intestazione di vedianche


Vedianche - Notiziario della Sezione Ligure dell'Associazione Italiana Biblioteche
Numero 1 Vol. 23 Anno 2013 ISSN 2281-0617

Provenienze, possessori, notizie di libri e notizie sui libri

Anna Giulia Cavagna

Più di cinquanta iscritti, provenienti da cinque diverse regioni italiane, hanno assistito alla giornata di studio su La ricostruzione storica dei fondi librari attraverso lo studio delle provenienze, organizzato dalla Regione Liguria, Dipartimento Agricoltura Sport Turismo e Cultura, settore Sport tempo libero, programmi culturali e spettacolo lo scorso 10 maggio 2013, che ha raccolto relatori e uditori di formazione e intenzionalità professionale disparate (bibliotecari; studiosi; studenti) attorno ad un programma che, grosso modo, si bipartiva in due tronconi tematici complementari e distinti: l'uno di inquadramento culturale problematico e metodologico complessivo, di taglio storico; l'altro più specialistico e tecnico, che affrontava, nel vivo della procedura pratica e delle sottese teoriche informatiche, le fasi e metodi del trattamento della informazione libraria connessa alle provenienze.
Questo secondo spezzone della giornata lavorativa includeva relazioni di Donatella Benazzi (Biblioteca universitaria di Genova) Gestione e controllo dell'archivio dei possessori nel polo SBN ligure; di Danilo Bonanno, Introduzione alla registrazione dei dati di possesso e provenienza secondo lo standard animarci con sofware Aleph 500 nella prassi catalografica della biblioteca Berio di Genova; di Rossella Trevisan, Il trattamento delle provenienze in Sebina Open Library; di Giuseppe Pavoletti, Gestione delle provenienze in SBnWeb e nel Catalogo delle Biblioteche liguri CBL.
La prima parte invece si soffermava sulle analisi di insieme e le sfide, operative e culturali, che la registrazione delle provenienze impone oggi al bibliotecario, soprattutto evidenziando la profittevole messe di informazioni che tale prassi metterebbe a disposizione non tanto e non solo dello studioso, quanto del bibliotecario stesso, che meglio comprendendo le dinamiche storiche dell'Ente ove lavora e delle Raccolte che accudisce, riuscirebbe a valorizzarne il nucleo culturale al di là di una ottusa (statica e inutile) conservazione. (Si veda l'antesignano studio Rossi Marielisa, Provenienze, cataloghi, esemplari. Studi sulle raccolte librarie antiche, Manziana, Vecchiarelli, 2002).
Su un piano teorico e ideologico, astratto ma dalle notevoli implicazioni socio-culturali e politiche, si potrebbe dire che il porre attenzione finalmente al dato della provenienza, dell'oggetto libro, equivalga a riconoscere il valore, culturale e sociale della sua pregressa storia d'uso; parimenti, che ciò contribuisca a perfezionare quella parte di missione di attestazione e trasmissione della cultura in vari modi assolta (anche) da Enti Bibliotecari. Secondo uno dei mediaticamente più noti bibliotecari statunitensi: “Literacy is not a simple question of being able to read or being unable to read. It is a process by which, once able to read, an individual becomes more and more literate throughout life; more and more able to interact with complex texts and, thereby, to acquire knowledge and understanding. It is a key element in the enterprise —learning— to which libraries are dedicated. Instead of seeing the world as divided between the illiterate, a-literate, and literate, we should see literacy as an open-ended range of possibilities in which librarians, teachers, and students work together to learn and become more learned using sustained reading of texts as a central part of the life of the mind”. Una maggiore informazione sui testi e il loro uso storico rientra pertanto in quella lodevole forma di Equity of access to recorded knowledge and information da perseguire [1]. Ciò credo vada in un certo senso in linea con quanto recentemente avanzato da Paolo Traniello, La formazione in biblioteconomia tra conservazione, scienze sociali e ricerca in occasione del Seminario nazionale di biblioteconomia: Didattica e ricerca nell'università italiana e confronti internazionali (Roma, 30-31 maggio 2013) promosso dalla SISBB presso il Dipartimento di Scienze documentarie, linguistico-filologiche e geografiche della Università la Sapienza di Roma (introduzione ai lavori di A. Petrucciani) convegno che proprio dedicava interventi specifici alla questione (Flavia Bruni Dal convento di S. Pier Piccolo alla biblioteca città di Arezzo: un contributo agli studi di provenienza; Enrico Pio Ardolino, La Biblioteca della Basilica di S. Sebastiano alle catacombe di Roma).
Nella giornata genovese Francesca Nepori, con un' ampio e stimolante intervento, si è soffermata sul dato delle provenienze e sulle problematiche che tale elemento trascina con sé, sull'interazione, significato e uso finale del dato di possesso per una Biblioteca come quella Centrale dei Cappuccini della Provincia di Genova che ha sia materiale proprio sia, a seguito di un recente trasloco-accorpamento che ha movimentato decine di migliaia di pezzi, proveniente da dismesse biblioteche conventuali o di cappellanie ospedaliere. Col fermo eloquio di chi padroneggia le problematiche di una stratificazione libraria secolare Nepori (perché Di sua maggior magagna Conosce 'l danno Dante Purg. XVI, 44) ha dipinto una realtà dove si coglie una moltitudine spesso problematica per affastellamenti cronologici- di donazioni, lasciti testamentari, consegne, sporadici acquisti, depositi o concentrazioni di materiale proveniente anche da altri Enti Religiosi. In tale complessa situazione l'attività di catalogazione priva di descrizione di esemplari e senza legami provenienza e possessori non pare né completa né soddisfacente, in sostanza è poco funzionale per la storia e conoscenza dello stesso ente: solo registrando possessori e provenienze ad esempio si coglie bene come i libri del (deposto) gesuita Agostino Mascardi (al centro di un gruppo di letterati secenteschi del rango Melchior Inchofer, Bernardino Stefonio Tarquinio Galluzzi Angelo Grillo) siano stati donati e conservati nella libreria dei Cappuccini di Sarzana.

biblioteca provinciale dei Cappuccini foto Nepori

 ©Biblioteca provinciale dei Cappuccini - Foto Nepori


Cioè, detto altrimenti, senza il dato di provenienza non è possibile individuare, recuperare i libri provenienti da uno stesso fondo; né sapere quali fossero le caratteristiche comuni ad un preciso fondo conventuale; nemmeno gestire con consapevolezza la massa di doppioni inevitabilmente presenti (ché tutti i conventi di uno stesso Ordine han più o meno le stesse opere in lettura) e neppure ben ordinare le unità fisiche di un esemplare di una pubblicazione i più tomi che, talora in fase di trasloco son collocati separatamente. A partire dal 2010 la catalogazione degli incunaboli cappuccini include il legame con i possessori e con la provenienza, poi applicato anche alle edizioni successive sicché oggi si annoverano oltre 2000 forme accettate di nomi di possessori che, contando i rinvii, dan vita ad un archivio di forme indicizzate di quasi tremila voci consultabili in rete. Inoltre le note di possesso rivestono anche un valore informativo per la storia interna dell'Ordine in quanto attestano l'esistenza di individui che, per le ragioni più varie, gli annali o i ruoli interni dell'ordine non registrano.
Federica Viazzi, forte di una esperienza lavorativa presso la British Library ove s' è occupata di incunaboli italiani, è intervenuta su Fuori dalla tipografia. Material Evidence of Incunabula: dalle biblioteche genovesi alla British Library esaminando il materiale librario genovese alla luce della indagine-ricerca europea progettata in Gran Bretagna e sostenuta dal Cerl per implementare il MEI un nuovo database che registra (come in parte fa anche SBN) in modo assai dettagliato (compaiono postille, prezzi, valute, decorazioni, possessori istituzionali e privati ecc.) molti dati materiali anche di post produzione degli incunaboli. In Italia il progetto è seguito da Edoardo Barbieri alla Università Cattolica (presente in sala con allievi); egli da tempo coordina analoghe indagini in ambito Lombardo, finanziate dal ministero e in sintonia con il progetto inglese (cfr. la giornata di studio MEI 2.0. Gli incunaboli delle biblioteche lombarde e il progetto Material Evidence in Incunabula (MEI): bilanci e prospettive del 14-11-2012). Del resto il mondo anglosassone è stato antesignano in tali indagini che in continente hanno avuto genesi, e direi anche uso, quasi esclusivamente bibliofilico e antiquariale, generando talvolta campagne di raccolta di incommensurabile valore [2]. mentre in Inghilterra le ricerche hanno saputo per tempo elevarsi dal piano erudito e commerciale a quello scientifico interpretativo, producendo una letteratura di alto livello già vent'anni fa si veda per esempio David Pearson, Provenance, research in book history, a handbook, London, The British library, 1994 un opera che avrebbe meritato più ampia diffusione regionale, proprio per il suo valore metodologico.
Applicando le suggestioni che provenivano proprio da quel lavoro, in particolare centrato sulla raccolta, descrizione, censimento, studio dei timbri di possesso applicati dalle biblioteche istituzionali fu possibile, ad esempio a chi scrive, ricostruire il network di lettori europei di uno scienziato italiano [3], ma anche ricomporre la stratificazione e fissare l'ingresso delle edizioni italiane (genovesi ma non solo) del Settecento nelle collezioni reali britanniche [4].
A fugare ogni equivoco va detto che l'attenzione alle note manoscritte e ai dati di provenienza, ancorché dai relatori sia stata intesa soprattutto in riferimento al materiale librario a stampa in forma monografica è funzionale anche per opuscoli, prodotti tipografici effimeri e volanti, risultando in certi casi illuminante proprio per una loro migliore, estensiva, fruizione terminale. Una tesi discussa nel Corso di Laurea in Conservazione dei Beni culturali (librari) di qualche anno fa ad esempio applicava il metodo della registrazione di marginalia, provenienza e possessori anche a bandi e manifesti, facendo emergere dettagli utili allo storico e consentendone una migliore comprensione [5].
D'altro canto va anche detto che la registrazione delle provenienze consente pure una più stringente, pertinente e consapevole difesa del patrimonio librario come ha sottolineato, nella sua esauriente comunicazione, la dott. Chiara Puccinelli della soprintendenza ai Beni Librari che ha illustrato il ruolo della Regione nell'opera di cooperazione in materia di tutela del patrimonio culturale (art. 5 e 10 DL.42, 22.01.2004) nel sollecitare operazioni di inventariazione, revisione, integrazione catalografica e digitalizzazione, nel curare le procedura per la stesura, riferita a un bene, di una dichiarazione di interesse culturale. Le provenienze e la traccia di precedenti possessori intervengono positivamente in soccorso nelle operazioni di denuncia e rilevamento di furti, concessione di esportazioni definitive (possibili solo in presenza di un attestato di libera circolazione) o decisioni di acquisto coattivo (Codice dei Beni culturali art. 70): caso quest'ultimo verificatosi proprio sul territorio ligure in relazione ad una copia del 1601 del Theatrum orbis terrarum dell'Ortelio fortemente radicata regionalmente perché omaggiata nel 1833 a Finale a Lorenzo de' Raymondi.
Altre volte invece la provenienza testimonia fenomeni di legittimo collezionismo che si nutre tuttavia di dispersioni, dismissioni, fuoriuscite di materiale librario forse non ben controllate. Una complessa ricerca personale di cui dirò più oltre mi ha portato ad indagare le donazioni della The Huntington Library a San Marino, in California dove compare una cospicua collezione cartografica, messa insieme in Europa all'inizio del secolo scorso, da un eminente matematico e giocatore di scacchi Louis C. Karpinski che lasciò anche libri personali alla University of Michigan ove insegnò per anni occupandosi in modo particolare dei legami tra algebra e tradizione italiana aritmetica dell'abaco [6]. Fra quei suoi libri donati figura l'opera Alfabeto essemplare diuiso in tre parti del M.R.P.F. Vincentio Ferrini da Castelnouo di Garfagnana predicatore dell'ordine di S. Domenico. Opera, che con la nuoua aggiunta fatta in questa editione, in se contiene cinque mila, e trecento similitudini: ... Con due tauole ad ogni alfabeto nel fine, vna de' simigliati, & l'altra de' simili, riuoltate, per maggior commodità de' lettori, In Venetia, appresso Pietro Dusinello, 1616 che al frontespizio esibisce una vistosa nota di provenienza dalla libreria della congregazione dei Pii Operai catechisti rurali (fondata a Napoli dal Cardinal Carafa nel XVII secolo). La biblioteca nazionale di Napoli nel suo catalogo storico (digitalizzato) conserva testimonianza del possesso di quell'opera (non registrata nell'opac di SBN) come proveniente dalla annessa (1875) biblioteca serale di S. Giacomo. Nel trasloco forse qualcosa si perse?!
L'importanza e l'utilità della registrazione delle provenienze, dei dettagli paratestuali e di lavorazione materiale ai fini della conoscenza e ricostruzione storica di raccolte librarie disperse, la si coglie tuttavia e-contrario (nell'incomodo caso di una sua assenza) nelle vicende di una, sinora completamente sconosciuta, considerevole biblioteca regionale ligure, strabiliante per le sue circostanze di creazione e non-uso. [7].
Rimasta finora ignota a tutti gli studiosi, la raccolta libraria di Alfonso del Carretto, allestita nel secondo Cinquecento, è conoscibile solo attraverso il ritrovamento del suo originalissimo e inconsueto catalogo, unica e ultima attestazione dell'esistenza di una biblioteca mai fruita, amorevolmente eretta per scopi chiari e con finalità precise, in una prosperità di mezzi finanziari insospettabile in un esule, quale era il proprietario al tempo dell'allestimento. Il documento che la tramanda presenta una regolare ed eloquente suddivisione dei dati bibliografici nei quali è possibile distinguere: il piano editoriale (descrizione facsimilare dell'edizione); il piano paratestuale (dediche); il piano della copia (dati d'esemplare) mentre le caratteristiche di descrizione degli esemplari includono informazioni su legature (con ricorso a terminologie pertinenti e specifiche oltre che disambiguanti: pergamena ranzata, verde, corame rosso, carta pecorina verde, coio Rosso, et recapitulato con lauori d'oro sopra; alla Romana. etc…,) l'indicazioni di parti eventuali (presenza di miscellanee); caratteristiche dell'emissione (stampa in carta azzurra).
L'informazione bibliografica pervasiva di quel documento, un po' lista, un po' catalogo, (supporto ad una campagna politico diplomatica pluriennale che si alimentava anche di propaganda storiografica) rispondeva sicuramente ad esigenze del proprietario di tutela e di controllo dei propri beni oltre che di memoria; tuttavia l'abbondanza dei suoi dettagli contrasta, dolorosamente, con la mancanza dei dati di descrizione di copia nei nostri opac. Il loro silenzio sui dati di provenienza, possesso, consistenza degli elementi di post-produzione del libro genera la conseguente impossibilità di risalire dalla notitia librorum del documento agli esemplari, oggi eventualmente conservati in un qualche patrimonio di qualche specifico ente, ma determina anche l'incapacità di ricostruire, seppur virtualmente, un universo librario che da altre fonti storico documentarie conosciamo come disperso e che delineò, almeno per qualche tempo, la cultura di una delle famiglie nobili della Liguria.

NOTE
[1] Michael Gorman, Dean of Library Services California State University, Fresno discorso inaugurale per le Celebration of Libraries presso Sheldonian Theatre Oxford (UK), 20 Settembre 2002.
[2] Si pensi solo ai tredici volumi di Kloster-Exlibris der Bayerischen Staatsbibliothek, Kloster-Exlibris der Bayerischen Staatsbibliothek Exlibris 1, ca. 1540-1800 della biblioteca monacense oppure cfr Brigitte Schröder, Die Exlibris der Bayerischen Hof-und Staatsbibliothek : 17. bis 20. Jahru ndert / gesammelt und beschrieben von Fridolin Dressler ; Wappenerklärungen , Wiesbaden, Harrassowitz, 1972. In Italia, come ho avuto modo di verificare allestendo una prima generica bibliografia d'uso sulla tematica, l'interesse passa attraverso la conoscenza, e la bibliografia su, gli ex libris: cfr Bibliografia italiana degli ex libris, Trento, Temi, 1987; Gli ex libris italiani dalle origini alla fine dell'Ottocento, Milano, Bibliografica, 1993 3 voll.; "Ex libris” Collana Enciclopedia tascabile, Roma, p. 64, 1996; Remo Palmirani, L'esegeta dell'ex libris Amelia, 2003; Gli ex libris italiani del Novecento - Evoluzione e mutazione, Tipoteca Italiana Fondazione, Cornuda, 2006; Bibliografia italiana degli ex libris Trento, Temi, 1987; Gli ex libris italiani dalle origini alla fine dell'Ottocento, Milano, Bibliografica, 1993 3 voll.; Ex libris” Collana Enciclopedia tascabile, Roma, p. 64, 1996; Remo Palmirani, ++L'esegeta dell'ex libris++, Amelia, 2003; Gli ex libris italiani del Novecento - Evoluzione e mutazione, Tipoteca Italiana Fondazione, Cornuda, 2006. Può essere utile al bibliotecario anche la seguente sitografia, del tutto indicativa e da non intendersi esaustiva delle fonti in rete: http://www.sagerecovery.com/looted-art/resources/databases.htm; http://www.libfl.ru/restitution/index-eng.html ; Catalogues > VGBIL marks provenance Vserossiiskaya Gosudarstevennaya Biblioteka Inostrannoi Lituratura-, The http://www.libfl.ru ; http://www.staatliche-bibliothek-regensburg.de/index.php?id=72; http://www.afcel.com/1-Accueil;
[3] ANNA GIULIA CAVAGNA, I libri di Giovanni Giacomo Marinoni, in Gli spazi del libro nell'Europa del XVIII secolo, a cura di Maria Gioia Tavoni e Françoise Waquet, Bologna, Pàtron 1997, pp. 129-152.
[4] ANNA GIULIA CAVAGNA, Settecentine alla British Library: rapporti librari competenze, linguistiche e viaggiatori tra Pavia e Londra, in Testo e immagine nell'editoria del Settecento. Atti del convegno internazionale Roma 26-28 febbraio 2007, a cura di Marco Santoro e Valentina Sestini, (Biblioteca di Paratesto 4), Pisa Roma, Serra, 2008, ISBN-13: 978-88-6227-064-9, pp. 367-395
[5] Valentina Petrolati, Indagini bibliografiche presso la Civica Biblioteca Berio: I Manifesti e i Bandi del fondo Corradino, Tesi di Laurea Università di Genova relatore prof. P. Parola, correlatore prof. AG. Cavagna a/a 2007-2008 ha registrato, per un complesso di carte a stampa dal XVII secolo sino al XIX riguardanti aspetti vari di vita delle Repubblica e del comune di Genova donate dall'avvocato Francesco Corradino, le informazioni soprattutto nei campi il 316 e 317 di Unimarc una elaborata caratteristica oggi sfruttata anche da SBNweb. Sull'argomento si vedano anche le riflessioni e i dibattiti in Blog del Polo SBN Ligure http://pololig.wordpress.com/ alla voce codici di relazione 320 390 720 in gestione bibliografica. Il Blog assai ricco documentalmente. Con le indagini catalografiche di Irina Martellato, Indagini bibliografiche sul fondo Canevari, Tesi di Laurea Università di Genova relatore prof. P. Parola, correlatore prof. AG. Cavagna a/a 2007-2008 è stato possibile invece evidenziare decine di marginalia in un (primo) gruppo di un centinaio di opere possedute da Demetrio Canevari.
[6] Cfr. http://genealogy.math.ndsu.nodak.edu/id.php?id=7703
[7] ANNA GIULIA CAVAGNA, La biblioteca di Alfonso II del Carretto marchese di Finale. Libri tra Vienna e la Liguria nel XVI secolo, Finale, Centro Storico del Finale, 2012, 429p., ill.