Vedianche
- Notiziario della Sezione Ligure dell'Associazione Italiana
Biblioteche
Numero 2 Vol. 23 Anno 2013 ISSN 2281-0617
Nuove norme e buone norme
Oriana Cartaregia
Almeno tre interventi
ospitati in questo numero rivolgono uno sguardo critico-
informativo agli effetti che alcuni recenti provvedimenti normativi
avranno in ambito nazionale per le istituzioni che si occupano di
ricerca e per la definizione della professione bibliotecaria.
Il contributo di Antonella De Robbio illustra le opportunità
che deriveranno dalla Legge n. 112 del 7 ottobre 2013. Norma che, a
sorpresa rispetto ai contesti evocati dal titolo del decreto del quale
è conversione (D.L. 9 agosto 2013 n. 91 "Disposizioni
urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle
attività culturali e del turismo"), introduce l'open access
come percorso obbligato per le ricerche finanziate "per una quota pari
o superiore al 50 per cento" con fondi pubblici. Nonostante il ritardo,
nonostante l'incongruità dell'incardinamento della norma in
un provvedimento che riguarda i beni culturali, piuttosto che la
ricerca scientifica, e nonostante altri aspetti problematici, che la
distanziano ancora per molti punti dalle raccomandazioni europee in
materia di accesso aperto alla ricerca, occorre plaudire alla chiusura
di un processo travagliato e coglierne tutti gli aspetti positivi. In
particolare sarà interessante nei prossimi mesi valutare
l'impatto che in termini organizzativi produrrà la sua
applicazione e, soprattutto, comprenderne le ricadute in ambito
bibliotecario.
Altre ripercussioni sul futuro prossimo dei bibliotecari, almeno di
quelli associati AIB, provengono dai necessari adeguamenti che un'altra
legge, la n. 4 del 14 gennaio 2013 sul "riconoscimento" delle
professioni così dette non ordinistiche, impone alle
associazioni professionali legalmente riconosciute perché
possano attestare il livello qualitativo dei propri iscritti. Enrica
Manenti illustra e commenta nel suo contributo il nuovo Regolamento di
iscrizione all'AIB che ha lo scopo di permettere all'associazione di
valutare correttamente il possesso dei requisiti di qualificazione e
aggiornamento professionale del bibliotecario professionista. Da molti
anni l'Aib persegue l'intento di diventare l'associazione professionale
dei bibliotecari italiani: dopo dieci anni sembra che questa
trasformazione si stia compiendo. Il regolamento, come lo statuto
(modificato nel 2010) e come prossimamente si dovrà fare per
il i codici deontologico e di comportamento, sono e saranno la
struttura che permetterà, si auspica a molta parte dei
bibliotecari italiani, di attestare, attraverso l'iscrizione all'Aib,
la propria professionalità e di poter avere, come di fatto
avviene da anni, formazione e aggiornamento qualificati e riconosciuti.
Conseguenza prevedibile per i prossimi anni è un aumento
delle iscrizioni all'Aib e questo, ci auguriamo, darà
maggiore forza contrattuale e rappresentanza all'associazione.
Al riconoscimento della professione è dedicato anche
l'articolo di Laura Testoni che contestualizza e analizza, mettendone
in luce punti di forza e di debolezza, la bozza di norma UNI (Ente
nazionale di Unificazione) "Qualificazione
delle professioni per il trattamento di dati e documenti - Figura
professionale del bibliotecario - Requisiti di conoscenza,
abilità e competenza", provvedimento derivante
dal dettato dalla medesima legge 4/2013. Poiché si tratta di
una bozza e non della norma definitiva è, per fortuna,
aperta alla discussione dei bibliotecari: occasione che, stante gli
innumerevoli ambiti e specificità rappresentati dalla nostra
professione, è bene sfruttare al meglio come suggerisce il
contributo di Testoni.
Le opportunità di riconoscimento/cambiamento riguardanti
l'identità professionale, nonostante il momento di crisi
economica non consenta facili ottimismi, dunque si allargano e
altrettanto promettenti sono, per quanto riguarda il fronte dei servizi
bibliotecari all'utenza, le notizie che forniscono nei loro contributi
Giuseppe Pavoletti e Antonio Scolari.
Il primo illustra le interessanti novità apportate dalla
recente (novembre 2013) evolutiva del Catalogo delle biblioteche liguri
(CBL - http://www.catalogobibliotecheliguri.it/),
che unifica i dati
bibliografici del Polo SBN LIG (partner principale la Biblioteca
Universitaria di Genova) e numerose biblioteche del territorio
regionale.
Il secondo descrive le fasi di svolgimento di un progetto, intrapreso
dal CIPE - Consorzio di Sistemi Bibliotecari di Ateneo (Gabriele
Lunati, Il progetto
CIPE to OCLC, "Biblioteche oggi", Vol. XXXI - N. 9
Novembre 2013, p. 21-24), che ha portato all'interfacciamento dei
record bibliografici del catalogo dell'Università di Genova
con WorldCat, Opac di accesso ai dati del maggiore catalogo cooperativo
internazionale gestito da OCLC. Le ricadute positive dell'operazione
sono e saranno numerose, sia nel contesto interno che esterno, dato
l'enorme aumento di visibilità acquisito in ambito
internazionale dal patrimonio bibliografico delle biblioteche
dell'Ateneo genovese.
Entrambe le novità descritte da Pavoletti e Scolari hanno in
comune, oltre alla pervicacia nel perseguire il miglioramento dei
servizi, l'ampliamento del target degli utenti e la tendenza verso la
costruzione del catalogo "quale apparato strumentale interpretativo e
di mediazione tra l'universo documentario e l'utente" (Antonella
Iacono, Verso un nuovo
modello di OPAC.Dal recupero dell'informazione alla creazione di
conoscenza, JLIS.it, Vol. 4, n. 2, Luglio 2013, p. 86),
anche il contenimento delle risorse finanziarie impiegate per la loro
realizzazione.
La scarsità di fondi è ormai divenuto il fil
rouge di molta letteratura professionale recente. Per fortuna
cominciano ad essere veramente creative le risposte che i bibliotecari
forniscono per superare il depauperamento dei servizi culturali
conseguente ai tagli delle risorse finanziarie e umane.
Con l'accattivante titolo "La biblioteca aumenta il PIL" i colleghi
della Biblioteca Civica di Cologno Monzese, Marilena Cortesini, Luca
Ferrieri e Cristina Giavoni, raccontano le modalità
organizzative dell'omonima campagna di sostegno alla loro biblioteca.
La peculiarità di questo strano esempio di fundraising si
esplicita nella premessa metodologica: «l'economia non
è solo la macroeconomia e la finanziarizzazione del mondo,
è l'economia distribuita e condivisa, l'"economia del noi",
l'economia a chilometro zero (anche in senso culturale), l'economia che
nasce dalla valorizzazione della cultura di tutti e di ciascuno, del
volontariato, dei servizi
di prossimità, di cui la biblioteca fa parte a
pieno titolo, del tempo libero e liberato». Le conseguenze di
questo approccio, ove al centro vengono posti innanzitutto la
dignità culturale e il valore sociale dei servizi di
biblioteca, sono ben rappresentate dalla trasformazione che lo slogan
della campagna porta alla sigla PIL, a tutti nota come Prodotto Interno
Lordo, reinterpretata come Prodotto
Interno di Lettura. È l'impegno di tempo, oltre
che di denaro, il cuore pulsante dell'operazione; ai cittadini viene
richiesto di prendersi cura della biblioteca diventando parte attiva
per un aumento dell'arricchimento culturale personale e collettivo.
L'obiettivo dell'operazione è quindi duplice: rimpinguare il
bilancio e radicare ulteriormente la biblioteca nella propria
realtà territoriale. L'entusiasmo e le capacità
professionali profuse siamo certi otterranno i risultati sperati.
Per usare le parole di Alfredo Serrai, è sempre
più vero che «gli uomini politici o di governo e i
responsabili della cosa pubblica, non sanno cosa sia quella
entità misteriosa che esiste da tanto tempo, che comunque si
deve rispettare ed onorare, ma che pur costando denaro è
incerto che produca qualcosa di benefico o di vantaggioso» (Fumosità aporetica
del termine "Biblioteca", "Bibliothecae.it", n. 1-2, 2012
- http://www.bibliothecae.it/index.php?content=pagina&page=25),
tanto che gli organici delle biblioteche subiscono pesanti
assottigliamenti. Il contributo di Alessandra Longobardi, con uno stile
che possiamo definire ‘anglosassone', risponde efficacemente
all'esigenza che le piccole biblioteche, prive di risorse finanziarie e
umane, hanno di fornire un servizio di reference degno della migliore
tradizione bibliotecaria. Vengono forniti consigli metodologici e
semplici strumenti reperibili online per consentire alle One Person
Library di impostare un servizio informativo rispondente alle esigenze
della propria utenza.
Come di consueto colleghi che operano nel territorio ligure hanno
inviato notizie su attività e avvenimenti coinvolgenti le
loro realtà bibliotecarie. Dal Ponente Loretta Marchi ci
informa sul Fondo Massimo Porre donato alla Biblioteca civica di
Sanremo nel 2011. Una raccolta, di circa un migliaio di volumi di
ambito regionale, caratterizzata in particolare dalla presenza di un
cospicuo gruppo di guide otto-novecentesche, riccamente illustrate,
riguardanti le Riviere liguri.
Bianca Zanardi, dal Levante, relaziona sull'importante convegno
svoltosi, su iniziativa dell'Associazione Stil-e-Nuovo, l'8 novembre
2013 a La Spezia per celebrare i 700 anni dalla nascita di Giovanni
Boccaccio. Il coinvolgimento della Biblioteca Civica U. Mazzini
all'evento ha consentito di informare sul patrimonio bibliografico
boccaccesco posseduto e di proporre ad un pubblico non specialistico un
percorso storico sulle trasformazioni intercorse nella struttura del
libro quale veicolo di testi letterari.
Tre gli interventi riguardanti il patrimonio librario del territorio
genovese.
Speranza ed entusiasmo, ma anche concreta preoccupazione, traspaiono
dalle suggestive parole di Maria Concetto Petrollo, direttrice ad
interim della Biblioteca Universitaria di Genova che dal mese di
ottobre ha trasferito alcuni dei suoi fondi librari, uffici
amministrativi e buona parte di quelli gestionali presso la nuova e
prestigiosa sede dell'Hotel Colombia, il restauro del quale
è cominciato nel 2001 con l'impiego di notevoli
quantità di denaro pubblico. Volontà di
continuare nel travagliato cammino per l'unificazione di quella che
è la più grande istituzione libraria ligure;
coraggio e caparbia nell'aprire da subito alcuni servizi, seppur ad
orari ristretti, continuando contemporaneamente a gestire la sede
storica; angoscia nel constatare che le lentezze burocratiche e
l'eterna mancanza di risorse economiche possono diventare ostacoli
molto difficili da superare. Per quanto l'intervento non dettagli,
comprensibilmente, sull'entità di tali ostacoli non possiamo
non accostare le parole di Petrollo al grido di allarme lanciato da
Federico Sanguineti sulle pagine de "L'Unità" di domenica 8
dicembre riguardo alle attuali precarie condizioni dei volumi del
lascito di Edoardo Sanguineti, suo padre, che stanno attendendo, chiusi
in scatoloni, una degna sistemazione. Parole forti le sue, a tratti
forse eccessivamente preoccupate, ma in definitiva tristemente
condivisibili.
Leandra Scappaticci, curatrice della mostra Il libro errante del popolo
errante. Produzione,
diaspora e persecuzione dei testi ebraici, allestita a
Palazzo Ducale di Genova nel mese di ottobre, in occasione della
rassegna "L'altra metà del libro", viene intervistata da
Emanuela Ferro. Le impressioni che scaturiscono dalla conversazione
sono di competenza e serietà scientifica e colpisce la
volontà di porgere ad un pubblico non specialista studi e
scoperte su una particolarissima tipologia di libro quale è
quello ebraico manoscritto. All'inizio dell'intervista Scappaticci si
presenta rivendicando con fierezza, tra l'altro, la sua appartenenza
allo staff della Biblioteca Universitaria di Genova.
Da tutt'altro fronte provengono gli aggiornamenti che Emanuele Canepa
fornisce circa il proseguimento della benemerita collaborazione della
Biblioteca Civica Berio con le Case Circondariali di Marassi e
Genova-Pontedecimo iniziata nel 2007. Vengono riprese l'origine, le
attività e, soprattutto, il contesto del progetto nella
realtà odierna sia nazionale che locale. Argomento, quello
delle biblioteche e della lettura nelle carceri, molto attuale visti lo
svolgimento, a Milano lo scorso gennaio 2013 dopo molti anni di
silenzio, del 4°
Convegno nazionale sulle biblioteche carcerarie,
intitolato "Il bibliotecario carcerario: una nuova professione?" e
l'articolo apparso nel numero 5 di "AIB Notizie" di quest'anno a firma
di Francesca Cadeddu che illustra le nuove modalità di
azione e promozione alla lettura messe in campo dal 2012 nell'ambito di
un progetto, nato nel 2003 grazie al protocollo d'intesa fra
l'Assessorato alla Pubblica Istruzione e il Provveditorato Regionale
dell'Amministrazione Penitenziaria della Sardegna (Liberastorie. Biblioteche
carcerarie in Sardegna, AIB Notizie 2013, n. 5 - http://www.aib.it/pubblicazioni-aib/aib-notizie/aib-notizie-2013-5/2013/38832-
liberastorie-3/).
A partire da questo numero abbiamo deciso di iniziare una nuova rubrica
intitolata Laboratorio
di storia del libro, delle biblioteche e di bibliografia: ricerche dei
neolaureati in discipline LIS. Ospiterà sintesi
di tesi di laurea prodotte nell'ambito degli insegnamenti di
Bibliografia e di Storia del libro e dell'editoria della Scuola di
Scienze Umanistiche dell'Università degli Studi di Genova a
cominciare dall'interessante lavoro di Valentina Galante sui volumi di
medicina naturale della Biblioteca Provinciale dei Cappuccini di
Genova. L'obbiettivo è quello di fornire
visibilità a neolaureati in discipline LIS.
Poiché il numero di tesi in questo ambito non è,
purtroppo, molto ampio, né il livello qualitativo
è sempre degno di nota, la rubrica avrà scadenza
annuale e, in assenza di buone ricerche, suppliremo con un elenco delle
tesi discusse. Con questa novità siamo consapevoli di
lanciare una sfida come quella che ingaggiammo anni or sono con la
rubrica Tipici/A\tipici
che, aprendo uno spiraglio critico sulla realtà lavorativa
precaria delle nuove generazioni di bibliotecari, pregiudicò
tra l'altro l'adesione di sponsorizzazioni alla rivista. La scommessa
di oggi non riguarderà rapporti sociali scottanti come
quelli dello sfruttamento professionale, ma tenterà di
fornire un'opportunità a quanti, scegliendo di orientare i
propri studi in campo biblioteconomico aspirano ad un contatto diretto
col mondo delle biblioteche. Del resto oggi più che mai ci
appare importante saldare un patto di collaborazione con i corsi di
laurea, faticosamente conquistati nel nostro paese, dedicati
specificatamente alla formazione del bibliotecario, ben consapevoli che
«la cruda realtà delle statistiche ministeriali ci
dice che, complici anche la crisi occupazionale e la
genericità dei modi di reclutamento, la richiesta di
"formazione da bibliotecari", di un corso di studi apposito con molti
contenuti specifici, è assai circoscritta e il numero
insufficiente di nuove iscrizioni è in genere tra gli
elementi che sono all'origine delle numerose chiusure degli ultimi
anni» (Alberto Petrucciani, Biblioteconomia,
università,formazione, professione, "Aib
studi", vol. 53 n. 2, maggio/agosto 2013, p.7).
Chiudono questo numero un resoconto di Marco Genzone sulle
attività svolte dal Comitato Esecutivo Regionale dell'AIB
ligure, da lui presieduto, giunto al termine del mandato e le
recensioni ai volumi: Giovanni Nicolò Casana, Lettere ad Angelico Aprosio
(1665-1675), a cura di Luca Tosin, Firenze, Firenze
University Press, 2013 (rec. a cura di F. Nepori); Ian Sansom, L'odore della carta: una
celebrazione, una storia, un'elegia, Milano, TEA, 2013
(rec. a cura di G. Puppo); Anna Giulia Cavagna, La biblioteca di Alfonso II Del
Carretto marchese di Finale. Libri tra Vienna e la Liguria nel XVI
secolo, Finale Ligure, Centro Storico del Finale, 2012
(rec. a cura di O. Cartaregia).