Vedianche
- Notiziario della Sezione Ligure dell'Associazione Italiana
Biblioteche
Numero 2 Vol. 23 Anno 2013 ISSN 2281-0617
Il nuovo regolamento di iscrizione dell'AIB
Enrica
Manenti
Il nuovo Regolamento
di iscrizione all'Associazione Italiana Biblioteche è un
passo significativo del cammino che l'Associazione ha intrapreso oramai
quasi 10 anni fa. Si trattava di trasformare l'Associazione
nell'Associazione professionale dei bibliotecari italiani, mantenendone
nel contempo la funzione di riferimento per l'intero mondo delle
biblioteche nel nostro Paese.
La storia è ripercorsa nelle sue tappe fondamentali in
diversi articoli usciti su AIB Notizie [1],
a firma di Fausto Rosa e di Raffaele De Magistris che ne è
stato uno dei protagonisti con il suo lavoro costante e pervicace,
avendo intravisto in modo chiaro la portata di questo cambiamento e
l'interesse che poteva rivestire per il mondo delle biblioteche e di
noi bibliotecari.
Tra i passi più recenti compiuti l'approvazione del nuovo
Statuto nel 2010 [2] che invito
tutti a rileggere, basato sullo stato di allora delle proposte di legge
per il "riconoscimento" delle professioni così dette non
ordinistiche. Il testo definitivo della Legge 4 del 14 gennaio 2013 non
è stato completamente rispondente a quanto l'AIB auspicava,
in particolare per il fatto che alla necessità di
qualificare queste professioni in funzione di garantire una
qualità al consumatore non è corrisposto un
sistema di garanzie sufficienti. Infatti se da una parte si dice che il
professionista si può avvalere per dimostrare la propria
preparazione e adeguatezza della certificazione di
conformità a norma UNI, dell'attestazione della Associazione
professionale di riferimento [3] o
anche della autoregolamentazione in base a norme indicate [4], si dice che l'esercizio della
professione è libero, confidando sul fatto che il mercato si
regoli da sé. Questo criterio, pur essendo corretto nel
senso che dovrebbe essere oramai chiaro che non parliamo di un Albo
"chiuso", non è coerente, in particolare nel nostro campo in
cui la committenza e il datore di lavoro sono soggetti in larghissima
parte pubblici. Inoltre per le biblioteche fare riferimento diretto al
consumatore non è completamente proprio, in quanto la
soddisfazione dell'utente non è/ non può essere
esclusivamente attribuita alla responsabilità degli
operatori, per ragioni evidenti che tutti conosciamo.
Prima di commentare il testo del nuovo regolamento occorre ricordare
che una bozza dello stesso, rielaborata dal CEN entrante e basata sul
lavoro fatto in coda al mandato precedente da un gruppo di lavoro sullo
Statuto coordinato da Fausto Rosa [5],
era stata già presentata in occasione dell'Assemblea di
Torino del 2011; sarebbe dovuta iniziare una discussione sui contenuti,
in particolare su due elementi a nostro parere fondamentali: la
descrizione della professione e delle sue attività
(questione identitaria non da poco) e sui requisiti di accesso
(questione politica e "sociale", nel senso che deve tenere conto della
base associativa e delle caratteristiche dei bibliotecari italiani).
Poi, come spesso accade per diversi motivi, tra cui il fatto che una
organizzazione come l'AIB si basa essenzialmente sul volontariato,
altri argomenti e altre scadenze si sono sovrapposte per diversi mesi.
Il dibattito ha preso forza dopo l'approvazione della legge 4 la cui
entrata in vigore imponeva alcuni adeguamenti tra cui l'aggiornamento
del regolamento di iscrizione [6]
che contiene nella sua sostanza una presa di posizione sui due temi
centrali accennati sopra. Per cercare di coinvolgere gli Associati i
temi del riconoscimento professionale e dei conseguenti impegni per AIB
sono stati oggetto di presentazioni e di discussione collettiva in sede
di Assemblee regionali [7].
L'impressione avuta in alcuni di questi fondamentali incontri
è che probabilmente l'evoluzione dell'Associazione verso una
Associazione di professionisti, seppur scontata, non era stata
sufficientemente comunicata alla base associativa in precedenza.
Comunque , in seguito si è cercato di accelerare i tempi di
verifica e di concreto avvio della messa a regime del nuovo assetto
associativo. È stata fatta da parte del CEN, con il concorso
dell'Osservatorio legislativo, una verifica puntuale sul dettato della
Legge 4 rispetto allo Statuto, al Codice deontologico e al Codice di
comportamento. Dall'analisi è risultato che il Codice
deontologico ed il codice di comportamento, pur essendo come dire
"allineati" alla ratio
della legge, dovranno essere integrati. A tale scopo il CEN ha nominato
una Commissione per una proposta di revisione che sta avviando i suoi
lavori.
Venendo al nuovo Regolamento, il documento che sicuramente suscita le
maggiori attese tra gli Associati, si è cercato di mantenere
un equilibrio tra lo scopo di mettersi nelle condizioni effettivamente
di poter valutare correttamente il possesso di requisiti di
qualificazione professionale e il successivo aggiornamento del
bibliotecario professionista, in modo convincente per gli stakeholders
e trasparente per tutti, e le caratteristiche della nostra compagine
associativa così come emergono dai dati contenuti
nell'anagrafica degli Associati e da tutte le informazioni disponibili.
Il tutto "condito" dalle necessità di
compatibilità economica e organizzativa.
I criteri adottati si fondano su documenti, convinzioni e sul confronto
con le caratteristiche della professione in altri paesi, avendo
attenzione anche alle altre professioni "sorelle" o "cugine". Tra i
documenti, oltre alla già citata legge 4/2013, occorre tener
conto della Legge 28 giugno 2012, n. 92 [8]
e della Norma UNI "Figura professionale del bibliotecario: requisiti di
conoscenza, abilità e competenza" [9].
In sostanza emerge da queste informazioni ed analisi che la professione
è una professione di carattere intellettuale il cui
esercizio prevede una buona cultura generale e conoscenze specifiche,
da integrare con abilità e caratteristiche attitudinali.
Inoltre, data la complessità delle attività che
si svolgono in biblioteca, la professione bibliotecaria si colloca nel
contesto dell'European Qualification Framework [10]
ai livelli 6 e 7 che corrispondono, per quanto riguarda le conoscenze,
rispettivamente per il livello 6 "Conoscenze avanzate in ambito di
lavoro o di studio che presuppongano una comprensione critica di teorie
e principi" e per il livello 7 "Conoscenze altamente specializzate,
parte delle quali all'avanguardia in un ambito di lavoro o di
studio...". In sostanza pensiamo che per esercitare la professione del
bibliotecario occorra essere in possesso di un titolo di studio
superiore.
Le conoscenze sono integrate in tutte le professioni dalle
abilità e competenze che sono frutto anche di apprendimento
non formale ed informale ed è per questo che nel nostro
regolamento abbiamo tenuto in debito conto l'esperienza sul campo. Le
norme transitorie contenute nel regolamento che valgono solo per il
2014 cercano di permettere a tutti i colleghi che esercitano la
professione di iscriversi anche a prescindere dal titolo di studio
previsto; in seguito obbligo per tutti sarà l'aggiornamento
professionale continuo.
Ci attende quindi un periodo di grande impegno in cui i Soci saranno
chiamati ad assumere consapevolezza piena della loro
attività come professione. L'obiettivo è che la
gran parte dei bibliotecari italiani professionisti (che stando a stime
recenti dovrebbero essere non meno di 7000) si iscrivano richiedendo
l'attestazione dell'Associazione con lo scopo sia di affermare la
propria professionalità sia di dare forza e
rappresentatività all'Associazione che è
impegnata in diversi tavoli; oltre ai rapporti con parlamentari delle
Commissioni coinvolte, sono consolidati, anche attraverso il Colap [11], i rapporti con il Ministero dei
Beni Culturali, con il Ministero dello Sviluppo economico, con i
sindacati, la CRUI, ANCI e UPI , con alcune Regioni in particolare per
le norme che riguardano le biblioteche e la formazione ed aggiornamento
professionale. Gli esiti di questi incontri ed i documenti presentati
sono comunicati tramite AIB-WEB e nelle Newsletter inviate agli
Associati.
Stay tuned!
NOTE
[1] Cfr. ROSA, Fausto. Una riforma statutaria
possibile. La commissione statuto si è messa al lavoro.
«AIB notizie», 21 (2009), n. 3, p. 6-7; DE
MAGISTRIS, Lello. Professione e lavoro. «AIB
notizie», 21 (2009), n. 1, p. 4-5; DE MAGISTRIS, Raffaele. I due corni (uguali) della
fiamma antica..., 22 (2010), n. 2, p. 8-9; DE MAGISTRIS,
Raffaele. Compete.R.E.
competenze riconosciute nell'economia. Associazioni strutturate e
riconosciute per professioni strutturate e riconosciute.
«AIB notizie», 22 (2010), n. 6, p. 6-7; DE
MAGISTRIS, Raffaele. AIB
e riconoscimento professionale nella curva a gomito del gennaio 2013.
«AIB notizie», 25 (2013), n. 2, p. 4-6
[2] Cfr. http://www.aib.it/aib/cen/stat10.htm3
[3] Cfr. il decreto del Ministro
della Giustizia del 7 gennaio 2013 http://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_8_1.wp?previsiousPage=mg_1_8&contentId=SDC807975)
che in base all'art. 26 del Dlg. 206/2007 riconosce all'AIB il ruolo di
Associazione rappresentativa a livello nazionale di tutta la
professione assegna appunto alla nostra Associazione questa funzione,
caricandoci anche di ulteriori responsabilità
[4] Legge 4 /2013, artt. 6 e 7
[5] Componenti del Gruppo erano Luca
Bellingeri, Paola Brocero, Giuliana Casartelli, Piera Colarusso,
Raffaele De Magistris, Gabriele de Veris , Marco Genzone, Claudio
Leombroni, Massimo Rolle e Rosa Maiello come collaboratrice esterna
[6] Si è riusciti
comunque a sottoporre gli elementi essenziali non solo alla doverosa
discussione in ambito del Consiglio nazionale dei presidenti delle
Sezioni ma anche tramite apposita discussione su wiki e nella lista di
discussione AIB-CUR
[7] Questa attività, in
diversi casi iniziata già nel 2012, è stata
svolta dai Presidenti regionali con il supporto del CEN assieme alle
delegate CEN per lavoro e professione, Maria Abenante e di chi qui
scrive, assieme a Associati esperti, come Raffaele De Magistris
[10]
Cfr. "Raccomandazioni Parlamento Europeo e Consiglio del 23 aprile 2008
sulla costituzione del Quadro Europeo delle qualifiche per
l'apprendimento permanente", pubblicato nella Gazzetta ufficiale
dell'Unione Europea del 6 maggio 2008
[11] Il Colap è
l'aggregazione di secondo livello prevista dalla legge che ci vede
presenti da tempo assieme alle altre professioni non ordinistiche www.colap.it