Vedianche
- Notiziario della Sezione Ligure dell'Associazione Italiana
Biblioteche
Numero 2 Vol. 23 Anno 2013 ISSN 2281-0617
La biblioteca aumenta il PIL: nuove proposte per una
campagna di sostegno
Marilena
Cortesini, Luca Ferrieri, Cristina Giavoni
Anche a Cologno Monzese, comune di circa cinquantamila abitanti
collocato nella prima cintura milanese, l’impatto delle
riduzioni di bilancio, dovute alle leggi finanziarie e al rispetto del
patto di stabilità, è stato particolarmente
pesante. Le spese complessive per la cultura sono diminuite del 76% in
sette anni, passando da € 1.201.910 (2005) a €
284.000 (2013). In questo contesto, la scelta fatta dalle
Amministrazioni e dai responsabili dei servizi, è stata
quella di difendere innanzitutto il nucleo portante delle politiche e
dei servizi culturali locali, individuato nella biblioteca civica, che
infatti ha visto una riduzione del bilancio più contenuta,
anche se sempre molto pesante, dell’ordine del 35%.
E anche la biblioteca
quindi si è trovata a dover compiere numerosi e progressivi
sacrifici, perché per mantenere inalterato il budget degli
acquisti librari e documentari, ha dovuto ridurre completamente la
somma destinata alle iniziative di promozione della lettura e quella
rivolta al rinnovo delle attrezzature informatiche e multimediali,
ormai totalmente obsolete, oltre ad altre voci di bilancio. Una
biblioteca che non acquista più un numero sufficiente di
libri e documenti, che non fornisce quindi i viveri ai suoi utenti,
è una biblioteca a encefalogramma piatto; ma anche una
biblioteca che non investe in promozione della lettura o che non
fornisce all’utenza dotazioni adeguate per navigare in
Internet ed esplorare il web è una biblioteca che si pone al
di sotto degli standard internazionali e che abdica a parti
fondamentali della sua mission.
Nella ricerca di
soluzioni che portassero un sollievo, almeno parziale, allo stato di
sofferenza dei suoi bilanci, nel 2014 la biblioteca di Cologno ha
ideato una campagna di sostegno intitolata La biblioteca aumenta il
Pil. Prima di descrivere nel dettaglio le
modalità
organizzative della campagna, occorre sottolineare con forza alcune sue
caratteristiche basilari e alcune scelte di fondo che la differenziano
da molte iniziative similari.
Il Pil è il
prodotto interno... di lettura
In qualche modo e a suo modo, con il titolo della campagna (volutamente
ambiguo), la biblioteca manda un messaggio preciso:
l’economia non è solo la macroeconomia e la
finanziarizzazione del mondo, è l’economia
distribuita e condivisa, l’"economia del noi",
l’economia a chilometro zero (anche in senso culturale),
l’economia che nasce dalla valorizzazione della cultura di
tutti e di ciascuno, del volontariato, dei servizi di
prossimità, di cui la biblioteca fa parte a
pieno titolo,
del tempo libero e liberato. A differenza di altre campagne (come ad
esempio quella lanciata dal Sole 24 ore con il Manifesto per gli stati
generali della cultura), l’opposizione alle
politiche di
sistematico depauperamento dei beni e dei servizi culturali, quelle per
cui "con la cultura non si mangia", non viene condotta soltanto in nome
della funzione produttiva e della rilevanza economica della cultura.
Parimenti importante, nella logica della campagna, sono la funzione
sociale della cultura e della biblioteca, la capacità di
progettare dal basso, di aggregare interessi non solo economici, di
fare critica e massa critica.
La campagna di Cologno Monzese rompe
quindi con una certa idea di sussidiarietà, quella fondata
su una logica meramente sostitutiva, che finisce con il dare una mano
allo smantellamento dello stato sociale. Allo stesso modo la campagna
si distanzia dalle pratiche diffuse, anche se sempre più
difficili in tempi di crisi, di sponsorizzazione o mecenatismo da parte
di medi e grandi gruppi privati, che si configurano spesso come
pagamento in contanti di servizi differiti e non dichiarati. La
biblioteca non è in vendita, anche se qualcuno la vuole
ridurre alla fame. Per questo nelle "regole del gioco" della campagna
si affermano con decisione due cose: 1) che i fondi raccolti saranno
aggiuntivi e non sostitutivi rispetto a quelli fissati nel bilancio
pluriennale del comune, evitando così che a qualche solerte
ragioniere venga l’idea di diminuire ulteriormente i fondi
ordinari della biblioteca, proprio in conseguenza della campagna di
"autofinanziamento"; 2) che il contributo in denaro versato dagli
utenti non si configura in alcun modo come una forma di "prestito a
pagamento", non solo perché è volontario, ma
perché non “paga” nulla, essendo
inderogabilmente confermato il principio della gratuità
dell’iscrizione e di tutti i servizi base della biblioteca.
Inoltre la raccolta fondi non si basa solo su contributi in denaro, ma
sull’appello a sottoscrivere delle azioni di lettura
(che
descriveremo più sotto e che sono esemplificate
sul sito). Si può sostenere la
biblioteca in moltissimi modi diversi: compiere una azione in suo
favore vuol dire diventarne azionisti
di riferimento: investire tempo o
denaro in biblioteca, come dice un volantino dell’iniziativa,
rappresenta "un’assicurazione sul futuro della
città".
A caratterizzare la campagna, infine, è
la modalità di utilizzo dei fondi raccolti. Essi serviranno
a finanziare dei progetti speciali di sviluppo dei servizi, progetti
che possono essere presentati da chiunque in forma individuale o
associata. A decidere quale progetto verrà finanziato
sarà l’assemblea degli "azionisti", ossia dei soci
sostenitori. Questa scelta radicalmente partecipativa vuole mettere
ancora più chiaramente nelle mani degli utenti il destino
della biblioteca. Non è una scimmiottatura dei bilanci
partecipativi, che godono ormai di vita stentata, ma una chiamata in
correità e un appello alla responsabilità di
tutti: non solo degli amministratori e dei bibliotecari, ma anche dei
lettori e degli utenti.
La campagna della biblioteca tenta
così una manovra ambiziosa: quella di raddrizzare i propri
bilanci e insieme di consolidare il proprio radicamento nella
comunità. L’appello alla solidarietà si
iscrive quindi in una tradizione mutualistica di lungo corso, raramente
però applicata alle istituzioni culturali, e nello stesso
tempo la rinnova radicalmente enfatizzando il ruolo e la
responsabilità del singolo. Se un lettore vuole che la
biblioteca sopravviva, nell’immediato e prossimo futuro
dovrà fare
la sua azione, dovrà dare il suo aiuto
per riceverlo (in questo senso esso diventa veramente mutuo),
dovrà esporsi in prima persona.
L’ideazione
e la costruzione della campagna
In
biblioteca si è costituito un gruppo di lavoro che si
è impegnato per la campagna su vari fronti
- Ideazione
logo e slogan
- Redazione
di un regolamento e di "proposte azionarie" per gli utenti interessati
a collaborare in attività concordate con la biblioteca
- Ideazione
e realizzazione grafica di tessere-sostenitore, bollettini, manifesti,
pieghevoli
- Organizzazione
della serata di lancio della campagna
- Ricerca
sponsor ed esercizi commerciali (per scontistica)
- Organizzazione
amministrativa
Le
attività elencate hanno richiesto un forte impegno, anche in
considerazione delle risorse economiche quasi inesistenti; determinante
è stata la sinergia tra i colleghi e l’aiuto
concreto di volontari, amici, che hanno partecipato nelle maniere
più varie alla buona riuscita del progetto. Il clima disteso
e la passione che ha unito i collaboratori - bibliotecari e no - sono
stati davvero degni di nota; proposte e idee dei singoli fluivano nel
gruppo e dal gruppo venivano aggiustate e strutturate, prendendo poi la
forma migliore. A qualcuno di noi è sfuggito anche un "Ah,
si riuscisse sempre a lavorare così!". Il gruppo
di lavoro ha selezionato due slogan, che hanno funzionato come idee
guida e filo conduttore della campagna. Il primo è stato Una
biblioteca oggi per il lettore di domani: fa il verso al
vecchio adagio
per cui sarebbe meglio un uovo oggi che una gallina domani,
trasformando però lo spirito rinunciatario, e
l’invito ad accontentarsi, in un appello alla costruzione del
futuro. La logica della formica esopiana viene sfidata sul suo terreno:
non lo “spirito di accumulazione”, ma
l’investimento presente e nel presente è quello
che garantisce davvero il futuro. Così la biblioteca ha
potuto senza sensi di colpa inscrivere sulla scala di ingresso della
sezione ragazzi (che non a caso è intitolata a Rodari) la
sua scelta di campo a favore della cicala, "che il suo canto non vende,
regala".
L’uovo è diventato
l’immagine-simbolo, il segno iconico e grafico della
campagna.
L’uovo come elemento pieno di
promesse, quella “cosa” che contiene la vita, che
curato o meglio fecondato e “covato”, tenuto al
caldo e accudito si schiude mettendo al mondo una piccola nuova
creatura. L’uovo da sempre considerato come un cibo per i
poveri, ma ricco, ricco di sostanza. La risorsa che nelle campagne fino
alla prima meta del secolo scorso, attraverso la gestione del pollaio
abitualmente affidata alle donne (che sono molto più della
metà del cielo della lettura), consentiva di portare a casa
del denaro contante, utilizzato per la dote, i vestiti, ecc., quando il
lavoro del contadino non prevedeva salario, ma pagamento in natura.
È sembrato un bel simbolo prendersi cura della biblioteca
così come si cura dopo la schiusa la covata dei pulcini,
tenuti al caldo facendoli dormire in una cesta proprio in casa.
È sembrato che per un lettore la biblioteca potesse essere
come l’uovo piena di promesse, di vitalità e di
sorprese, e che ai lettori piacesse prendersene cura come di un piccolo
tesoro collettivo, una riserva per i tempi difficili. E naturalmente
l’uovo della biblioteca è un uovo
“scritto”, pieno di lettere e di parole che
reclamano il loro diritto all’esistenza e alla rottura del
guscio.
Il secondo slogan è quello de La biblioteca aumenta il PIL,
di cui abbiamo già parlato. Non si tratta tanto e solo del
PIL della macroeconomia, quello che cresce anche grazie
all’inquinamento e al traffico sulle autostrade,
bensì del “prodotto interno di lettura”,
ossia della possibilità che ogni cittadino ha di arricchirsi
e di arricchire gli altri attraverso la lettura, intesa nel senso
più lato possibile. Un prodotto molto interno, anzi intimo.
Che cresce da dentro, come il pulcino scritto
nell’uovo.
Il lancio e il rilancio
La campagna è stata pubblicizzata in forme miste e
combinate, cercando in alcuni casi anche l’effetto sorpresa e
perseguendo una comunicazione virale anche se non invasiva. Sono state
utilizzate missive e lettere tradizionali, manifesti e locandine,
accanto a sms, email, passaparola. Sono state gradualmente costruite
una presenza e un’aspettativa in rete e sui social network.
Nel sito della biblioteca sono state pubblicate tutte le informazioni e
il materiale relativo alla campagna, con richiamo dalla homepage:
http://www.biblioteca.colognomonzese.mi.it.
Per quanto riguarda la pagina Facebook, invece, a partire da una
ventina di giorni prima della serata di lancio, sono state postate con
cadenza regolare delle immagini evocative – che ovviamente
ancora si possono vedere - su cui sono state inserite citazioni tratte
dal libro di Antonella Agnoli Caro
Sindaco, parliamo di biblioteche.
Inoltre,
per incuriosire i nostri utenti,
sono state postate su Facebook delle foto con il logo della campagna,
scattate in posti inconsueti, vicino alla biblioteca (es. nel giardino
della storica Villa Casati, sul ramo di un albero, su una statua).
Per
la serata di presentazione e lancio della campagna (4 Ottobre 2013),
pubblicizzata attraverso l’affissione di manifesti in
biblioteca e per le strade di Cologno Monzese, sono stati invitati
attori, scrittori, lettori, giornalisti, che nel corso degli anni hanno
contribuito alla storia della biblioteca e alle sue
attività. A titolo completamente gratuito, ognuno di loro ha
donato un contributo per rendere la serata piacevole e divertente:
reading letterari, brevi rappresentazioni teatrali, racconti di
esperienze di lettura e chicche musicali.
Noi bibliotecari, di diritto
inseriti tra i protagonisti della serata, abbiamo scelto di adottare e
personalizzare i Dieci
buoni motivi per andare in biblioteca di Stefano
Parise - che a dire il vero sono diventati
undici…:
all'inizio dell'evento, ancora a luci spente in sala, mescolati tra il
pubblico, ci siamo alzati, uno alla volta, per scandire a gran voce il
“motivo” - da noi giocosamente ribattezzato
“comandamento” - adottato, mentre sullo schermo
veniva proiettata l’illustrazione riferita al servizio
evocato (un’illustratrice, Sara Pittalunga, ha generosamente
lavorato per noi in tempi da record).
Illustrazione e motivo corrispondente sono
stati replicati poi sul palco come supporto per la presentazione dei
singoli ospiti e del servizio bibliotecario prescelto, illustrato al
pubblico in pochi ma scoppiettanti minuti (c’è chi
ha scelto fotografie, chi musiche, chi citazioni bibliografiche). Alla
serata hanno partecipato più di un centinaio di persone e
sono stati raccolti circa 600 euro.
In biblioteca, al Servizio Informazioni, si raccolgono attualmente
donazioni per la campagna o, in alternativa, proposte di collaborazione
ad attività della biblioteca. Nel totem riservato
all’ini¬ziativa, oltre all’elenco degli
esercizi commerciali convenzionati e al manifesto con gli esercizi
commerciali sostenitori, “amici” della biblioteca,
è presente una lista di possibili “azioni di
lettura”, che comprendono i più vari tipi di
collaborazione (lavori di manualità creativa, ad esempio
realizzazione di borse di stoffa per la biblioteca, consegna di libri a
domicilio, lettura di storie da nonni ai bambini,
“tutoraggio” informatico, organizzazione di visite
guidate in biblioteca in lingue diverse dall’italiano).
Naturalmente, ognuno può proporre liberamente alla
biblioteca la sua “azione di lettura”.
Sia le donazioni in denaro che le “azioni di
lettura”, come indicato ne “le regole del
gioco”, danno diritto a una tessera speciale di
“socio sostenitore”
I
vantaggi? Sconti nei negozi convenzionati,
possibilità di presentare progetti di rilancio e di sviluppo
dei servizi bibliotecari, diritto di voto nella fase di selezione dei
progetti ammessi, prevista per l’autunno 2014.
L’operazione più difficile è stata
senza dubbio la ricerca degli “sponsor” e degli
esercizi commerciali sostenitori. Nonostante questo tipo di donazioni
possa essere detratto dai redditi, è stata dura reperire dei
fondi, forse anche a causa del particolare momento storico che stiamo
vivendo. Alcune aziende hanno preferito contribuire mettendo a
disposizione macchinari (es. videoproiettore) o non facendo pagare
alcuni servizi (es. tipografia). Anche questa è
un’azione di lettura, che è stata molto gradita
anche perché a permesso di effettuare la comunicazione a
costo (quasi) zero.
Naturalmente, il lavoro non è terminato, anzi è
solo all’inizio: faremo il possibile per realizzare
partnership fondate su una cultura di progetto, in vista di obiettivi
comuni e per promuovere ulteriormente la campagna. Dopo il lancio,
infatti, occorre il rilancio, anzi un continuo, quotidiano rilancio. La
tendenza naturale è quella per cui, se non alimentate, certe
campagne si spengono rapidamente. La logica su cui si fondano le
attività, anche quelle culturali, è quella degli
“eventi”, degli spot, dei bagliori e dei riverberi
delle luci della ribalta metropolitana. Per questo stiamo organizzando,
sempre a costo zero, dei “contro-spot”, degli
incontri con autori (non solo di libri, ma di film, di musica, di
“opere” sociali e di opere di ogni
“genere”), all’ora di chiusura della
biblioteca, in forma un po’ rapsodica, informale e
colloquiale. In questa occasione, come in ogni altra, ricorderemo che
la campagna prosegue e che la biblioteca aiuta se i lettori
l’aiutano.