intestazione di vedianche


Vedianche - Notiziario della Sezione Ligure dell'Associazione Italiana Biblioteche
Numero 2 Vol. 23 Anno 2013 ISSN 2281-0617

Giovanni Nicolò Casana, Lettere ad Angelico Aprosio (1665-1675), a cura di Luca Tosin, Firenze, Firenze University Press, 2013, 199 p. : ill. (Fonti storiche e letterarie. Edizioni cartacee e digitali ; 36) ISBN 978-88-6655-235-2

Recensione di Francesca Nepori

Il volume raccoglie la trascrizione di 278 lettere di Giovanni Nicolò Casana ad Angelico Aprosio conservate presso la Biblioteca Universitaria di Genova (collocazioni; Ms. E.II.3; Ms. E.V.27; Ms. 40bis) e in minima parte - per la precisione 8 lettere - presso il fondo della Biblioteca Aprosiana di Ventimiglia.
Anche se la storia del trasferimento dell'epistolario di Angelico Aprosio (1607-1681), detto il Ventimiglia, è risaputa sarebbe stato interessante rinfrescare la memoria dell'occasione e dell'artefice di un tale spostamento dalla Biblioteca Aprosiana alla nascente Biblioteca Universitaria (cfr.: E. Celesia, La Biblioteca Universitaria di Genova. Cenni storici dalle origini fino al 1883, Genova 1884); in effetti p. Prospero Semino, agostiniano e docente di etica all'Università di Genova, fu incaricato dal Direttorio della neonata Repubblica Ligure di far confluire molti libri, tra cui 46 volumi contenenti il carteggio epistolare dell'Aprosio, dalla Biblioteca Aprosiana all'allora costituenda Biblioteca Nazionale.
L'epistolario si è imposto immediatamente all'attenzione degli storici della cultura ligure per l'importanza del contenuto e degli attori coinvolti; nel tempo diverse parti dello stesso sono state oggetto di studio e di trascrizione.
La pubblicazione, che qui si vuole presentare, prende in considerazione le lettere inviate da Giovanni Nicolò Casana, mecenate di antica e nobile famiglia genovese, al Ventimiglia.
Dalla lettura delle lettere emerge immediatamente il coinvolgimento diretto di Casana alla realizzazione di alcune delle opere più importanti della letteratura ligure: "egli fu parte attiva e artefice della pubblicazione de La Biblioteca Aprosiana e de Le vite de pittori scoltori, e architetti genouesi del Soprani, vicende editoriali, queste, cui dedicò tempo e denaro". (Introduzione, p. 16).
Soprattutto diventano d'enorme importanza, per la storia editoriale della Biblioteca ma anche per la storia della produzione del libro a stampa del XVII secolo (forse interesse ultimo del curatore), le lettere che Aprosio scrive al mecenate durante le fasi preliminari alla stampa dell'opera.
"L'impianto di quest'opera, col trascorrere del tempo, si andò modificando nel senso di una dilatazione dell'originario quantitativo di fogli previsto in numero di venti (stampati in dodicesimo), fino a superare i trenta della stesura definitiva" (Introduzione, p. 23).
Interessante e spesso non preso in considerazione è il percorso delle vie delle lettere cui Tosin dedica una serie di riflessioni precise che ci permettono di comprendere la difficoltà dell'Aprosio nell'inviare e nel ricevere in tempi brevi lettere, ma anche libri, da/a Ventimiglia.
Affrontare oggi l'epistolario di uno dei maggiori e più importanti letterati del XVII ligure significa padroneggiare una sterminata bibliografia che Tosin dimostra di ben conoscere e usare nelle diverse e dettagliate note - che corredano la parte relativa alla trascrizione delle epistole - senza le quali effettivamente la lettura sarebbe di difficile comprensione coinvolgendo diversi attori dell'epoca e vicende storiche locali.
Tosin ci introduce e ci accompagna con sicurezza e precisione nel complesso mondo della cultura libraria barocca, non solo ligure, attraverso lo studio dell'epistolario di uno dei più importanti scrittori e bibliofili del tempo.