecnica e l’utilità
dell’interoperabilità fra banche dati nate in
contesti molto lontani fra loro come quello istituzionale e normativo
della biblioteconomia e quello di un progetto di collaborazione
“dal basso” che si basa costitutivamente
sull’idea dell’accrescimento volontario e non
rigidamente regolato dei contenuti informativi.
In Italia si sta lavorando ad un tentativo di adeguamento a tale
progetto basato su un lavoro di recupero dei codici identificativi ICCU
nel più ampio contesto del VIAF, che potrebbe portare
vantaggi reciproci alle diverse agenzie catalografiche coinvolte oltre
che costituire la base per uno strumento operante di ricerca negli OPAC
nazionali a partire dalle voci di Wikipedia in italiano.
Un secondo progetto in corso nel nostro paese, in collaborazione con la
Biblioteca nazionale centrale di Firenze, ha per oggetto la messa in
relazione del Thesaurus del Nuovo soggettario con le relative voci
dell’enciclopedia. In realtà, la Nazionale stessa
per prima ha dimostrato interesse nei confronti di Wikipedia
comprendendola fra le possibili fonti dei suoi lemmi [10].
Ristabilire una simmetria introducendo un sistema di link che dalle
voci dell’enciclopedia portino al Thesauro è lo
scopo esatto di questo progetto, le cui implicazioni sono ancora da
esplorare ma di cui è facile intuire la portata nel senso di
un rafforzamento della coerenza semantica delle voci
dell’enciclopedia.
Anche in questo caso, si va nella
direzione di un rafforzamento reciproco di banche dati nate con
funzioni diverse e - contemporaneamente - in quella della costruzione
di set di dati sulla base dei quali sviluppatori futuri potranno creare
ulteriori applicazioni pratiche.
I primi lavori hanno portato
all’inserimento di un link dalla pagina di Wikipedia alla
relativa pagina del Thesaurus [11].
Va specificato inoltre che, dietro allo sviluppo di progetti di questo
genere, si cela un’infrastruttura di servizio dalle enormi
possibilità, Wikidata [12],
database ad accesso libero e liberamente editabile con
l’obiettivo di raccogliere i dati strutturati da Wikipedia,
distribuirli sulle differenti versioni linguistiche
dell’enciclopedia e di costituirsi come repository di linked
data anche per progetti esterni. Wikidata riprende e amplia
l’esperienza pregressa di DBpedia [13]
e dei suoi set di dati rilasciati come Linked Open Data in formato RDF
e che lo stesso Tim Berners-Lee ha riconosciuto come una struttura
portante del Semantic Web [14].
Imparare Wikipedia in biblioteca
La seconda area di collaborazione fra il mondo delle biblioteche e
quello dei progetti wiki è costituita invece dalle
molteplici forme di coinvolgimento diretto del pubblico delle
biblioteche in attività di alfabetizzazione digitale
avanzata.
All’estero esiste una consolidata esperienza di
laboratori in biblioteca dedicati a Wikipedia, a diversi livelli di
approfondimento e orientati a diversi tipi di pubblico.
In Italia, fino
a oggi, esperienze di questo genere erano state fatte solo nelle
scuole, con collaborazioni in diverse regioni [15].
Il 2013 ha visto invece l’avvio di attività per le
biblioteche, con alcuni corsi di avviamento alla contribuzione attiva
in Wikipedia dedicati ai bibliotecari e ai cittadini [16].
Il significato di questo genere di attività è
molteplice. Innanzitutto, esso risponde all’esigenza emersa
in diverse realtà bibliotecarie, in particolare nel contesto
delle public libraries, di definire la biblioteca come luogo che ospita
attività formative indirizzate agli adulti oltre che come
mero erogatore di servizi di prestito e di consulenza informativa.
Offre inoltre - dopo la prima, lunga fase di successo in cui le
biblioteche hanno fornito connettività gratuita a tutti i
cittadini - una forma di alfabetizzazione digitale di secondo livello,
tesa a promuovere un uso partecipativo e consapevole della rete. Nel
momento in cui aumenta l’accesso alla rete da parte di una
popolazione caratterizzata da un tasso di scolarizzazione non altissimo
e da abitudini di lettura scarse come la nostra, il rischio che di essa
si faccia un uso superficiale tramite un utilizzo ingenuo dei motori di
ricerca e dei social network è sicuramente esistente.
Il
contesto wiki abitua a lavorare in direzione diversa: svela la
conoscenza come processo sociale anziché come dato di fatto
incontrovertibile basato sull’autorità, impone un
lavoro di ricerca delle fonti per il quale le biblioteche costituiscono
un ovvio alleato, responsabilizza i cittadini richiedendo la loro
partecipazione individuale attiva, educa al confronto sistematico con
una comunità e pone i lettori davanti alle contraddizioni
del diritto d’autore in epoca digitale, offrendo loro una
conoscenza di base del campo e il quadro delle alternative esistenti.
Le biblioteche accademiche possono svolgere una funzione simile
organizzando corsi di alfabetizzazione per gli studenti nel contesto
dei loro corsi di studio, in collaborazione con docenti e ricercatori e
arrivando fino al riconoscimento di crediti formativi [17].
In entrambi i casi, che si parli di biblioteca pubblica o di ricerca,
si tratta di accogliere l’invito rivolto da diversi studiosi [18] ad un’idea di
alfabetizzazione più ricca di quella basata sulla sola
attività della lettura, considerata prerequisito
indispensabile ma non sufficiente al pieno dispiegamento delle proprie
capacità culturali in un contesto come quello digitale.
Rivoltare le biblioteche
Le iniziative descritte possono essere lette nel quadro del concetto di
“biblioteca condivisa” di cui ha parlato Anna Maria
Tammaro nel suo intervento Dal paradigma dell’accesso a
quello della condivisione, tenuto al convegno delle Stelline 2013 [19]. Senza inutili forzature, non si
può però non vedere come quello che si presenta
sia un modello di biblioteca “Inside Out”, una
biblioteca che inizia a vivere un cambio di paradigma che vede il
bibliotecario uscire dalle mura della sua istituzione per portare le
proprie competenze professionali specifiche nel campo dei commons
digitali (come precisamente possono essere definiti Wikipedia e
Wikidata).
In tutto questo si assiste non solo alla contaminazione fra
pratiche professionali e gestionali, ma anche all’incontro
fra persone appartenenti a differenti comunità: il
bibliotecario, identificandosi o meno come tale, entra in una
comunità preesistente, aiuta, facilita, collabora, mostra ai
wikipediani quanto è stato fatto e quali errori si possono
evitare in futuro, ricevendo in cambio la freschezza e la ricchezza di
un approccio basato su conoscenza delle tecnologie, utilità
e usabilità dei dati e attenzione ai risultati.
Pragmaticità e velocità sono infatti le
caratteristiche distintive dei progetti wiki [20].
Un modello di lavoro aperto e sempre perfettibile, in cui i progetti
avanzano sulla base del consenso su un numero minimo di regole che
appaiano efficaci, demandando la gestione delle eccezioni e dei futuri
miglioramenti alla comunità stessa (quindi alle persone). In
questo si definisce il modello “aperto” dei
progetti wiki, eredità dell’esperienza del
software libero e realizzazione - per usare le parole di Eric Raymond -
della mentalità “a bazaar” come
contrapposta a quella “a cattedrale” [21].
Note
[1] In particolare, con la creazione
della pagina di progetto GLAM/Biblioteche
http://it.wikipedia.org/wiki/Progetto:GLAM/Biblioteche e la lista di
discussione per wikipediani e bibliotecari a cui tutti siete invitati a
partecipare http://mailman.wikimedia.it/listinfo/bibliotecari.
[2]
http://outreach.wikimedia.org/wiki/Wikipedia_Loves_Libraries.
[3] Cfr. per
un’introduzione tecnica di base Tommaso Di Noia (et al.),
Semantic web: tra ontologie e open data, Milano, Apogeo, 2013. Di
ambito biblioteconomico: Carlo Bianchini, Dagli OPAC ai library linked
data: come cambiano le risposte ai bisogni degli utenti, in AIB Studi,
n. 3 (2012), http://aibstudi.aib.it/article/view/8597 e Mauro Guerrini,
Tiziana Possemato, Linked data: un nuovo alfabeto del web semantico, in
Biblioteche oggi, n. 3 (2012),
http://www.bibliotecheoggi.it/content/201200300701.pdf.
[4] Attraverso la pagina speciale
Fonti librarie http://it.wikipedia.org/wiki/Speciale:RicercaISBN.
[5]
http://it.wikipedia.org/wiki/Aiuto:Template.
[6] Il “Wikipedian in
residence” è un wikipediano che agisce come ponte
fra progetti wiki e un ente culturale, solitamente una galleria, una
biblioteca, un archivio o un museo (GLAM).
[7] http://viaf.org/.
[8] Cfr. From Wikipedia to Our
Libraries
http://everybodyslibraries.com/2013/03/04/from-wikipedia-to-our-libraries/.
[9] Ad es. quella della scrittrice
Flannery O’Connor
http://en.wikipedia.org/wiki/Flannery_O%27Connor#Further_reading.
[10] Come si vede ad es. alla voce
World Wide Web http://thes.bncf.firenze.sbn.it/termine.php?id=36337.
[11] La lista completa delle voci
contenenti il link è disponibile all’URL:
http://it.wikipedia.org/wiki/Speciale:PuntanoQui/Template:Thesaurus_BNCF.
[12] https://www.wikidata.org.
[13] http://dbpedia.org.
[14] Ad es. nel TED talk
“Tim Berners-Lee on the next Web”
http://www.ted.com/talks/lang/en/tim_berners_lee_on_the_next_web.html
(con trascrizione anche in italiano).
[15] Vedi il progetto Wiki@Scuola
nella Relazione sulle attività 2012
dell’associzione Wikimedia Italia
http://wiki.wikimedia.it/wiki/Relazione_sulle_attività_2012.
[16] La lista dei corsi tenuti, in
continuo aggiornamento, si trova su
http://it.wikipedia.org/wiki/Progetto:GLAM/Biblioteche.
[17] Una prima esperienza in questo
senso è stata realizzata in Italia nel 2013 con gli studenti
di infermieristica dell’Università di Milano,
Istituto Nazionale dei Tumori
http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Raduni/Fondazione_IRCCS_Istituto_Nazionale_dei_Tumori_wikicorso_2013.
[18] Vedi ad es. Henry Jenkins,
Culture partecipative e competenze digitali: media education per il 21.
Secolo, Milano, Guerini studio, 2010.
[19] Biblioteche in cerca di
alleati, Milano 14-15 marzo 2013. Le slide dell’intervento di
Anna maria Tammaro sono disponibili su
http://www.slideshare.net/tammaroster/tammaro-convegno-stelline-2013.
[20] Il significato letterale della
parola “wiki” è, significativamente,
“veloce”.
[21] Cfr. La cattedrale e il
bazaar,
http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=La_cattedrale_e_il_bazaar&oldid=57324709 (in data 5
giugno 2013).